
Pensare è un’attività fondamentale, ma… consuma energia, crea pesantezza e può generare stress. Ecco perché è importante saper pensare bene e, quindi, anche sapere quando non pensare e come farlo.
Ho sempre amato pensare e mi è sempre venuto bene. Questo non vuol dire che sia stato facile: ho fatto molta ricerca, per comprendere cosa fosse il pensiero, quali fossero le sue estensioni ed i territori (quindi anche i confini) e per scoprire in che modo usarne le differenti facoltà.
In questi anni di ricerca ho fatto anche molta pratica e ho scoperto che pensare bene significa anche (a volte) non pensare.
Se si vuole essere dei maestri del pensiero, è necessario imparare a dominare, gestire il pensiero e non esserne schiavi.
Vediamo come…
Cosa vuol dire “Pensare”
Mi impegno costantemente a portare contributo nel differenziare il “pensiero” dal “mentale” e a cercare di dare una definizione utile di questa nostra facoltà, intendendo il Pensiero come un grande territorio da esplorare, l’invisibile “anima” delle cose, il luogo dei possibili, delle idee, da cui filosofi, artisti e inventori da secoli attingono i propri prodotti.
In questa ottica, il mentale, la ragione, i concetti, la curiosità, la meraviglia, il desiderio, le idee e l’immaginazione, sono tutti luoghi o abitanti del Pensiero. È corretto che tu lo sappia. Se vuoi saperne di più, ne parlo con dettaglio nel mio ultimo libro “Andata e Ritorno. Istruzioni per il viaggio immaginale“, un manuale tascabile con la mappa del pensiero e le istruzioni per l’immaginazione.
Pensare troppo, pensare male
L’attività del pensiero che più spesso ha piede nella nostra realtà quotidiana, però, ha due caratteristiche negative che la rendono estremamente stressante e per nulla produttiva:
- sono più che altro attività mentali;
- avvengono senza una maestria del pensiero.
Le attività mentali sono quelle in cui usiamo le facoltà della ragione, del giudizio e della logica.
Attività di pensiero che non hanno in sé un grande contributo di scoperta: servono a mettere ordine tra i dati, tagliando e sferruzzando (giudizio), per poter far sì che tutte le informazioni entrino sempre dentro i confini di pensiero (logico) stabilito (il mundus, il sistema codificato di informazioni, la tua percezione delle cose).
Questo tipo di pensiero è macchinoso, faticoso, richiede al cervello di lavorare in modo estremamente attivo (onde Beta 30/15 hz), stancandolo rapidamente. È la modalità che impieghiamo quasi sempre anche per risolvere problemi, prendere decisioni, vivere, senza accorgerci che – invece – non sono quelli i suoi territori: la facoltà della ragione ha la sua massima funzionalità nel momento del “capire”, l’ultimo passaggio di un processo complesso di pensiero.
E questo è già, da solo, motivo di forte stress e stanchezza, di assenza di creatività e a volte è anche origine – poiché è un modo di pensare ristretto e limitato – di sensazione di mancanza di prospettive.
Il secondo motivo è la mancanza di padronanza.
Per pensare bene, usando ogni settore del pensiero in modo efficace e proficuo, bisogna avere una certa padronanza della nostra facoltà principale, che è alla base di ogni processo: l’attenzione.
Il viaggio “Andata e Ritorno” è un viaggio della coscienza e, in particolar modo, essa si sposta grazie alla forza della nostra attenzione. Saper gestire l’attenzione significa saperla portare dove vogliamo e via da dove non vogliamo. Questa è di certo la skill principale per poter pensare bene.
Pensare male è anche farsi rapire dal pensiero (di qualsiasi livello), senza avere la capacità di gestire la propria attenzione in quel processo.
Come smettere di pensare troppo e male
È importante saper avere maestria dell’attenzione (focus) e saper pensare in un modo più vasto del mentale.
Ti faccio un esempio.
Magari hai un pensiero ricorrente e non è un pensiero di gioia, ma una preoccupazione. Anzi tutto la considerazione è che un pensiero, di per sé, non necessariamente né “giusto” e né “sbagliato”: magari è come la spia dell’olio sull’auto, ti informa che c’è qualcosa che non va. Ma di certo non hai paura della spia dell’olio: ne prendi il messaggio e sai cosa fare.
Per un pensiero, però, non sempre si sa cosa fare e quindi si va un po’ in crisi.
Ci si blocca, perché magari lo si guarda attraverso la finestra della ragione e non si riescono a vedere alternative. Qui il cervello viene stressato, le sue energie consumate e ci troviamo scarichi e senza idee, con lo stesso problema di prima.
Come puoi risolvere questo blocco?
Pensando in modo diverso: usando la tua capacità di maestria dell’attenzione per uscire dalla dinamica del mentale, placare la mente e iniziare – ampliandola – a pensare in modo più vasto, divergente, creativo, visionario, grazie alla facoltà dell’immaginazione.
Puoi provare fin da subito e ti accorgerai dei benefici.
Rilassa
Anzi tutto, rilassati. Una prassi di pensiero immaginativo viene meglio se cambi frequenza e passi dalla Beta, almeno almeno alle Alpha (15/8 hz, un rilassamento leggero) o meglio ancora le Theta (tipiche del rilassamento profondo, 8/3 hz).
Quando vai a rilassarti, prenditi qualche istante per renderti chiaro il motivo della tua prassi: una domanda? Un dubbio? Un intento (qualcosa verso cui portare attenzione)? Come mi piace dire, riprendendo una frase che sentii anni fa: “Senza problema non c’è immaginazione”.
Pulisci
Per focalizzare bene a volte può essere utile “pulire un po’ gli occhi”.
Hai presente quella sensazione di stanchezza sulle palpebre che ti viene quando hai troppi pensieri tutti insieme e non riesci a sbrogliarne nemmeno uno? Ecco… sappi che facciamo oltre 50000 pensieri al giorno e la maggior parte sono non consci, ma comunque tengono il tuo cervello in una continua – estenuante – pressione.
Il rilassamento è utile, per cambiare setting, ma… puoi anche immaginare di lasciar scorrere via i pensieri.
Eccoti due tecniche semplici che puoi usare:
- socchiudi gli occhi, lascia una mini-fessura e immagina che da lì escano tutti i pensieri, un po’ come se, chiudendo l’occhio, li stessi facendo uscire;
- con gli occhi chiusi, immagina una carezza sulle palpebre, che porta via la pesantezza (data dai pensieri).
Riposa
Questo semplice esercizio lo puoi ripetere ogni qualvolta hai pesantezza di pensiero.
Puoi anche optare per un “nap“, un sonnellino di 20/30 minuti: dopo un po’ di pratica ti sveglierai in modo automatico anche dopo soli 10/15 minuti e la tua testa sarà leggera, il tuo pensiero sgombro e la tua attenzione capace di fare focus dove vuoi.
Dopo che avrai rilassato, pulito o riposato, avrai le tue facoltà in uno stato ottimale e le potrai usare.
Ma puoi usare le pratiche rilassa, pulisci, riposa (RPR) anche solo per “non pensare”, stare con la tua attenzione al corpo o al respiro, come in una Mindfulness o in una pratica di Coerenza Cardiaca scientifica.
Insomma: puoi semplicemente decidere, invece che sistemare l’auto per un prossimo viaggio, di lasciarla in garage qualche tempo.
Molto interessante e pratico! Spero di ricordarmene quando ne avrò bisogno!
Grazie Barbara ^_^
Felice che tu lo abbia trovato utile e interessante!