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3 Febbraio 2015 By Matteo Ficara Leave a Comment

Terre di Mezzo e Mondi Invisibili. [3/3 Immaginazione e guarigione]

Terre di Mezzo e Mondi Invisibili. [3/3 Immaginazione e guarigione]
 Con quest’ultimo articolo sulle “Terre di Mezzo e Mondi Invisibili”, vedremo finalmente come è possibile la guarigione attraverso l’Immaginazione. Ma ora andiamo a vedere, soprattutto, che cosa significa “guarigione”…

 Al di là del continuum della coscienza 

Nel precedente articolo dal titolo “Terre di Mezzo e Mondi Invisibili. [I luoghi dei tuoi “io più grandi”], abbiamo visto che esistono degli io-più-grandi che dimorano nelle nostre Terre di Mezzo interiori e sono tutti quegli spazi di coscienza “altra” (e non alterata), come i sogni, gli spazi della meditazione, la lettura immedesimata di romanzi fantasy e via dicendo.
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Ma… queste coscienze “altre”, dove si proiettano?
Ogni coscienza, infatti, proietta se stessa in una realtà. Il “mondo”, ovvero la realtà in cui viviamo, è il luogo ove la coscienza si proietta in modo più continuato (da cui la questione del continuum della coscienza, che ci permette – nonostante il passare del tempo – di pronunciare la parola “io”).

Ma quando si tratta di stati altri di coscienza, come il sogno, la dimensione a cui si accede non è più la stessa e siamo in una vera e propria Terra di Mezzo, il luogo dei luoghi, delle favole, dei miti e delle leggende, dei racconti e delle storie, dei sogni e delle fantasticazioni: l’Immaginazione.

Quindi i nostri Mondi Invisibili interiori non sono “di Mezzo” solo perché modi altri di coscienza (pause nel continuum), ma anche perché “di Mezzo” sono i luoghi ove si affaccia la nostra coscienza, in quei dati momenti.
E questo da dell’Immaginazione la Terra di Mezzo per eccellenza.

Perché?

 Immaginazione e Terre di Mezzo 

In parte ne abbiamo già parlato, nell’articolo Immaginazione e Sé. [2/3 L’Immaginale, tributo ad Henry Corbin]. In questo articolo, come negli studi di Corbin sulle origini sufi di quella che comunemente chiamiamo “immaginazione creatrice”, appare il termine “Immaginale”, nome con cui Corbin (e la filosofia sufi) intendeva indicare quella particolare realtà a metà tra il mondo sensibile e quello sovrasensibile e che oggi dovrebbe essere tradotta con “immaginazione”.
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Ma l’Immaginale è il “nome sano” dell’Immaginazione: dato che la parola “immaginazione” è ormai carica di accezioni psichiche e dato che in realtà l’Immaginazione non è una facoltà psichica, allora Corbin, recuperandone le origini, ne ha coniato un nuovo nome, sano, e capace di esprime quello che effettivamente l’immaginazione è: immaginazione, da himma, che nella filosofia religiosa iraniana indica l’infiammarsi della passione, l’ardore tipico dell’innamoramento tanto giovevole e chiaro al cuore quanto – si dice – nocivo ed incomprensibile alla mente.
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Quindi vediamo come anche nelle sue stesse origini l’Immaginazione è la Terra di Mezzo per antonomasia, carica di un senso ontologico che permette quella comprensione delle cose così lontana dal mondo occidentale ed invece utilissima e propria del sufismo, che potemmo definire “del vedere profetico”, ovvero del percepire quella realtà (“di Mezzo”) dove le idee (anche platoniche) si fanno visibili.
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Sul “vedere del cuore” ho scritto un altro articolo, proprio dedicato ad intessere insieme questo infiammarsi della himma con la capacità di vedere. E’ l’articolo La Filosofia del Cuore. [2/3 Il cuore focolare e la realtà zolfo], in cui abbiamo visto come un cuore innamorato non solo sia sano, ma ci permetta di vedere meglio anche la realtà, guarda caso anch’essa costituita di “immagini”: è il cuore che vede le immagini, anzi, pensa attraverso di esse.
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 Immaginazione e Guarigione 

