
Creare un potente alleato immaginario è, forse, un buon modo di usare immaginazione e intelligenza narrativa: aumenta autostima, aiuta a cambiare punto di vista, diminuisce l’impatto di emozioni negative, dà spunti creativi, permette di cambiare storia, andando nella direzione di una migliore auto-realizzazione.
Negli ultimi 11 anni di ricerca sul tema dell’immaginazione e del pensiero, mi sono spesso imbattuto nella narrazione: fiabe, miti, storytelling, film e serie televisive, videogiochi.
Li trovo non solo luoghi da cui cogliere ogni volta storie nuove ed avvincenti, che mi fanno scoprire qualcosa di nuovo sull’essere umano, sul mondo del pensiero e le diverse culture, ma anche come codici: insiemi di regole scritte e narrate, di funzioni e luoghi del pensiero, raccontate in modo metaforico.
Tra tutti questi, i Supereroi hanno qualcosa di speciale: in parte hanno sostituito i vecchi Eroi ed in parte sono i nostri “moderni dèi”. Oggi parliamo dell’effetto Batman e di come, immaginare di avere un alleato “Super”, può aiutare.
Batman Effect – l’articolo
Questo articolo si basa (ma non ne è una traduzione) principalmente su quello di David Robson, uscito sulla BBC, il 18 agosto 2020 e su tutte le ricerche scientifiche alle quali, da questo articolo, si può accedere. In versione integrale trovi l’articolo qui: https://www.bbc.com/worklife/article/20200817-the-batman-effect-how-having-an-alter-ego-empowers-you
*** David Robson è autore di
Le trappole dell’intelligenza. Perché le persone intelligenti fanno errori stupidi
Batman Effect – cos’è
Robson ci racconta di alcuni esempi interessanti, come quello delle due cantanti Beyoncé e Adele, che hanno usato questo “effetto Batman” per superare dei loro momenti difficili e – va aggiunto – raggiungere l’apice del proprio successo.
Ma, come funziona?
Molto semplice: si crea un alter ego immaginario (e narrativo, aggiungerei), che ci aiuta.
È proprio il caso di dire: “il tuo amichevole Supereroe personale”, menzionando il motto di Spiderman (“il tuo amichevole Spiderman di quartiere”).
Tutto qua?
Sì e no. La teoria è semplice da dirsi, così come è semplice scivolare in errori, dato che non c’è una prassi ben definita. Non ci sono “le regole” per creare il tuo alter ego, ma – diciamolo – è una prassi che spesso ci troviamo ad usare in modo del tutto ingenuo e originale.
Quando da bambini giochiamo ad essere “altri”, quando ci chiediamo “cosa farebbe, ora Tizio, Caio, Sempronio?”, quando guardiamo a degli idoli, cercando di emularli – magari – immaginando di essere loro o di averli al nostro fianco.
Il modo di pensare dell’alter-ego fa parte della natura dell’essere umano, insomma.
Ma c’è anche da dire che è poi importante “dire addio” al nostro amichevole supereroe (nell’articolo originale, viene anche definito come “stampella”): il suo ruolo di aiutante e/o consigliere deve essere legato ad un obiettivo specifico. Alcune ricerche dicono che si possono avere anche più aiutanti, ma ognuno deve essere legato ad un’area (e… diciamocelo: deve essere il/la migliore!).
Ricerca scientifica e benefici
Nel lungo articolo di Robson vengono introdotti moltissimi articoli scientifici che ci aiutano a comprendere come funziona questo “effetto Batman”, ovvero la prassi di crearsi un alter-ego immaginario, che ci fa dà modello e mentore, per raggiungere determinati obiettivi.
Molti di questi articoli parlano del processo narrativo chiamato “auto-allontanamento”, per il quale si tende a parlare di sé o a se stessi, in seconda o terza persona.
Facciamo un esempio: se diciamo a dei bambini – età attorno ai 5 anni – di fare dei compiti (nel senso di svolgere delle attività), saranno più “esecutivi” e “perseveranti” quelli che faranno riferimento ad una narrazione in terza persona (“cosa farebbe Batman?”) o in seconda persona (“NOME, hai fatto abbastanza?”).
*** Qui lo studio sulla migliore capacità “esecutiva”, del 2015.
*** Qui lo studio sul miglioramento della perseveranza, del 2016.
Naturalmente gli effetti del dialogo interno rivolto alla seconda / terza persona (la forma di pensiero narrativo che viene usata nella prassi dell’effetto Batman), sono validi anche per gli adulti, come abbiamo visto in apertura con Beyoncé e Adele. I principali benefici che portano sono:
- un aiuto ad allargare / cambiare prospettiva;
- diminuire l’impatto di emozioni negative – (studio);
- un aumentato self-control – (studio);
- una maggiore determinazione nel prendere decisioni;
- aumentare l’auto-efficacia;
- la capacità di farsi coraggio;
- ricordarci chi vogliamo essere e cosa possiamo fare – (studio);
- prepararsi meglio ad affrontare sfide future – (studio).
Teorie a confronto
In questa ultima sezione dell’articolo ho pensato di prendere una parte delle teorie e delle prassi che ho avuto modo di studiare, conoscere, sperimentare nel corso del tempo, per cercare di delineare dei punti di contatto.
Il primo riferimento diretto è, chiaramente, alle teorie di:
- tecnica di creatività detta “Hall of Fame”;
- pratica della Dinamica Mentale;
- teoria di Igor Sibaldi dei Maestri Invisibili;
- sistema di pensiero da me codificato di Le Stanze dell’Immaginazione®.
Mi sembra di poter dire che c’è un principio comune, in queste teorie e prassi: in alcune delle loro funzioni, invitano a pensare mettendosi nei panni di altri:
- personaggi famosi (la Hall of Fame);
- aiutanti e alleati immaginali (Dinamica Mentale);
- o un misto di questi, che comprende anche aspetti del sé profondo (Maestri Invisibili);
- modi di pensare e intelligenze altre (Le Stanze dell’Immaginazione).
In tutte queste tecniche e teorie – e ce ne saranno certamente molte altre – possiamo, quindi, trovare dei principi simili a quelli dell’effetto Batman. È utile saperlo, ma in realtà basterebbe chiedersi: “Cosa farebbe Batman, al mio posto?”.
Per approfondire:
➠ Pensiero Narrativo (CATEGORIA)
➠ Immaginazione (CATEGORIA)
➠ The “Batman Effect”: Improving Perseverance in Young Children , SRCD onlinelibrary (RICERCA)
➠ What would Batman do? Self-distancing improves executive function in young children , PubMed (RICERCA)
➠ Self-Distancing: Theory, Research, and Current Directions , SelfControl (RICERCA – PDF)
➠ Not I, but she: The beneficial effects of self-distancing on challenge/threat cardiovascular responses , ScienceDirect (RICERCA)
➠ The inner speech of behavioral regulation: Intentions and task performance strengthen when you talk to yourself as a You , OnlineLibrary (RICERCA)
➠ Self-talk as a regulatory mechanism: how you do it matters , PubMed (RICERCA)
➠ Focusing on the future from afar: Self-distancing from future stressors facilitates adaptive coping ,DOI (RICERCA)
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