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14 Settembre 2022 By Matteo Ficara 2 Comments

Speranza, immaginazione e futuri. Scopri come aumentare la fiducia nel domani e l’ottimismo.

Speranza, immaginazione e futuri. Scopri come aumentare la fiducia nel domani e l’ottimismo.

La speranza è una forza interiore che permette, anche nei momenti peggiori, di guardare al domani con fiducia. È un’abilità che può essere allenata, grazie all’immaginazione e all’ottimismo.

Momenti difficili capitano a tutti. Sono come delle notti senza luna, in cui è difficile trovare anche solo uno spiraglio di luce. Eppure c’è chi, anche in quei momenti, riesce guardare al domani con fiducia, con la certezza di individuare da dove spunterà l’alba.

Sono persone speranzose, ovvero che hanno la speranza come uno degli elementi portanti del proprio carattere. Sono così, è più forte di loro: hanno una incessante forza interiore che li porta a guardare al domani con sguardo positivo.

E se non fossimo speranzosi? Possiamo allenare la speranza grazie all’ottimismo ed all’immaginazione, che ci aiuta a costruire più prospettive per i nostri possibili futuri.

Prima della speranza

Per lunghi anni non ho amato la speranza, anzi: la vedevo come una dolce menzogna che siamo abituati a mettere sopra a prospettive negative. Una cosa del tipo: “so che andrà male, ma spero di no”.

Poi ho fatto un questionario, nello specifico era quello dei Punti di Forza del VIA Institute (di cui sono poi divenuto trainer), ed è venuto fuori che la Speranza era uno dei cinque punti di forza principali del mio carattere. Ci sono rimasto un po’ male, a dire il vero…

Da lì ho iniziato a studiare più approfonditamente la speranza. Avevo bisogno di conoscerla in un altro modo, di risposte al perché potesse essere un punto di forza e – soprattutto – se era vero che l’avessi.

La speranza

E così è venuto fuori che la speranza è una virtù spirituale riconosciuta, praticamente, in tutte le culture.
Chi spera, a differenza – ad esempio – di chi ha lungimiranza, non guarda lontano, ma… ha una specie di incrollabile fiducia che ci sarà un domani e che sarà migliore. Insomma, le persone speranzose vedono sempre un’uscita dal tunnel.

A quel punto ho dovuto ammettere a me stesso che era vero: anche nei momenti più difficili, ho in me sempre trovato la fiducia per il domani, una luce inestinguibile che ora so si chiamava “speranza”.

La domanda mi è poi venuta naturale: ma chi non ha questa fiducia incrollabile, può allenarla?

Allenare la speranza

Tra le varie indicazioni del VIA Institute (Values In Action – valori in azione), ce ne sono diverse anche per coltivare la speranza. Tra queste, troviamo:

  • un lavoro di auto-consapevolezza per capire meglio che valore ha la speranza per noi (quando l’abbiamo avuta/usata, come ci ha fatti sentire, ad esempio, e raccogliere casi positivi);
  • un lavoro sull’ottimismo, ovvero su quel dialogo interno che commenta tutte le cose (fatti di oggi, come anche prospettive future), dandocene una versione positiva;
  • la possibilità di coltivare il pensiero contro-fattuale, ovvero generare opzioni ed alternative, grazie a pensiero laterale e creatività;
  • l’uso dell’immaginazione, per scoprire prospettive nuove e – anche – per diminuire l’impatto di quelle negative (se e quando ci sono).

Ecco, in questo articolo voglio vedere con te, alcune di queste strategie per allenare la tua speranza.

Punti di Forza ed auto-consapevolezza

Il sistema dei Punti di Forza è estremamente interessante: dopo una lunga ricerca, Seligman, Peterson ed un team di oltre 60 scienziati, hanno trovato che esistono 24 punti di forza riconosciuti in tutte le culture. Li hanno poi raccolti in sei virtù ed hanno costruito il questionario con cui poterli scoprire.

Tutti noi abbiamo i 24 punti di forza, ma… sono i nostri primi 5 a definire il nostro carattere.
Questo vuol dire che quei cinque elementi di valore, sono parte di noi: a differenza dei talenti, infatti, un punto di forza non è qualcosa che sappiamo fare, ma qualcosa che siamo.

