
Cosa ci attende per il Futuro? Per comprendere quello che è fuori dalla portata della ragione ci affidiamo da sempre al mito: il processo di conoscenza che si basa su immaginazione e narrazione. Quali sono i miti per il futuro?
Guardare avanti richiede una buona capacità di visione: una immaginazione, quindi, che si appoggi alla conoscenza dei sistemi e delle realtà in essere. Pensare senza basarsi sul reale è fantasticare e non serve a niente, nel pensare futuro.
Eppure, nonostante ci si possa affacciare con discreta maestria verso le prospettive possibili, esse saranno sempre come un “mito”: narrazioni di qualcosa che è oltre e che non può essere conosciuto con le categorie del mentale/razionale.
Ma quindi: quali sono i miti che ci attendono? Come è possibile intercettarli? In che modo ci sono di aiuto?
Cos’è un mito
Molto semplicemente si potrebbe dire che il mito è un “racconto del metafisico”.
Più precisamente: i miti sono nati come primissima forma di scienza e conoscenza, come tentativo di spiegarsi la natura di eventi incredibili, di cui gli uomini non potevano darsi una spiegazione perché la loro origine era “oltre il naturale”.
Trovi un mio articolo sul tema: “Scienza e Mitologia: un solo linguaggio, quello della narrazione“
Oggi diremmo che anticamente spiegavamo col mito quello che è il mondo dell’energia o della “materia esotica”, quei luoghi ove non c’è materia, ma solo possibilità, dove ci sono effetti e cause di tipo “inosservabile”: all’epoca anche i fenomeni chimici ed elettrici erano (tra i tanti) fuori dalla possibile comprensione razionale, perché non avevamo strumenti e conoscenza per indagarli.
Usiamo il mito, quindi, per raccontare in modo metaforico, immaginale, quello che pensiamo di quel che non sappiamo, ma – allo stesso tempo – narrando quel qualcosa, lo scopriamo.
Mito e realtà
Potrebbe venire da obiettare che, visto in questo modo, si confina il mito lontano dalla realtà, ma non è così.
Nell’epoca dell’informazione il racconto di “miti” è stato uno dei perni della costruzione di identità e valori sociali, veicolati da nazioni, mass media e aziende, per promuovere la propria visione del mondo o – più semplicemente – le proprie azioni ed i prodotti.
La prassi della costruzione del senso (e della ricerca di approvazione) che avviene col racconto di miti, oggi, la troviamo nel giornalismo, nelle campagne elettorali (evidentissimo in quelle americane), nel marketing delle grandi aziende e nel lavoro degli stati nel cercare di comunicare la propria identità nazionale.
Un esempio che mi è rimasto molto impresso ha a che fare col film “12 soldiers” e la lotta americana al terrorismo: l’immagine dei soldati americani a cavallo richiama i cow-boy (mito di origine americano), rinforzando nell’immaginario collettivo l’idea del nemico sull’impronta dei “pellerossa” (nemici atavici).
Ne ho trovato qualche interessante discussione su: LimesOnline (con Lucio Caracciolo e Dario Fabbri) e su Pressenza (con taglio rivolto alla costruzione di miti e di prassi comunitarie), ne ho scritto alcuni articoli, come ad esempio quello su “Come cambiare politica, cambiando miti“. Infine, impossibile non citarlo dato che l’ho amato moltissimo, il libro “Miti a bassa intensità” di Peppino Ortoleva.
Miti per il Futuro
Compreso il senso e il ruolo dei miti, oggi, possiamo iniziare a rispondere alle domande sopra poste: quali sono i miti che ci attendono? Come è possibile intercettarli? In che modo ci sono di aiuto?
I miti si possono intercettare, narrando il futuro.
Esattamente così come avviene quando ci si mette a parlare “del più e del meno”, solo che va fatto con forte focus su quelli che sono i Trend ed i MacroTrend più importanti. Si “filosofeggia”, insomma, immaginando scenari possibili, dati alla mano, chiedendosi poi quanto siano probabili e che tipo di cambiamenti potrebbero portare.
E solo narrando, li si starebbe scoprendo e si starebbe dandolo loro un pochino la forma.
Ci aiutano a prevedere.
