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9 Agosto 2015 By Matteo Ficara Leave a Comment

Scopri il Mandala con “Teoria e Pratica del Mandala” di Giuseppe Tucci

Scopri il Mandala con “Teoria e Pratica del Mandala” di Giuseppe Tucci

Si parla molto di Mandala, oggi. Ma cosa sono? Costruzioni geometriche dell’anima, rendiconti delle forze dell’universo, rappresentazioni dei misteri dell’invisibile. Ce ne parla Giuseppe Tucci, autorevolissimo orientalista maceratese.

Che cos’è un mandala e come funziona?
È stata questa la domanda che mi ha portato a curiosare in Teoria e pratica del Mandala, dell’autorevole Giuseppe Tucci:

“Giuseppe Vincenzo Tucci (Macerata, 5 giugno 1894 – San Polo dei Cavalieri, 5 aprile 1984) è stato un orientalista, esploratore e storico delle religioni italiano. Autore di ca 360 pubblicazioni, tra articoli scientifici, libri ed opere divulgative, condusse diverse spedizioni archeologiche in Tibet, India, Afghanistan ed Iran. Durante la sua vita era unanimemente considerato il più grande tibetologo del mondo” – Wikipedia

Certo, avevo qualche remora, dato che è un testo per chi è un po’ più pratico, sia della filosofia orientale (e delle macro e micro differenze tra buddhismo, scivaismo, induismo) che della loro terminologia (l’introduzione è su “trascrizione e pronuncia”).

Ma è stata comunque una lettura profondamente nutriente, capace di accompagnarmi nella “teoria e pratica del mandala”, dalla sua concezione, fino al rito, portato nel corpo con il respiro.

Sì, perché anche il nostro corpo è un mandala…

 Che cos’è un mandala 

Di certo il mandala è una raffigurazione immaginale e simbolica delle forze dell’Universo. Ma non solo: a seconda della filosofia che ci si avvicina, il mandala può anche divenire una raffigurazione delle forze della psiche individuale:

“sono dunque due le posizioni scelte dal pensiero indiano: da una parte la concezione metafisica la quale postula una realtà immutabile ed eterna cui si contrappone il flusso irreale delle parvenze che sempre divengono; dall’altra parte una costruzione per così dire psicologia del mondo la quale riduce tutto a pensieri ed a relazioni di pensieri, ma questi tuttavia, sebbene effimeri, sono possibili in quanto esiste una forza universa e collettiva che li suscita e li conserva”

Il mio approccio, immaginale, per fortuna somma i due concetti, ma ne parleremo in un articolo a sé stante, anzi probabilmente più d’uno, poiché farò anche il confronto tra il Mandala e Le Stanze dell’Immaginazione®.

 A che cosa serve un mandala 

Da tempo esistono gli psicodrammi, rappresentazioni di drammi sociali o interiori degli individui, attraverso i quali portare a coscienza alcune funzioni profonde. In ambiente olistico, con alcune varianti, hanno preso nome di costellazioni sistemiche e familiari.

Allo stesso modo il mandala serve per rappresentare, rendere grafici, simbolici ed immaginali, i contenuti – le immagini e le forze – della nostra psiche o dell’Universo.

“Dall’irreale conducimi al reale, dalla tenebra conducimi alla luce” – Upanishad I,III, 28

Questo procedere graficamente non è utile solo a “vedere” quanto ci muove o ci sovrasta, ma anche – spesso – ad esorcizzarlo. Un po’ come nelle rappresentazioni teatrali dell’antica Grecia, che – si diceva – avessero potere catartico (purificatorio), fare un mandala aiuta a “tirare fuori di sé” i propri demoni, le paure, le ansie, tutte quelle agitazioni interiori, quelle perturbazioni dell’essere che ti muovono in maniera invisibile.

Ma non solo. Di certo il mandala è anche un potente strumento di conoscenza di sé e delle forze universali: creare un mandala è già – di per sé – una meditazione e su di esso si può fare un lavoro approfondito di ricerca, perché ogni posizione, ogni zona, ogni direzione, sono delle “aree di senso” che danno uno specifico significato alle immagini (ai simboli ed alle forme geometriche) che ci si trovano.

