
La Filosofia è una via di salvezza da recuperare: permette un pensiero a lungo raggio, contro la cecità dei tempi; di risvegliarsi a ciò che è, grazie alla meraviglia; di conoscere “oltre”, grazie all’Immaginazione. E… fa Specie.
Non ho amato la Filosofia subito: nel terzo anno di superiori, al liceo scientifico di Recanati, il mio primo approccio con la filosofia fu pessimo.
Capitò anche in un momento in cui ero stanco: dopo anni da studente modello, volevo vivere. Fu infatti l’unico anno in cui presi la bocciatura. Poi però feci un incontro che risvegliò in me la meraviglia, quell’interesse magico alle cose, che fonda la ricerca filosofica e che mi portò all’Immaginazione.
Fu l’incontro col mio primo maestro, una donna che mi riportò alla vita da un momento difficile. Colgo occasione per ringraziarla ancora, anonimamente – non vuole che citi il suo nome.
Ma ora torniamo a noi e vediamo insieme il senso e l’utilità della Filosofia, tra la Meraviglia e l’Immaginazione.
Meraviglia e Filosofia
Partiamo da qui: Platone diceva che la Filosofia è soprattutto meraviglia.
È meraviglia perché quando si è meravigliati ci si ritrova di fronte ad un confine della conoscenza: c’è qualcosa che non ti aspettavi (sorpresa), che non conosci affatto (stupore, radice che troviamo anche in “stupido”) ma che ti attrae perché ha in sé qualcosa di naturalmente bello (meraviglia).
Personalmente trovo questa definizione molto poetica, quasi magica (e infatti amo profondamente i miti, che sono poetici). Magico/poetica fu anche la mitologia, il nostro primissimo tentativo umano di fare filosofia, ovvero di comprendere la natura invisibile di un fenomeno.
Tra meraviglia e filosofia funziona così: ti trovi innanzi a qualcosa di mai visto prima, per te attualmente inspiegabile. Può spaventarti o attrarti, ma in ogni caso inizierai a chiederti “cos’è?”. O comunque ti farai un sacco di domande.
Per anni ho sentito dire che la domanda della filosofia è il “perché?” delle cose, ma per me non lo è mai stata: se trovo qualcosa che mi affascina, voglio sapere cos’è, com’è fatto e – solo alla fine – perché. Di fatto sono per una filosofia pragmatica, che sia utile subito, non per quella solo teoretica (solo ragionata, insomma).
Quindi, per riassumere:
meraviglia = scoperta di un confine
filosofia = ricerca, per andare oltre
Filosofia e Immaginazione
Immaginazione e Filosofia sono tra loro profondamente legate, da sempre. In parte perché l’Immaginazione è uno dei temi più sondati dalla filosofia, in parte – e soprattutto – perché l’Immaginazione in qualche modo è filosofia, o quantomeno è un modo di fare filosofia.
È proprio con questa facoltà che possiamo colmare non solo le mancanze di una filosofia prettamente teoretica, ma anche valicare il confine e rispondere a quelle domande nate con la meraviglia: lì dove si ferma la ragione e ogni apparato del mentale, inizia il pensiero.
Vasto come un oceano e libero dal mentale, anche il pensiero ha però un suo confine, quello del comprendere. Al di là del capire mentale e del comprendere del pensiero, c’è solo il vedere dell’Immaginazione.
Ecco perché il mito fu la prima filosofia: era un modo di pensare nuovo e diverso, perché non lavorava per concetti, ma per immaginazione.
Il senso e l’utilità della Filosofia, tra Meraviglia e Immaginazione
L’arte sottile della filosofia, il suo senso e l’utilità massima che essa può avere (per me), non è tanto quello di fornire delle risposte, quanto quello di mantenere vivo l’approccio alla vita, al mondo e alla conoscenza.
Se immagino la Filosofia, è una “Moneta”, una dea ammonitrice che mi esorta a “non fidarmi mai”, a “scoprire tutto ex novo, come se fosse la prima volta”, a “non mettermi in testa conoscenza, ma esperienza nelle gambe”. Mi invita a camminare passi in mondi nuovi e invisibili, a cavalcare forme e contenuti. Mi esorta non a sapere, ma a divenire.
Oggi, in un’epoca dalla risposta precompilata, facile, confezionata online, forse abbiamo bisogno di quest’arma della Filosofia. Abbiamo bisogno di tornare a meravigliarci delle cose, per ri-conoscerne il senso al di là di quel che abbiamo appreso. Forse abbiamo bisogno di navigare oltre i confini per vedere nuove prospettive da realizzare, perché quelle che già conosciamo – in qualche modo – hanno fallito. A me sembra questo il senso profondo, l’utilità, della Filosofia.
Una Filosofia che nasca dalla Meraviglia, una Filosofia del Cuore, che contempli non solo il sapere razionale, una Filosofia che indaghi il Profondo e che abbia come meta un orizzonte nuovo per la Specie.
Per approfondire:
➠ La Meraviglia (ARTICOLO)
➠ Filosofia del Cuore (ARTICOLO)
➠ Pensiero (ARTICOLO)
Lascia un commento