Uno dei punti di forza del pensiero visionario e immaginativo è proprio questo: “vedere prima”, che ci dà modo di prepararci per accelerare verso ipotesi positive o a frenare rispetto a possibili orizzonti nefasti.
Per il Futuro vedo miti di umanità, di Specie Felice.
Sicuramente c’è un mio personale “vizio di fondo”, in queste visioni, che muove più da un vissuto personale, che non dai trend e macro trend riconosciuti. Vediamoli nel dettaglio.
Miti per il Futuro
Pensare miti, oggi, è più urgente che mai: il Covid-19 ci ha portati a ri-considerare le nostre vite in tantissime sfaccettature, come:
- l’accesso al mondo del lavoro (cosa cambia? Qualcosa l’ho scritto nell’articolo sui Multipotenziali);
- l’economia (qui un mio post sul Nuovo Capitalismo);
- le relazioni personali (scopri quanto è importante stare insieme);
- il diritto e la giustizia;
- l’impegno sociale;
- la ricerca di un senso (ne ho parlato trattando il tema “Meaning“);
- e molto altro (come il diritto alla salute e alla cura, ecc…).
Tutto questo traballare di certezze, di sbigottimento, di dubbio e confusione, ci spinge in due macro direzioni possibili (almeno a mio parere): maggiore frammentazione o maggiore unione. Quale delle due è più probabile? La risposta dipende.
Da molti fattori e, in particolare, dalla scelta di ognuno, nel proprio quotidiano: se faremo vincere la paura, l’ignoranza e gli interessi personali ci frammenteremo (nelle case, nella società, tra le nazioni), se preferiremo impegnarci nella conoscenza e avremo il coraggio di agire in modo responsabile, allora ci uniremo. In parte è in accordo anche Harari (intervista qui).
Personalmente non credo che “le cose accadano”, ma preferisco fare del mio meglio per poter rendere concreta una visione, piuttosto che un’altra.
Ecco perché mi impegno a creare contenuto, a diffondere informazione e pratiche di pensiero qui, con i miei ebook e anche nel gruppo che gestisco con la mia consorte, dove facciamo dirette ogni giorno alle 14.00 (scopri Casa Ficaccioni).
E tu, qual è la direzione che preferisci? Che miti intravedi?
Quali sono le azioni quotidiane che metti in atto affinché si realizzi un’opzione piuttosto che un’altra?
Se ti va, condividilo nei commenti.
Per approfondire:
➠ Mitologia (TAG)
➠ Mitologie del presente e dei tempi che verranno (ARTICOLO ESTERNO)
(recensione di Valerio Pellegrini al libro “Miti a bassa intensità” di P. Ortoleva, su quadernidaltritempi.eu)
➠ Prospettive per il futuro, Harari, intervista su Gariwo (ARTICOLO ESTERNO)
➠ Utilità del mito, Pressenza (ARTICOLO ESTERNO)
➠ Utilità del mito, oggi, LimesOnline (ARTICOLO ESTERNO)
➠ Esempi di miti moderni: “12 soldiers”, matteoficara.it (ARTICOLO)
➠ Fiabe e Miti: confini e vie per la coscienza (ARTICOLO)
➠ Relazione scienza e mito, matteoficara.it (ARTICOLO)
➠ L’importanza di lavorare sul Meaning, matteoficara.it (ARTICOLO)
➠ L’importanza di stare insieme, matteoficara.it (ARTICOLO)
➠ Il nuovo Capitalismo, matteoficara.it (ARTICOLO)
➠ Prospettive per il mondo del lavoro, matteoficara.it (ARTICOLO)
➠ Come cambiare politica col mito, matteoficara.it (ARTICOLO)
➠ Immaginazione e Evoluzione (ARTICOLO)
➠ “Miti a bassa intensità”, Peppino Ortoleva, Piccola Biblioteca Einaudi (LIBRO)
➠ “The Game“, A. Baricco, Einaudi Editore (LIBRO)
➠ “Sapiens“, Y.N. Harari, Bompiani (LIBRO)
➠ “La terapia come narrazione“, M. White, Astrolabio (LIBRO)
➠ “Le Storie che curano. Freud, Jung, Adler“, J. Hillman, Cortina Raffaello (LIBRO)
➠ “Donne che corrono coi lupi“, C.P. Estès, Sperling & Kupfer(LIBRO)
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