 Come funziona un mandala 

Lo dirò in breve, perché nel libro una lunga parte è dedicata alla spiegazione dettagliata, riportata alle diverse concezioni filosofiche ed a tutta la ritualistica necessaria sia in preparazione, sia durante il lavoro col mandala stesso.

Il mandala funziona “a cascata”. Plotino avrebbe detto ad “emanazioni”, ma insomma, funziona così:

  • al centro viene rappresentato il principio divino a cui si fa riferimento;
  • ci si muove verso l’esterno, vedendo, nelle quattro direzioni, come il divino si manifesta mano a mano che si muove verso la realtà molteplice;
  • si arriva alle quattro porte esterne.

Perché dire “solo” questo del funzionamento del mandala?
Per tre ottimi motivi: in primis perché dire “tutto” in un articolo sarebbe impossibile; in secondo luogo perché solo al curioso saranno disvelati gli altri misteri (basta aggiungere questo libro alla propria libreria: “Teoria e pratica del Mandala”) ed infine perché queste sono le conoscenze di base che ci servono per dire l’ultima cosa e per riportare il mandala nel corpo…

 Il mandala nel corpo 

Il procedere del mandala, dal centro verso l’esterno, ci dà la lettura dall’Uno al Molteplice e ci mostra come queste forze divine, profonde nell’Universo o nella psiche, si trasformino nell’aspetto, fino a divenire la molteplicità delle cose.

Rileggendolo al contrario, invece, secondo il principio del “riassorbimento del reale”, abbiamo le indicazioni, la via, per il ritorno all’Uno dal Molteplice, o – nel caso di rappresentazioni di forze psichiche – il giusto processo di riduzione e ritiro delle immagini, fino al ritorno allo stato di salute, rappresentata dalla “coscienza adamantina (di diamante)”.

Insomma: tutto è forze di natura, di Universo, o della psiche. Difficile dirlo con certezza, poiché tutto è Anima (Psyché) e come tale è sia psiche individua, che forza primigenia.
Rappresentare il proprio cosmo di forze con lo strumento del mandala, trasformando tutto – attraverso il riassorbimento del reale alla sua natura di immagine – in simboli, ci permette un profondo processo di guarigione, attraverso la visione (portare a consapevolezza), la meditazione ed il rito.

Per chiudere: tale processo di riassorbimento del reale, nel corpo, è dato dal respiro.
Ida e pingala, le due nadi, svolgono il processo di creazione delle immagini (dall’Uno al Molteplice) ed il suo riassorbimento (dal Molteplice all’Uno, alla coscienza adamantina).

Ecco perché anche il nostro corpo è un mandala continuo, che manifesta le forze invisibili della psiche, nel piano del molteplice.

 

Per approfondire:

➠ Immaginale (CATEGORIA)

➠ Il Mandala e Le Stanze dell’Immaginazione® (ARTICOLO)

➠ “Teoria e Pratica del Mandala”, Giuseppe Tucci (LIBRO)

➠ Upanisad (LIBRO sapienziale)

 

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Filed Under: Antropologia, Blog, Consapevolezza, Filosofia del Profondo, Filosofia della Specie, Immaginale, Recensioni Tagged With: filosofia, Filosofia del Profondo, Henry Corbin, Immaginazione

Matteo Ficara

Filosofo, Scrittore
Ideatore di Le Stanze dell'Immaginazione®

Mi impegno a scorgere visioni migliori e a narrare prospettive per realizzare un'evoluzione verso la Specie Felice.
Fin dalle caverne abbiamo raccontato chi siamo nelle immagini disegnate e nelle storie narrate. Raccolgo queste storie antiche, decodifico le immagini con cui ci rappresentiamo oggi e mi impegno a pensare futuro.
.
Scopri di più su di me nella BIO.

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MATTEO FICARA
Filosofo, CHO, Futurista
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