
Tra soddisfazione e realizzazione c’è una bella differenza: la prima riguarda ciò che facciamo, la seconda ciò che siamo. Sembra che trovare un proposito, sapere accedere ai propri stati di flusso e conoscere, mettendoli in atto, i punti di forza, siano tre elementi che ci aiutano – oggi – a sentirci più realizzati.
Il nostro momento storico sarà forse anche ricordato come il momento di passaggio da una visione egosistemica ad una ecosistemica, dove il “proposito” ha guidato non solo individui, ma anche organizzazioni, a cambiare passo e a lavorare in modo diverso, producendo benessere diffuso.
Si parla molto di “purpose economy“, con i suoi pro e contro. Si parla meno – invece – dell’importanza degli stati di flusso e dei punti di forza, che hanno comunque alla loro base interessanti studi e ricerche che ne dimostrano l’utilità per raggiungere la propria realizzazione. Vediamoli …
Punti di forza
Talenti e non solo.
Ho parlato più volte dei Punti di Forza, anche in alcune dirette. Li ho incontrati spesso nel cammino di ricerca e li ho anche inseriti all’interno del videocorso sullo Scopo attraverso la filosofia giapponese dell’Ikigai, sotto la macro area dei Talenti.
Di fatto, se vogliamo, un Punto di Forza ha qualcosa a che fare con un Talento: quest’ultimo è qualcosa che sappiamo fare bene ed in modo naturale, qualcosa di molto prezioso, di cui spesso non ci rendiamo nemmeno conto (apposta perché ci viene bene e senza sforzo), il primo è qualcosa su cui possiamo fare affidamento, che ci dà forza quindi.
Punti di Forza e Virtù.
Se facciamo una rapida riflessione ci accorgiamo subito (anche grazie all’etimologia), che un punto di forza equivale a quella che una volta era la teoria della virtù greca. D’altronde virtus significa proprio “forza del corpo” (virilità). Quindi: sono quel qualcosa che non solo ci rende forti, ma ci dà forza, ci fa stare bene, ci fa “essere umani migliori”.
Punti di Forza e Seligman.
La ricerca di Seligman, lo ha portato ad individuare ben sei virtù, che sono non solo sopravvissute al tempo, ma anche allo spazio (ovvero sono riconosciute in più culture) alle quali lega alcuni punti di forza (24 in tutto).
Puoi scoprire i tuoi punti di forza partecipando al suo test “VIA character” (è gratuito e se clicchi su “English”, puoi metterlo in italiano).

Mi hanno colpito molto, in “Fai fiorire la tua vita“, quelle che Seligman indica come le caratteristiche di un Punto di Forza:
- senso di appartenenza e autenticità (“Il vero io”);
- sensazione di eccitazione quando viene usato, specie all’inizio;
- rapida curva di apprendimento quando viene messo in pratica;
- desiderio di trovare nuovi modi per usarlo;
- sentimento di inevitabilità (“Provate a fermarmi”);
- rinvigorimento, anziché spossatezza, mentre lo esercitate;
- creazione e perseguimento di progetti personali incentrati su di esso;
- gioia, soddisfazione, entusiasmo, persino estasi, mentre lo usate.
Stato di flusso
Stati di Flusso.
C’è un TED famoso, dello psicologo Mihaly Csikszentmihalyi, dove viene data una bellissima definizione di Flow (ovvero lo “stato di flusso”), inteso come: lo stato che ogni essere umano è in grado di raggiungere quando è impegnato in qualcosa che lo attiva (accende, appassiona) e lo motiva profondamente.
Stati di Flusso e Punti di Forza.
Nella sua definizione, quindi, lo stato di flusso assomiglia molto ad alcune caratteristiche che Seligman individua nel Punto di Forza:
- gioia profonda, sensazione quasi di estasi,
- grande attivazione,
- ricarico di energia (piuttosto che spossatezza),
- desiderio di farlo ancora e ancora,
- apprendimento rapido.
Flow e Gioco.
Un’altra cosa curiosa, che non riesco a non dire, è che il miglior “ambiente” in cui possiamo vivere lo stato di flusso è quello del gioco. Inteso nel senso di “giocare”, magari insieme ad altri. Anche questo mi riporta al videocorso sullo Scopo, dove tutta una seconda sezione di lavoro, è dedicata ad individuare quello che ci piace, che ci risulta essere “piacevole” anche nel senso di “giocoso”.
Proposito
Proposito personale.
C’è un bellissimo articolo su IlSole24Ore, che ha dato un po’ il via a queste mie riflessioni, in cui si parla dell’utilità del conoscere il proprio proposito personale. È un articolo inserito nell’inserto “management”, il che fa molto riflettere su quanto, oggi, sia importante individuare il proposito e poi esprimerlo, anche in ottica organizzativa, manageriale e aziendale.
Proposito e Scopo.
Per capire di cosa stiamo parlando, cito solo brevemente una differenza fondamentale tra Scopo e Proposito: lo scopo è una sorta di visione grande, ampia, delle cose (“il mondo che vorrei”), mentre il proposito è più ciò che ognuno di noi farà per realizzare quella visione (pro-positum, ovvero “posto innanzi”).
Utilità del Proposito.
Ho recentemente scritto un articolo sui benefici del conoscere il proprio proposito, in particolar modo legati allo stress ed al burnout. Tra questi è interessante notare come ci siano delle somiglianze con le caratteristiche appena viste per Punti di Forza e Flusso:
- appartenenza ed autenticità;
- sensazione di gioia ed entusiasmo;
- desiderio di fare e dare di più;
- engagement profondo (attivazione).
Realizzarsi in tre passi
Realizzazione.
Ho sempre amato guardare a questo termine con un occhio giocoso tale da farmelo leggere come un “diventare re”. Re di se stessi, dei territori delle proprie possibilità espresse e da scoprire. Credo, infatti, che la realizzazione non sia un obiettivo, ma un luogo, un luogo della propria coscienza, che possiamo non solo raggiungere, ma anche visitare.
Possiamo scoprire possibilità sempre nuove, in particolar modo grazie alla contemplazione immaginale, ed idee entusiasmanti, che ci riempiono il cuore e ci danno voglia di fare, di andare nel mondo per portare contributo e migliorare le cose.
Il Proposito Personale, per me, è qualcosa di trasversale e molto netto, che non si identifica con un solo progetto o un’idea, ma che – anzi – ci permette di sentire più idee e progetti come rispondenti a quello che siamo e verso cui aspiriamo, guidandoci verso una fioritura possibile in più direzioni.
Ti faccio un esempio: attualmente ho inquadrato il mio proposito in una frase “migliorare i sistemi di pensiero e del vivere con cui entro in contatto”.
Molto netto, ma anche ampio al punto da permettermi di portare i miei Punti di Forza, in modo giocoso e in pieno stato di Flusso, in più ambienti possibili, così da riempire il mio essere e sentirmi realizzato non al raggiungimento di un traguardo, ma mentre seguo il mio cammino.
E il tuo, qual è?
Lo ammetto: non avevo ancora idea di tutte queste interrelazioni, quando ho creato il videocorso sullo Scopo, ma sembra fatto apposta per aiutarti a rispondere a queste domande. Se ne hai curiosità, lo trovi qua: ikigai-video-corso
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