Non ci resta che concludere dicendo in che modo (e da che cosa) si guarisce grazie all’Immaginazione e quindi alle nostre Terre di Mezzo interiori.
Di sicuro una qualche malattia del cuore, visto che l’Immaginazione gli compete in toto. E sicuramente anche qualcosa che abbia a che fare con le immagini, con il vedere. Difatti le due malattie sono l’infarto e la bruttezza.
Per quanto riguarda la bellezza vedremo a breve, dato che è legata alla questione dell’infarto, che viene dal latino infarcitus, ovvero “pieno” ed indica, quindi, un cuore pieno e perciò malato. Ma pieno di cosa?
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Di immagini. Il cuore si nutre di immagini, pensa attraverso di esse, vede con esse.
E quando si vive in una società dove l’immagine è così forte, allora il cuore fa in fretta a colmarsi di immagini non tue, esterne.
Te ne nutri dalla televisione, dai giornali e dai cartelloni pubblicitari, da internet.
Da ogni dove, anche dalla tua stessa realtà, percepita come immagini.
Ma quando le immagini non sono tue o quando non vengono “digerite”, allora si crea un intoppo, un ingorgo (perché il cuore è infarcitus), che blocca il traffico. E si ferma il cuore.
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Viene da chiedersi quali sono le immagini che il cuore digerisce?
Quali sono le immagini “interiori”?
E che cosa c’entra questo, con la bellezza/bruttezza e la guarigione?
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Le immagini che nutrono il cuore sono le immagini tue, quelle interne, che vedi quando scendi nei tuoi Mondi Invisibili. Le puoi trovare durante le immaginazioni, le visualizzazioni (non sempre), i sogni ed anche durante la lettura di romanzi, in particolar modo quelli fantasy.
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Queste immagini non sono solo delle storie che vengono dalle tue Terre di Mezzo personali, ma sono anche le storie dei tuoi “io più grandi”, tutti quegli io che tu sei e che ancora non sai di essere, che lavorano con te, per la tua evoluzione, nei tantissimi mondi che ti porti dentro.
Spesso accade che le situazioni problematiche “senza via di uscita” che hai nella realtà quotidiana (quella del continuum della coscienza), si risolvano in un sogno o in una delle tue favole-di-profondità, perché in quei luoghi tu non hai confini e puoi esprimere i tuoi poteri: nei sogni voli, nelle favole sconfiggi il drago e ti trasformi, etc…
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La tua guarigione, in parte, passa da qui: guarigione, dal tardo germanico “var-“, radice del termine “vedere”. La guarigione passa anche attraverso la capacità del vedere: chi sei veramente, quanto sei grande, quanti “io” sei ed in quali e quanti mondi vivi.
Il “vedere” è principio di risoluzione dei conflitti interiori in molte delle tecniche che oggi usiamo sia nel mondo della guarigione ufficiale (la medicina) che in quello non ufficiale (gli operatori olistici) ed è uno dei due principi di lavoro anche in Le Stanze dell’Immaginazione®.
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Ma non solo: quando vedi e ti nutri di immagini tue, guarisci dalla malattia del secolo, che riempie il tuo cuore di “inutilità” (immagini vuote di senso, vuote di te). Ed infine, se il modo migliore di vedere – e quindi di accedere all’immaginazione – è quello di innamorarsi, allora quando “vedi” guarisci anche dalla bruttezza: quando sei nell’innamoramento, tutto è più bello e tornano ad essere visibili tutti i dettagli, anche quelle cose alle quali di norma non fai più caso (che sono il sintomo di una realtà “brutta” – vedi articolo su Alice che attraversa lo Specchio).
Per concludere ripetiamo l’aforisma con cui abbiamo iniziato, leggendo in un modo tutto nuovo…
“Si scrive per guarire se stessi, per sfogarsi, per lavarsi il cuore”
– Gesualdo Bufalino

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Filed Under: Blog, Filosofia del Futuro, Filosofia del Profondo, Immaginale, Narrazione Tagged With: filosofia, Filosofia del Cuore, Filosofia del Profondo, Henry Corbin, Immaginazione, insegnamenti dalle favole

Matteo Ficara

Filosofo, Scrittore
Ideatore di Le Stanze dell'Immaginazione®

Mi impegno a scorgere visioni migliori e a narrare prospettive per realizzare un'evoluzione verso la Specie Felice.
Fin dalle caverne abbiamo raccontato chi siamo nelle immagini disegnate e nelle storie narrate. Raccolgo queste storie antiche, decodifico le immagini con cui ci rappresentiamo oggi e mi impegno a pensare futuro.
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Scopri di più su di me nella BIO.

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MATTEO FICARA
Filosofo, Scrittore
Ideatore di Le Stanze dell’Immaginazione

Nel 2010, seguendo gli Spiriti Guida indicati da Igor Sibaldi, scopro Le Stanze dell’Immaginazione, pratica di espansione di coscienza e ampliamento del pensiero.

Le ricerche sul tema Immaginazione mi portano ad approfondire i territori della narrazione, come il mito, la fiaba e il mondo del fantastico; e le regioni del pensiero, dalla filosofia esoterica a quella accademica, approfondendo temi come il pensiero visionario, quello riflessivo, critico e strategico.

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