
Giudichi mai persone ed eventi senza aver ascoltato la loro storia e aver utilizzato la loro prospettiva? Questo rende difficili le relazioni. La scienza conferma che l’ascolto di storie e il cambio di prospettiva aiutano ad aumentare l’empatia tra le persone.
Sono da tempo affascinato allo storytelling, che io chiamo più semplicemente “narrazione”, e dalle possibilità che dà: tutta la nostra vita, sotto sotto, è una narrazione e lo sono anche le relazioni che viviamo ogni giorno.
Conoscere le storie, le nostre e quelle degli altri, migliora la vita e aumenta l’empatia. Lo dice la scienza.
Storytelling
Che cosa vuol dire “storytelling“? Raccontare storie, letteralmente. Io preferisco usare il termine “narrazione”, dato il suo senso di “far conoscere”, ma comunque cambia poco.
Lo storytelling ha guadagnato uno spazio enorme nel mondo di oggi: dalla produzione letteraria, fino al marketing e alla vendita di prodotti. Saper raccontare significa saper conquistare qualcuno, emozionarlo e magari anche portarlo a fare un’azione piuttosto che un’altra.
Possiamo notare che oggi anche il mondo delle organizzazioni ve verso un maggiore “telling” della propria storia aziendale. E di certo anche tutto il fenomeno del social network si appoggia in parte sul fatto che le persone vogliono – e ora possono – raccontare di sé al mondo.
Se ti interessa l’argomento, trovi qualche articolo su una delle più famose strutture narrative mai identificate (e poi usate) dall’uomo, chiamata “Il viaggio dell’Eroe“ e ideata da Campbell, in una ricerca sulla “meta-struttura narrativa” di tutti i racconti, che fossero miti, fiabe, romanzi, film e anche la nostra stessa vita.
Ora, però, torniamo alla narrazione al rispetto e all’empatia.
Rispetto ed Empatia
Sul Rispetto ho scritto diverse volte (di fatto puoi anche scaricare l’ebook gratuito delle Lezioni di Filosofia, cliccando qui), ma riassumendolo si potrebbe definirlo come: la capacità di vedere l’altro secondo la sua immagine di sé e non quella che abbiamo deciso noi (da re-species = ri-vedere il volto).
Si comprende subito il collegamento tra storytelling e rispetto: prima di mettere sull’altro il nostro giudizio, una specie di etichetta con cui lo categorizziamo (spesso in meno di 10 secondi), diamogli la possibilità di rivelarci la sua storia.
Dare agli altri la possibilità di narrarsi e a noi stessi l’occasione di metterci per qualche istante nei panni altrui, di provare a vedere il mondo da un’altra prospettiva, genera empatia. Ci avvicina, in definitiva.
Lo dice anche la scienza: in particolar modo le ricerche di Paul Zak.
Gli studi messi a disposizione sono moltissimi e non solo di Zak, di cui in particolare mi ha colpito un articolo “riassuntivo” (e narrativo, of course) su Harvard Business Review (2014), ma anche di altri, come quello di Rebecca Saxe, sul potere del cambio di prospettiva (su ScienceDirect).
Riassumendoli molto (moltissimo), possiamo dire che gli effetti del cambio di prospettiva e dell’ascolto di storie altrui, aumentano l’empatia. Perché? Perché siamo fatti di storie e ascoltare una storia altrui, vedere il mondo attraverso occhiali altri, ci permette di vivere un pezzo di vita “non-nostra”, ampliando la conoscenza e le prospettive, permettendoci di motivare atteggiamenti, comprendere scelte e decisioni, vivere con maggiore forza emotiva le esperienze che l’altro porta con sé.
Quando ascoltiamo un racconto, una fiaba o un mito, d’altronde, ci incarniamo nell’eroe. Lo stesso avviene quando sentiamo raccontare storie altrui: per qualche momento sparisce il confine tra l’io e il tuo e si diventa un “noi”.
Per approfondire:
➠ “Storytelling: gli effetti sul cervello – Paul Zak” Harvard Business Review (ARTICOLO ESTERNO – ENG)
➠ “Il potere del cambio di prospettiva – Rebecca Saxe” ScienceDirect (RICERCA – ENG)
➠ “Cosa accade quando ascoltiamo storie” GreaterGood (ARTICOLO ESTERNO – ENG)
➠ “Cosa accade quando mi racconti la tua storia e ti racconto la mia” GreaterGood (ARTICOLO ESTERNO – ENG)
➠ “Ebook gratuito sul Rispetto”, matteoficara (EBOOK GRATUITO)
➠ “Storytelling: il viaggio dell’Eroe“, matteoficara (ARTICOLO)
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