
Ogni mito racconta qualcosa che sta al di là delle parole. Ogni mito racconta di noi. Prometeo parla di conoscenza e obbedienza, insegna come poter scoprire quello che sta al di là della logica, la conoscenza degli dèi.
Prometeo, incatenato al monte, legato ad un fato di sofferenza eterna. Forse è questa l’immagine che più resta impressa di questo Titano e delle sue gesta, eppure il suo mito racconta di più: le scelte di chi ha sacrificato se stesso per portare una conoscenza proibita – quella degli dèi – agli uomini.
Sicuramente è il racconto mitologico che ho amato più di tutti e in qualche modo è anche il mio mito.
Sarà anche il tuo?
Il mito di Prometeo
Non ti racconterò tutto il mito, anche perché questo genere di racconti spesso non ha una sola versione, ma mi soffermerò sulle immagini più potenti e conosciute.
In primis diciamo che Pro-meteo, significa “colui che vede prima”, “colui che riflette prima degli eventi”.
Un immaginatore, insomma.
Prometeo è il titano che rubò il fuoco degli dèi, per portarlo agli uomini.
Per questo atto, Zeus lo fa incatenare ad un monte, laddove un’aquila gli avrebbe divorato il fegato, che poi si sarebbe rigenerato, così da permettere all’aquila di ricominciare, in eterno.
Quello che in pochi sanno è che Zeus chiese proprio a Prometeo di creare l’uomo.
Il titano plasmò l’uomo dal fango e lo animò col fuoco.
Quando Zeus diede a Prometeo e a suo fratello Epimeteo (colui che riflette / rimugina dopo i fatti, gli eventi) il compito di distribuire delle qualità agli umani, Prometeo decise di rubare intelligenza e memoria dallo scrigno di Atena e di donarceli.
Accaddero molti altri fatti, tra cui il momento in cui Prometeo ingannò Zeus, nella scelta della ripartizione di un bue.
A seguito di questa azione, Zeus infuriato tolse agli uomini il fuoco, che poi Prometeo recuperò.
Il seguito lo conosciamo.
A conti fatti, quindi, al di là delle molte narrazioni, è certo che Prometeo fu sempre dalla parte degli esseri umani.
Resta chiaro che ci donò (o restituì) il fuoco e che, per questo, fu punito.
Accade qui, nella mitologia greca, qualcosa che troviamo anche in uno dei miti d’origine cristiani: la cacciata di Eva ed Adamo dall’Eden. I due avevano “colto il frutto proibito” dall’Albero della Conoscenza (del Bene e del Male) e c’era il rischio che “sarebbero diventati come noi”, dice Yahweh – esattamente come teme Zeus per gli uomini col fuoco – e allora… la punizione.
La conoscenza proibita
Un mito non ha una lettura, ha delle possibili letture, delle ispirazioni, dei giochi che si possono fare rileggendo e riflettendo su tutti gli aspetti e le tante micro-narrazioni che sono comprese in esso.
Mi piace pensare che quel “fuoco” che Prometeo ci ha donato (o restituito) sia la conoscenza.
Una particolare forma di sapere, vietato all’essere umano, una “conoscenza dell’aldilà”.
O quantomeno un modo di pensare che permette anche ad un essere umano, di vivere e scoprire quello che è “al di là”.
Ma al di là di cosa? Di un modo di pensare chiuso e ristretto che resta al di qua dell’Olimpo e dei cieli, degli orizzonti più sagaci, dei futuri.
Forse la filosofia antica avrebbe chiamato “fisica” il modello di pensiero dell’ “al di qua” e “metafisica” il pensiero capace di andare oltre. Io, personalmente, li considero semplicemente: ragione (e logica) e pensiero (e immaginazione).
Il tuo mito
Sarà perché l’ho sempre amato molto, sarà perché ho avuto qualche problema legato al fegato, sarà perché mi sento legato alla conoscenza ed alla visione… insomma: ho sempre sentito Prometeo come “il mio mito”.
D’altronde insegna che possiamo andare a prenderci una conoscenza “proibita”, se cambiamo modo di pensare e, uscendo dalla logica, accediamo agli spazi immaginali del pensiero analogico.
In qualche modo Prometeo mi ha sempre ispirato e guidato: andare a scorgere quella luce, quella conoscenza, che magari altri non vedono, e portarla nel mondo. È l’espressione massima del filosofo e del ruolo di tutta la filosofia: pensare oltre gli schemi e poi condividere.
È anche quanto esprime Platone nel suo “mito della caverna”, insomma.
E tu? Questo mito lo hai sentito tuo? Ce ne sono altri che senti importanti per te?
Puoi scriverlo nei commenti, se vuoi.
Davvero interessante e meraviglioso il tuo pensiero
Sono felice che tu abbia trovato interessante il mio contributo!
Grazie di averlo letto ed apprezzato ^_^