
Di Peter Pan sono famosi molti racconti, ma in pochi conoscono la sua vera identità: principalmente conosciamo il racconto Disney e, quindi, la sua “ombra”, quella che Wendy gli ricuce. Esiste però una versione più “antica” di Peter, quasi mitologica…
Scrivere un “solo” articolo su Peter Pan è veramente difficile. Ecco perché ho scelto di lasciare spazio ad altre possibili scoperte, esplorazioni, navigazioni nel mondo onirico di questo particolare personaggio delle favole: potrebbero esserci altri articoli sui segreti di Peter Pan.
Prima di conoscere il segreto di oggi, l’ombra di Peter Pan, è bene conoscere Peter stesso: la sua prima apparizione nella letteratura avviene in “The Little White Bird” (“L’Uccellino Bianco”), una specie di romanzo rosa pubblicato il 1902; ma la sua fortuna volle che le successive pubblicazioni di James Matthew Barrie (suo “padre”) furono interamente dedicate a lui ed alle sue avventure: Peter Pan nei Giardini di Kensington, Peter e Wendy ed infine la fortuna di Peter Pan, per come in molti lo conosciamo, è dovuta al lavoro di Disney (1953).
Di Peter Pan si potrebbero dire moltissime cose, a seconda della domanda che ci guida:
Perché insegue la sua ombra?
Dove (o come) ha imparato a volare?
Come è finito sull’Isola che non c’è?
Chi sono i Bimbi Sperduti? Perché Peter ne è la guida?
Perché viene spesso rappresentato con lo “zufolo”?
Ma soprattutto: perché si chiama proprio Peter Pan?
L’identità segreta di Peter Pan
“Chiedi a tua madre se sapeva dell’esistenza di Peter Pan quando era piccola e lei ti dirà, “Ma certamente, bambino mio”. Chiedile ora se cavalcava la capra a quel tempo. E lei risponderà: “Ma che domanda strampalata. Certo che cavalcava la capra!” – L’Uccellino Bianco, James Matthew Barrie
Queste sono le primissime parole che Barrie usa per introdurre Peter Pan e la domanda viene spontanea: perché dire che cavalcava una capra?
Per chi ha un minimo di conoscenza della mitologia, non serve molto altro per comprendere, poiché abbiamo tutti gli elementi per farlo: Peter è una specie di essere della natura, che va in giro con lo zufolo, spesso è a contatto con le fatine, cavalca una capra e… beh, si chiama anche PAN.
Naturalmente si sta parlando del “grande dio Pan” raccontato nell’antica mitologia greca.
Impossibile non riconoscere, nel “cavalcare la capra”, quel suo irsuto pelo caprino, quelle zampe e quelle corna tipiche delle raffigurazioni di questa divinità “boschiva”.
Inutile dire, poi, che anche il dio Pan ha il suo flauto, lo zufolo, la “siringa” (che prende il nome dalla ninfa) ed anch’egli è sempre in mezzo alle fate, nella veste di ninfe.
Insomma: i punti di somiglianza sono tantissimi, ma allora viene da chiedersi:
perché Barrie lo ha inserito in un romanzo come “L’Uccellino Bianco”, che aveva tutta l’aria di essere un romanzo “rosa” tale che – si dice – “nessuna donna poteva uscire senza”?
Perché Peter Pan, nelle vesti segrete di Pan, porta con sé un segreto profondo…
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Caccia all’Ombra o Caccia all’Anima?
Di sicuro ti ricordi come il Peter Pan dell’esoterico Disney si presenta nella stanza di Wendy: sta cercando la sua ombra. Perché?
Perché un profondo conoscitore dei segreti delle favole come Disney ha voluto rappresentare (e presentare) Peter Pan nell’ombra e con l’ombra?
Nelle favole, spesso nei sogni, ma anche nel linguaggio di tutti i giorni, parlare di “ombra” significa non solo parlare del fenomeno fisico, ma anche di una metafora: l’inconscio psicologico, il lato negativo dell’antropos (di ogni uomo, in senso etico ed antropologico), la parte non riconosciuta di sé (una specie di sommatoria degli “io-divisi”, di tutte le nostre maschere), l’inconoscibile, l’invisibile, il terrore panico.
Disney non poteva conoscere quello che, di Pan, avrebbe scritto – di lì a poco – James Hillman, in testi come “Saggio su Pan”, per cui dobbiamo escludere un contagio tra i due (che magari è avvenuto per altre vie), eppure il tema di Pan e dell’Ombra è così forte, nella rilettura di Hillman, che forse ne dovremmo dire qualcosa, per comprendere meglio il Peter di Disney e, forse, quello di Barrie.
“Pan ci dice che il più forte desiderio della natura ‘dentro di noi’ è di unirsi con se stessa nella consapevolezza…” – Saggio su Pan, James Hillman
Dicendolo in breve, e senza complicarci troppo, Pan è l’ombra. Ecco perché Peter Pan cerca l’ombra, perché sta cercando se stesso. La sua è una Caccia all’Anima.
Ma Pan è uno specifico tipo di “Anima”: è il dio-capro, il dio della natura selvatica, della forza rigogliosa e generatrice senza fine, dell’Eros (e non del sesso), del pan-ico (paura). Pan è il Dio Selvaggio.
“Che cosa” è Peter Pan
Ma allora che cos’è l’Ombra? Chi è Pan?
E che cosa, in definitiva, ci comunica Peter Pan?
Il segreto di oggi, solo uno dei molti nascosti in Peter Pan, è che questo ragazzino che non vuole (o non può?) crescere, guida dei Bimbi Sperduti, capace di volare e di portarti all’Isola che Non-C’è, è in realtà l’immagine benevola di una forza primegenia potentissima, capace di incutere “timore pan-ico” anche agli stessi dei: Pan.
E’ la forza della natura Selvaggia che scorre in ognuno di noi, intollerante agli schemi razionali, ai vincoli morali, alle norme comportamentali. Il suo seme è Vita, è l’Anima che si dimena tra i mille compromessi, perché vuole tornare alla sua realtà originaria, selvatica.
Perché ciò che è “salvatico” è ciò che ti salva.
È il diluvio sul “mondo fuori”, per tornare alla Terra, alla Natura, al suo ritmo, al suo respiro.È Amore al di là degli schemi di pensiero, è Eros creatore, perché esso è sempre al di là del Bene e del Male.
In definitiva Peter Pan è il desiderio di vita.
“Pan ci dice che il più forte desiderio della natura ‘dentro di noi’ è di unirsi con se stessa nella consapevolezza…” – Saggio su Pan, James Hillman
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