Nonostante ciò, è possibile allenare questi aspetti del carattere, proprio in virtù del fatto che tutti li hanno (anche se ne esprimiamo alcuni meglio di altri). Per coltivare la Speranza, le domande principali sono di auto-consapevolezza, ad esempio:

  • nella tua vita cosa ha contributo ad alimentare la tua speranza?
  • che ruolo, la speranza, ha nei momenti sfidanti per te?
  • quando speri, come ti senti?

Domande molto semplici, come vedi, ma – come spesso accade con le domande – che possono dare vita ad un processo di consapevolezza di sé. Il miglior modo per cominciare a coltivare la propria speranza. E se vuoi ti posso accompagnare, con incontri individuali 1-a-1 anche per scoprire i tuoi Punti di Forza:

Speranza ed ottimismo

Differentemente da quanto si potrebbe pensare, l’ottimismo non è un’emozione positiva, ma una specie di predisposizione interna del nostro “dialogo interiore”, che ci porta a vedere le cose “mezze belle o mezze brutte”.

Il bello di questa cosa è che abbiamo il potere di osservare quel dialogo ed intervenire nel suo lavoro di “narrazione della realtà”: il momento in cui i fatti diventano delle opinioni personali, un punto di vista (la PNL la racconta con la frase: “la mappa (percettiva, n.d.r.) non è il territorio”). Qui puoi leggere un articolo per approfondire: https://www.matteoficara.it/siamo-chi-ci-raccontiamo-di-essere-il-potere-del-pensiero-immaginativo-narrativo/

Come lavorare sull’ottimismo? Beh, ci sono una marea di pratiche, alcune veramente molto, molto, molto semplici, come la tecnica dello spiraglio di luce: cercare il lato positivo in tutte le cose, anche nei momenti più bui.

Un altro modo semplice per allenare l’ottimismo è quello del Diario della Gratitudine: segnare ogni giorno 3 cose per cui siamo grati. Questo, secondo le ricerche di Sonja Ljubomirsky, permette di allenare quella parte naturalmente positiva in noi, aumentando l’attitudine di pensiero verso il positivo e, con essa, anche quel dialogo interiore che fa la differenza tra ottimismo e pessimismo.

Ti ricordo che la Ljubomirsky è la stessa ricercatrice che ha scoperto “le percentuali della felicità”, ovvero ha scoperto che la nostra felicità è fatta da:

  • al 50% genetica. La nostra predisposizione nel vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto;
  • al 10% gli eventi esterni, che ci capita di vivere;
  • al 40% dalle nostre “azioni intenzionali”, ovvero tutto quello che scegliamo di fare. Comportamenti, abitudini, decisioni, pensieri ed emozioni. Tutto questo ci permette di costruire la nostra felicità e…

Nel caso che fossimo pessimisti di natura, comunque allenarci con azioni positive (come il Diario della Gratitudine), sposta il focus della nostra attenzione e dell’energia, aiutandoci a costruire la felicità. Se vuoi approfondire questi temi, qui trovi un bell’articolo sulla Scienza della Felicità.

Dell’ottimismo ho parlato anche, dando consigli e pratiche per coltivarlo, in Vivi365, il programma di benessere di un anno, che ho realizzato con la mia consorte Lara Lucaccioni ed in cui abbiamo messo tutto il nostro meglio.

Il pensiero contro-fattuale

Una delle cose che accade nella mente di una persona speranzosa ed ottimista, quando vive situazioni difficili, è che mette in atto, tra sé e sé, il pensiero controfattuale, chiedendosi: “E se non fosse così?”.

Quella particella “e se…?”, pur essendo piccolina, è potentissima: permette di aprire una porta di fianco anche sui tunnel senza luce in fondo e senza (apparente) uscita, perché da inizio ad un modo di pensare laterale, creativo, che ci fa spostare lo sguardo.

Spostando lo sguardo, la nostra attenzione vola via dal problema ed attera su… alternative. Certo a volte sono irraggiungibili, irreali, fantasiose, ma… continuando a lavorarci, a portarci l’attenzione, alla fin fin fine, quello che accade è che il nostro problema – magicamente – non solo ci appare più piccolo, ma non sembra nemmeno più un problema.

