
Cos’è la Verità? Esiste veramente qualcosa che possa dirsi “vero”, cioè riconoscibile da tutti in modo oggettivo, o siamo in balia di un mondo totalmente soggettivizzato? Il relativismo ha reso opinabile la realtà, o quantomeno definisce la verità in modo relativo. Eppure…
Il tema della verità è uno dei più discussi di sempre.
Ad oggi, nonostante il fiorire delle scienze che sembrano dare prova dell’esistenza di una verità, o quantomeno di una realtà, il tema è lontanissimo dall’essere risolto.
Cosa è vero? Come è possibile dire di una cosa che è vera?
Queste le domande che hanno guidato il confronto tenutosi dal 1° al 3 luglio presso le sedi dell’Università di Bologna, entro il quale i filosofi si sono mossi cautamente, passando in rassegna molte teorie.
Cosa ne è venuto fuori?
Ne parlo in questo articolo e lo riassumo subito, con una frase di Ursula Le Guin: “La Verità è una questione di immaginazione”.
Il problema della verità
Alla domanda “cos’è la verità?”, forse abbiamo una risposta: è un problema.
Qualcosa sulla quale ci si interroga da sempre e al quale non si è in grado di dare una risposta definitiva.
Questo è anche quanto discusso dal 1° al 3 luglio, presso l’Università di Bologna, dove ha avuto luogo il workshop “Truth and facts in the humanities and in the sciences” in cui filosofi da tutto il mondo hanno condiviso e confrontato visioni contrastanti, in cerca di “una verità” (maggiori info le trovi in questo articolo su quadernid’altritempi)
Oggi siamo ai tempi delle fake news e il problema della verità è più urgente di quanto non si pensi, dato che – molto spesso – dall’informazione conseguono dei fatti. Il procedimento è semplice: assumo una notizia (come vera – e spesso senza verificare), il mio sistema di pensiero cambia, le mie azioni nel mondo vanno in direzione della “presunta verità”.
Quindi creo un mondo da presupposti falsi.
Il problema della verità è quindi quello – doppio – della “rappresentazione del reale” e della ricerca delle informazioni.
Realtà e Verità
Quale differenza tra realtà e verità?
Possiamo considerare la realtà come il luogo dei fatti, degli accadimenti, che possono essere considerati come oggettivi: se una penna che stava sul tavolo ora sta in terra, prima era sul tavolo, ora in terra.
Quello che collega i fatti, però, le proposizioni, le azioni, i motivi, appartiene al singolo (Einstein avrebbe detto: “all’osservatore”) che – come dimostrano anche gli studi nelle camere a bolle – ha il potere di modificare quella realtà: coi sistemi di percezione e di pensiero, ma anche con la sua sola presenza.
Il problema della verità, qui, è che nonostante le premesse possano essere false, esse hanno il potere di dare origine a azioni reali. Possono nascere verità da falsità, insomma, e – così facendo – in qualche modo rendono vere anche le premesse.
Un esempio: pensi che Tizio ti abbia fatto un torto. In realtà Tizio non ha fatto nulla, ma tu lo pensi e assumi informazioni che rinforzano la tua idea. Litighi con Tizio o gli dai “pan per focaccia”. Hai creato un fatto vero, da una premessa falsa.
Il problema della verità è che questi fatti veri da premesse false accadono a tutti i livelli: sociali, politici, economici, scientifici.
Soluzioni: teoria e verifica
Cosa possiamo fare per risolvere, almeno in pratica, il problema della verità?
Anche questa domanda è lungi dall’essere chiusa.
Sono le teorie a salvarci: il potere di una teoria è quello di essere vera fino a prova contraria e, quindi, di richiedere incessantemente di essere verificata.
La soluzione sembra essere di assumere la verità al rango di teoria e, quindi, dimenticarsi l’idea di una verità. L’unico modo di restare nella verità, insomma, è non avere una verità.
Ma una non-verità non sempre è una falsità: il regno delle fake news è – ahimè – molto spesso, più una questione di fiction che non altro. Le finzioni, i film, i romanzi e tutta la narrazione, hanno un loro sostrato ontologico: sono verità a sé stanti.
Non si possono mettere in discussione fatti narrati in un romanzo o in una trama di film, perché in alcun modo sono verificabili. Essi sono e devono per forza essere presi come veri.
Cosa significa questo?
Come disse Umberto Eco: “Se [l’autore] ha scritto un romanzo, è perché ha scoperto, in età matura, che di ciò di cui non si può teorizzare, si deve narrare”, ovvero che le uniche verità possibili in modo oggettivo e immutabile (o quasi) sono quelle delle fiction e che – in definitiva – la verità è una questione di immaginazione.
Per approfondire:
➠ Immaginazione (TAG)
➠ Immaginazione e Anima. Sogno o Verità? (ARTICOLO)
➠ Miti e fiction (ARTICOLO)
➠ Cos’è la Verità? Questione di Immaginazione (ARTICOLO ESTERNO)
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