
Il senso del vivere non è un dettaglio nascosto in un mosaico più grande, ma qualcosa che si può definire, inseguire e realizzare ogni giorno. Se lo facciamo, diventiamo più felici e viviamo con maggiore pienezza.
Le ricerche sul “meaning”, sul senso del vivere, sono ormai moltissime. Ce ne sono diverse che riportano dei concetti che ritornano e che possono essere riassuntivi di ciò che contraddistingue questo “senso”, come ad esempio: il fatto che sia più importante della felicità edonica, che non sia lontano dalla vita e che si possa realizzarlo.
Di fatto il senso è qualcosa che possiamo definire e portare a termine, con piccoli passi ogni giorno.
Cos’è il “meaning”
La parola inglese “meaning” indica il “senso di vivere”.
Possiamo tradurla anche come “motivo”, che – devo dire – è un termine che amo molto e che ci aiuta a vedere, in quel “senso”, qualcosa che a volte risulta più chiaro: un motivo appunto, un’energia che “muove”. Qualcosa che ci chiama ad agire.
Il senso è in ciò che scegliamo consapevolmente di fare.
Non una “missione dell’anima”, quindi. Non un “destino” immutabile, ma qualcosa che possiamo definire, scegliere e agire consapevolmente ogni giorno. Qualcosa che, per noi, HA SENSO e al quale decidiamo di dedicarci. Questa dedizione, poi, DÀ SENSO al nostro vivere.
Riporto da un articolo su GreaterGood:
Viktor Frankl ha affermato che “ciò che conta non è il significato della vita in generale, ma piuttosto il significato specifico della vita di una persona in un dato momento”. In altre parole, il significato si manifesta in ciò che scegliamo attivamente e consapevolmente di fare nella nostra vita.
Sperimentare un significato nella vita è una domanda concreta che ha tutto a che fare con le nostre priorità, con il modo in cui trascorriamo il nostro tempo: al lavoro o nel gioco, con gli altri o da soli, in competizione o nel servizio.
Frankl argued that “what matters is not the meaning in life in general, but rather the specific meaning of a person’s life at a given moment.” In other words, meaning manifests in what we actively and consciously choose to do with our lives. Experiencing meaning in life is a concrete question that has everything to do with our priorities, with how we spend our time—at work or at play, with others or alone, in competition or in service.
Cosa scegli?
Prendi una manciata ampia di prospettive, di idee piene di vita, di speranza, di desiderio. Qualcosa che, quando lo pensi, lo vedi, lo senti, ti fa vivere intensità. Prendi una manciata con entrambe le mani, poi scegli. Seleziona con cura, scarta tutto ciò che non contiene emozione pura: gioia, gioco, vita, piacere, amore, vastità.
Tienine sempre meno: da 20 a 10, da 10 a 4. Lasciale tutte e poi prendine una, una sola. Cos’è?
Quello che resta dovrebbe essere l’immagine di una pienezza.
Il senso è pienezza.
Se il senso è pienezza, non può essere solo uno scopo. Mi piace, a tale riguardo, l’opera di Emily Esfahani Smith, che mette insieme quattro temi, sotto la ricerca del senso: lo scopo, le relazioni, la narrazione e la trascendenza. Mi piace la sua idea perché va incontro a quel tema di “pienezza” che una sola di quelle voci non poteva assolutamente sostenere.
Benefici del Senso
Il Senso, per te, ora.
Certo qui non si tratta del SENSO DELLA VITA, quello che è inciso, invisibile, nel lato oscuro della domanda più antica del mondo – quella domanda da cui nacque tutta la filosofia. Si parla di trovare “il senso della vita per me, in questo momento”.
I benefici di rendere prioritario il Senso, nella nostra vita.
Pninit Russo-Netzer ha voluto portare avanti uno studio per verificare la teoria di Frankl. Cosa ha scoperto?
Ha scoperto che dare priorità al senso incide su:
- soddisfazione della vita,
- felicità,
- emozioni positive,
- senso di coerenza,
- gratitudine.
Come rendere prioritario il Senso
Cosa dice lo studio.
Lo studio di Russo-Netzer si basava in parte su quella di Lahnna Catalino, intitolato “Prioritizing Positivity“, da cui si poteva vedere come, rendere prioritaria la felicità, poteva avere effetti positivi, ma anche negativi: quando c’era il tentativo di “essere felici sempre” (in qualche modo negando il lato negativo della vita e le correlate emozioni), si aveva un peggioramento nel sentimento di felicità.
La Scienza della Felicità.
Naturalmente la Scienza della Felicità non è questo: non è negazione della negazione; bensì ricerca a 360° di visioni e pratiche che ci possono permettere di migliorare la nostra condizione di felicità. Di fatto la conclusione dello studio porta a comprendere che, per essere più felici, possiamo “controllare le nostre azioni, piuttosto che le nostre emozioni”.
Se scegli bene le tue pratiche, quindi, puoi essere più felice.
E se le tue pratiche hanno senso, puoi avere un maggiore sentimento del senso del vivere.
“Attraverso la mia analisi, ho scoperto che erano entrambi correlati a molti degli stessi benefici, sebbene vi fossero alcune differenze. Solo le persone che tendevano a dare la priorità al significato avevano un maggiore senso di significato e gratitudine, mentre quelle che tendevano a dare la priorità alla positività erano meno depresse”
Through my analysis, I discovered that they were both related to many of the same benefits, although there were some differences. It was only people who tended to prioritize meaning who had a greater sense of meaning and gratitude, while those who tended to prioritize positivity were less depressed.
Come rendere prioritario il Senso.
Le osservazioni sono molto semplici e concrete:
- se qualcosa per te ha valore, dedicagli tempo, attenzione ed energia ogni giorno
È estremamente importante che non si crei un divario tra le idee e la realtà. Quante volte pensiamo o ricordiamo l’importanza di qualcosa a cui poi, durante il giorno, dedichiamo poco tempo? Ecco: quando organizziamo la giornata, dobbiamo fare in modo di ritagliare tempo per questo “qualcosa” che ci nutre di significato.
Magari seguendo le direzioni indicate dalla Esfahani Smith: relazioni, scopo, narrazioni e trascendenza.
. - prendersi tempo per “settare la propria bussola interiore”.
Personalmente faccio un lavoro di revisione di valori, visione e proposito, almeno trimestralmente. Mi aiuta a ri-settarmi e a comprendere se ho perso la bussola. Questo è uno dei lavori utili, da farsi, per aumentare la percezione del Senso e, eventualmente, rimettersi in carreggiata.
. - riportare l’attenzione al senso di “ogni” azione.
Possiamo usare una piccola serie di semplici domande (un potentissimo veicolo per guidare la nostra attenzione dove vogliamo), quando ci troviamo ad agire. Cose tipo: “in che modo, questa cosa, è importante per me?”.
Il tuo “+1 di felicità e consapevolezza”.
L’ultimo invito che ti faccio, ora che hai in mano una piccola serie di azioni e suggerimenti da applicare fin da subito, per rendere prioritario il Senso, nel tuo vivere, è quello di avere cura di te.
Un passaggio brusco non è mai una buona soluzione, quindi usa la gentilezza: il lavoro richiede tempo e pazienza, anche perché le cose cambiano con noi, nel tempo. E – soprattutto all’inizio – magari può capitare di trovarsi non allineati.
A questo punto l’invito che posso farti è semplice: non pensare al tempo che è già passato, quello senza allineamento; ma guarda avanti e pensa al tempo che puoi dedicare, da adesso in avanti, a ciò che ha Senso.
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