![Terre di Mezzo e Mondi Invisibili. [2/3 I luoghi dei tuoi “io più grandi”]](https://www.matteoficara.it/wp-content/uploads/2015/01/header-articoli51.png)
Il concetto della “centralità” è assai interessante, basta vedere che cosa comportò la teoria eliocentrica copernicana.
Inoltre, nell’essere umano, il “centro” viene spesso legato a quel particolare “punto di vista sulle cose”, che chiamiamo coscienza.
Della coscienza abbiamo parlato nel precedente articolo “Terre di Mezzo e Mondi Invisibili. [1/3 La filosofia del piccolo passo]”, laddove ai suoi (della coscienza) diversi stati ed alle pause nel suo continuum, abbiamo dato nome di “Mondi Invisibili” (ovvero le nostre Terre di Mezzo interiori).
Ma, come dice Giordano Bruno, “non siamo più centrali di quanto non lo sia qualsiasi punto dell’universo” e difatti la realtà cosciente che viviamo continuamente,quella che crediamo essere la nostra “realtà”, è solo una delle tante possibili su cui portare la nostra attenzione: ci sono interi mondi da esplorare e, con essi, tantissimi “io”, quelli che chiamiamo gli “io più grandi”.
Andiamo a scoprirli…
Le favole di quando eri bambino
La prima esperienza dei “mondi più grandi” la fai quando sei bambino, ovvero quando immagini di essere il personaggio di storie fantastiche. Questo meraviglioso e naturale processo viene spesso coltivato attraverso il racconto di favole, di cui i bambini (in una certa età) sembrano diventare ghiotti: sanno che questo nutrimento di immagini è salutare.
Sfortunatamente, crescendo, perdiamo queste abitudini e ci dimentichiamo del potere delle Terre di Mezzo.
Questo processo, che a conti fatti è una sorta di “rimpicciolimento di sé”, avviene perché ci identifichiamo sempre più con una sola tra le molte realtà possibili. Di certo questo avviene anche perché tale realtà è quella che viviamo in maniera più limpidamente cosciente, ma c’è di più, dato che si arriva ad un certo punto in cui si diventa quasi incapaci di fantasticare (o meglio ancora “immaginare”).
Questa particolare “malattia”, per la quale ti accorgi di non essere più capace di vivere i mondi invisibili, si chiama infarto (dal lat. infărtu(m), part. pass. di infarcīre ‘infarcire’) e colpisce il cuore.
Negli articoli su “La Filosofia del Cuore” (ed anche in quello sugli insegnamenti di Alice che attraversa lo specchio) abbiamo già detto qualcosa sul cuore, definendolo il centro del pensiero per immagini.
Se questo cuore pensatore è “infarcito”, deve essere necessariamente infarcito di immagini, che sono la sua materia di lavoro. E se l’infarto è una malattia che ti fa fermare il cuore, allora esso è fin troppo pieno di queste immagini.
Ma… di che immagini è pieno il cuore?
Dimmi cosa vedi, ti dirò chi sei
Si usa dire che dalle abitudini alimentari (o altre) di una persona, si può capirne il carattere. Lo stesso vale per l’alimentazione di immagini, che arrivano al cuore.
Il nostro è il secolo delle immagini e delle comunicazione mediatica (e massiva) di esse: la televisione, il computer, internet, i dispositivi portatili, i cartelloni pubblicitari, i maxi schermi e via dicendo.
Ovunque ti giri – tanto che ormai nemmeno più te ne accorgi – sei bombardato dalle immagini.
Ma che immagini sono?
Se l’immagine delle cose è il volto con cui esse si presentano nella nostra realtà, allora il mondo del cuore è un mondo fatto di sconosciuti, di ignoti (e spesso dall’aspetto poco rassicurante) individui: le immagini che ci assalgono sono esterne a noi, costruite, false, dense di significati intricati, spesso retorici e finalizzati a modificare i tuoi comportamenti e gli stessi pensieri.
Sono immagini che non possono essere elaborate, un po’ come un hamburger di quella famosa catena con la “M” maiuscola come logo, e che quindi rimangono indigeste, bloccate nel nostro cuore a creare un ingorgo chiamato “infarto”.
Ed invece quali sono le immagini che possono essere elaborate?
Come avviene questa “elaborazione”?
Gli “io-più-grandi” e le realtà del cuore
Le immagini “digeribili” – e spesso anche molto gradevoli al palato del cuore, che invece delle cose “buone”, apprezza le cose “belle” – sono quelle che vengono da dentro, quelle prodotte dalla tua ghiandola dei sogni (la pineale), che ti permette l’accesso alla visione dei mondi sottili (le tue Terre di Mezzo).
Connettersi all’immaginazione, lasciarsi andare alle vicende del cuore, vivere le realtà interiori, simili a favole, a racconti mitologici pieni di esseri magici, allora, non è solo un esercizio – come molti tendono a dire – di evasione dalla realtà.
Eh sì, grazie alle espansioni della tua coscienza al di là di questa realtà, dentro i tuoi mondi invisibili ed interiori, permetti – letteralmente – al tuo cuore di espandersi, e lasciare andare un po’ di quelle immagini nocive di cui è pieno.
Fantasticando, leggendo romanzi (magari fantasy come “Le Nuove Terre” o quelli di Tolkien), giocando nella realtà con i tuoi superpoteri – come faceva anche Jodorowsky con i suoi “atti psicomagici” – o esplorando i tuoi io-più-grandi in qualsiasi altro modo, ti permetti di vivere spazi di maggiore libertà e saggezza, dai quali puoi non solo ricevere informazioni utili per affrontare in modo creativo e magico la tua realtà, ma anche una vera e propria guarigione.
E, sotto sotto, il contatto con le tue Terre di Mezzo mette in atto una “riparazione della realtà”, come dice Jane McGonigal (responsabile del Dipartimento di Ricerche per il Futuro a Palo alto). Ma questa è un’altra favola e ne parliamo nel prossimo articolo dal titolo: “Terre di Mezzo e Mondi Invisibili. [3/3 Il potere di guarigione delle Terre di Mezzo]
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