Usando questa pratica di pensiero, accade una specie di “reframing”: l’idea pessimistica che avevamo, quella senza via d’uscita, ad un certo punto non solo non è più l’unica, ma piano piano diventa sia meno probabile, tra le tante, ed infine quasi irreale.

Inoltre, fatto bene, pensare in modo contro-fattuale è estremamente divertente! D’altronde puoi giocare con le possibilità, almeno in un primo momento, perché quando c’è poi da passare all’azione, hai bisogno di idee che siano realizzabili.

Usare l’immaginazione

Non potevo non parlare di immaginazione: dopo oltre 12 anni di ricerca e più di 6000 ore di pratica, il pensiero per immagini è – per me – la soluzione a qualsiasi cosa (o quasi).

Negli ultimi anni, poi, ho avuto modo di addentrarmi nei territori dei futures studies, gli studi di futuro, in cui la fase immaginativa è importantissima: ci permette di scoprire possibilità, con anticipo, per poi poter mettere in atto le giuste strategie per realizzare i futuri preferibili ed evitare quelli spiacevoli.

Coltivare la speranza con l’immaginazione è semplicissimo: basta chiudere gli occhi, fare il proprio viaggio di Andata e Ritorno, ed andare a scoprire orizzonti nuovi. Se col pensiero contro-fattuale puoi generare una serie di alternative, col pensiero per immagini – invece – superi il confine del problema.

Quello che puoi generare con la creatività, si rifà comunque molto a quello che conosci, alle informazioni che hai della situazione e delle opzioni possibili. L’immaginazione, invece, lavorando attraverso uno stato di coscienza diverso, ti permette di accedere a luoghi di coscienza e di conoscenza altri.

Immaginare ti permette di scoprire cose che prima non sapevi e che non potevi pensare altrimenti. Questo accade, però, solo se usi le pratiche immaginative della contemplazione, metodo che ho descritto in parte in “Andata e Ritorno“.

Posso aiutarti col pensiero divergente ed immaginativo sia con gli incontri 1-a-1.
Oppure puoi impararli, li insegno in Vivi365

Sperare nella speranza

Ecco, giunto alla fine di questo articolo, non mi resta che sperare: sperare che in queste righe tu abbia trovato quello che cercavi o qualcosa – comunque – di utile per te e lo sviluppo del tuo potenziale e della tua felicità.

Ti è piaciuto? Condividilo!

Filed Under: Blog, Consapevolezza, Contemplazione, Felicità, Filosofia del Profondo, Futuro, Immaginale, Pensiero Divergente, Pensiero Visionario Tagged With: Filosofia del Profondo, Futuro, Immaginazione, Pensiero, speranza

Matteo Ficara

Filosofo, Scrittore
Ideatore di Le Stanze dell'Immaginazione®

Mi impegno a scorgere visioni migliori e a narrare prospettive per realizzare un'evoluzione verso la Specie Felice.
Fin dalle caverne abbiamo raccontato chi siamo nelle immagini disegnate e nelle storie narrate. Raccolgo queste storie antiche, decodifico le immagini con cui ci rappresentiamo oggi e mi impegno a pensare futuro.
.
Scopri di più su di me nella BIO.

Comments

  1. Donata says

    29 Novembre 2022 at 19:49

    Grazie Matteo per aver parlato di speranza perché se ne sta perdendo il senso funzionale e costruttivo della parole sia in termini di benessere indivuduale che di benefici del sistema universale. Grazie per le pratiche che diffondi e condividi con Lara.

    Rispondi
    • Matteo Ficara says

      7 Dicembre 2022 at 1:24

      Grazie a te, Donata!
      Per dedicare tempo ai miei articoli ed apprezzarli ^_^

      Rispondi

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MATTEO FICARA
Filosofo, Scrittore
Ideatore di Le Stanze dell’Immaginazione

Nel 2010, seguendo gli Spiriti Guida indicati da Igor Sibaldi, scopro Le Stanze dell’Immaginazione, pratica di espansione di coscienza e ampliamento del pensiero.

Le ricerche sul tema Immaginazione mi portano ad approfondire i territori della narrazione, come il mito, la fiaba e il mondo del fantastico; e le regioni del pensiero, dalla filosofia esoterica a quella accademica, approfondendo temi come il pensiero visionario, quello riflessivo, critico e strategico.

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