
“L’identità di un uomo consiste nella coerenza tra ciò che fa e ciò che pensa”
– Charles Sanders Peirce
Ancora una volta la domanda, la ricerca, cade sul ricercatore, su quell’ “IO” a cui siamo così affezionati, a tal punto che talvolta sostituisce, presenta o rappresenta la nostra stessa identità, nonostante passino gli anni e cambino le situazioni.
Certo, difficile guardare una foto del passato con attenzione e dire “sono io” con pienezza, eppure siamo abituati a farlo e quindi riconosciamo in modo inconsapevole che qualcosa permane, resta, si tramanda. Esiste quindi un qualche tipo di coerenza tra quel momento ed ora, che permette di dire “sono io”.
Ma… “io” chi? O “cosa”?