
“… senza i singoli pezzi di un carro non vi è alcun carro.
Non desiderare lo splendore rilucente della gemma,
bensì la grezza ruvidità della pietra” – Lao Tzu
Parlando di Filosofia del Profondo è necessario, ad un certo punto, introdurre il discorso sul Tao Te Ching, uno dei libri sapienziali più importanti della cultura orientale (si pensa alla base del “Taoismo”), probabilmente redatto da questo personaggio misterioso chiamato “Lao Tzu” (il vecchio giovane), in cui appaiono moltissimi insegnamenti tra cui quelli sul Wei-Wu-Wei, l'”Agire-Senza-Agire” a cui questo articolo è dedicato.
Di fatto abbiamo detto che una Filosofia del Profondo studia il “non-manifesto”, l’invisibile, anche nel momento in cui agisce, si affaccia e si manifesta nella realtà “di-superficie”, rendendosi visibile. Ed è ora quindi necessario comprendere come questo possa essere possibile e che cosa comporti e significhi, nell’atto pratico.