
È possibile avere memorie del futuro, immaginandolo. Tali memorie lasciano una traccia sia mentale, sia emozionale che, in qualche modo, ci guida a compiere azioni in una certa direzione, piuttosto che in altre: verso i futuri positivi e via da quelli negativi.
La memoria riguarda il passato, come l’immaginazione il futuro. Ma non sempre la differenza è nitida e le cose si possono mescolare. Ne abbiamo traccia con Proust, che immagina un passato, ed anche con alcune ricerche scientifiche e sociologiche, che riportano come, l’immaginazione di futuri possibili, lasci memorie.
Saper gestire la propria immaginazione per costruire scenari futuri, quindi, diventa molto importante anche nelle altre due direzioni temporali: il nostro passato (la memoria) che agisce nell’adesso (il presente), spingendoci ad agire in un modo o in un altro.
La memoria del futuro è, quindi, un importante elemento di decision making.
Memoria e Immaginazione
Gli inizi: le tecniche di apprendimento.
La connessione tra memoria e immaginazione mi fu palese quando iniziai la mia attività, nel 2010. All’epoca studiavo all’Università e davo un esame al mese, con voti molto alti (mai preso meno di 27) ed i miei colleghi mi chiesero come riuscissi. Spiegai loro che usavo le tecniche di apprendimento che avevo a mia volta studiato ed applicato: lettura veloce, tecniche di memoria e Mappe Mentali. Mi chiesero di insegnargliele e così iniziò la mia avventura nel mondo della formazione.
Memoria a lungo termine e immaginazione.
Uno degli aspetti fondamentali delle tecniche di memoria è che, per mandare delle informazioni nella memoria a lungo termine (invece che in quella computazionale a breve termine) è necessario trasformare quelle informazioni in immagini, seguendo una serie di semplici accorgimenti: immagini movimentate, emozionali, particolari.
Non erano solo gli insegnamenti che appresi all’epoca studiando anche con Golfera, ma erano accorgimenti che venivano da personaggi storici importanti, come Pico della Mirandola e Cicerone (la famosa tecnica dei “loci“) e che sperimentai lungamente.
Memoria e Immaginazione, nel cervello.
Lo studio che maggiormente mi diede contributo sul tema, all’epoca, fu quello di A. Oliverio – riportato nel libro “Immaginazione e Memoria” – in cui spiega in modo semplice la relazione tra le due facoltà: “la memoria viene continuamente modificata dall’immaginazione”. O quantomeno queste sono le parole che io ricordo, ma il succo è quello.
Memoria dai Futuri
È possibile avere memoria del futuro.
In un bellissimo articolo sul sito dell’Italian Institute for the Future, Roberto Paura – presidente dell’Istituto – intervista il sociologo italiano Paolo Jedlowski, autore di “Memorie del futuro. Un percorso tra sociologia e studi culturali“. Dall’intervista è nato lo stimolo a questo articolo.
Memorie positive.
In poche parole (veramente poche, per quanto meritano il tema e l’opera), Jedlowski cambia il focus delle proprie ricerche quando di accorge, occupandosi di memorie, che sotto la lente capitano quasi sempre “memorie traumatiche” collettive o individuali. E decide di lavorare, invece, con le memorie delle aspirazioni positive, delle speranze e dei sogni:
La spinta è venuta soprattutto dai lavori che ho fatto sul tema della memoria. Occupandomi delle memorie collettive e anche individuali mi sono accorto – io così come tantissimi altri colleghi – di essermi occupato specialmente di memorie traumatiche, cioè del ricordo di dolori, di cose negative: ricordo che in molti casi è necessario conservare per poter elaborare il passato stesso, affinché non si ripeta nel futuro tale e quale. A un certo punto, però, ho sentito che dimenticavo un aspetto delle memorie, vale a dire il ricordo non solo dei dolori ma quello anche delle speranze” – Jedlowski, su futurimagazine
Prospettive e decisioni.
Il processo immaginativo e quello mnemonico hanno ambedue un’importante effetto e partecipazione ai processi decisionali. In poche parole: prendiamo decisioni non solo sulla memoria del passato, ma anche sulla base delle aspettative future.
Il mio interesse, in effetti, è (…) il futuro che ora ci immaginiamo. Lei ricorderà con me quel concetto di Merton, le profezie che si auto-adempiono. Merton diceva che, quando noi ci aspettiamo una cosa, ci comportiamo in conseguenza di questa aspettativa, e a volte succede che così la rendiamo reale… – Jedlowski, su futurimagazine
Tracce di memoria emotiva dai futuri.
Una ricerca recente (2017) riporta delle altre osservazioni interessanti, anche se più legate al tema “emotivo”: immaginare di compiere azioni positive future, crea un piacere che viene poi ri-vissuto nel momento in cui si agisce realmente in tale direzione. In poche parole: immaginare, crea tracce di memoria emotiva che non solo interagiscono aumentando la partecipazione (emotiva) a quelle realtà, quando si concretizzano, ma creano un interiore spinta a realizzarle, per poter provare quel piacere (teoria edonica).
Immaginazione e futures studies
Non solo “come”, ma “cosa” immaginare.
Immaginare è, da sempre, una nostra incredibile facoltà che ci permette di misurarci con l’assoluto, ovvero con ciò che non esiste ancora (e che forse non esisterà mai). In base a quello che cerchiamo di scoprire da un futuro, possiamo decidere che tipo di esperienza e di pratica immaginativa attuare: dalla previsione / anticipazione tipica dei futures studies, al gioco creativo.
Pensare bene, per vivere meglio.
Sappiamo che l’immaginazione è una facoltà del pensiero e abbiamo visto che possiamo immaginare futuri e che questi partecipano al processo decisionale sia in positivo, che in negativo. Quindi ora siamo anche in grado di dire che per vivere meglio, con maggiore benessere e con pienezza (realizzazione), possiamo pensare bene, immaginando futuri positivi da cui farci ispirare.
Che, in fondo, è un po’ la teoria del “proposito”, verso cui ti invito a scoprire di più con i seguenti articoli:
- come realizzarsi grazie al Proposito, i Punti di Forza e gli stati di Flusso;
- il proposito ci tira fuori dal BornOut;
- differenza tra Scopo e Senso di vita;
- perché (e come) lavorare sul Senso (e sul proposito).
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