
Onestà ed autenticità hanno molto in comune: ci chiamano ad essere, esprimerci ed agire per come siamo. E, anche se spesso sono riconosciuti come valori, a volte generano occasioni conflitto. Come metterle in atto in modo equilibrato?
Ricordo con molta chiarezza che se ci furono dei valori che mio padre volle insegnarmi, tra questi l’onestà era in cima o, se non proprio in cima, lì vicino.
“Essere onesti è importante, anche se a volte non ne vedi il motivo. È importante per te, per sentirti bene e affinché ciò che sei sia qualcosa di unitario e non frammentato: il disonesto è una persona spezzata in molte maschere”
Ecco mi pare di poter riassumere così le sue parole, sparse negli anni, sull’onestà e la sua importanza. Oltre a ciò, ricordo bene, c’era anche tutto il tema che una persona onestà, agendo, favorisce la costruzione di una società migliore.
Un tema potente, di certo, ma… è sempre vero che essere onesti ed autentici ci fa sentire bene? No, non sempre. Ecco perché ho deciso di fare una piccola ricerca e scrivere questo articolo: per dare una riflessione su come agire onestà ed autenticità in modo sano per sé e per gli altri.
Onestà ed autenticità
Partiamo dal significato delle due parole e dal perché le considero insieme.
Il termine “onestà”, sembra semplice, ma non lo è. Nel senso che la sua radice “honestas –atis“, significa di fatto… essere onesti e l’onesto è colui/colei che agisce con onestà. Un loop.
Andando a curiosare anche un po’ sulla Treccani (che ha anche una bellissima grafica con gli usi della parola, che metto qui sotto), si trova una definizione che può essere un po’ di aiuto: chi si comporta seguendo principi morali universali. Chi non pensa solo a se stesso, potremmo dire, ma agisce all’interno dell’universale, di una visione più ampia, che può diventare – a seconda di dove ci troviamo – la collettività o il mondo.

L’organizzazione nel sistema dei Punti di Forza ideato dal VIA Institute
Un sistema che sto studiando, realizzato dopo 3 anni di studi da un’equipe di oltre 60 scienziati che, guidati da Seligman e Peterson (due dei padri fondatori della Scienza della Felicità), hanno individuato dei valori, chiamati poi Punti di Forza, riconosciuti da tutte le culture. Per approfondire, ti invito a leggere l’articolo sui Punti di Forza.
In questi sistema, l’onestà viene presentata insieme ad altri due termini: integrità ed autenticità, che vengono presi non come sinonimi, ma come coprenti una stessa area di senso. Nella mappa qui sopra (in alto a destra) già si vede la relazione dell’onestà con l’integrità e la si può desumere anche dalla definizione della Treccani, che era: chi si comporta seguendo principi morali universali.
Chi è “integro”, come diceva mio padre, è chi non è diviso, chi dice, mostra ed è la stessa immagine, la stessa persona, non cambia nelle varie situazioni o per interessi di qualche tipo. Essere integerrimi, significava – almeno una volta – non spezzarsi. Ancorarsi ad ideali, ad una “verità” o ad una visione, senza retrocedere, senza cambiare idea.
Così arriviamo a parlare anche dell’autenticità, che tra le tre parole è quella un po’ più complessa. Autentico viene da “autentikos”, e più propriamente da “autos” ed “entos”, che significa agire per se stessi, medesimi e ricorda un po’ quella vicinanza tra l’essere ed il fare che sta nell’idea dell’integrità, nella “non divisione”.
In poche parole, onestà, autenticità ed integrità, sembrano indicare un’area di senso abbastanza circoscritta, in cui riconosciamo quegli individui che hanno una “profonda forza morale”, una “coscienza” se volessimo scomodare anche le teorie di Gurjieff.

La forza morale, nel 2021
Valori e virtù di un tempo. Ed oggi?
Molti dei valori e delle virtù di un tempo, oggi non esistono più o, più semplicemente, non hanno la stessa importanza ed il riconoscimento che avevano un tempo. Quindi arriviamo a questo punto con una domanda da un milione di dollari:
c’è ancora spazio, per onestà, integrità ed autenticità, nel mondo del 2021?
La risposta è chiaramente positiva, ma non scontata.
Di fatto la domanda va posta, perché abbiamo imparato (in Italia in particolar modo, forse) che spesso è la disonestà che paga, mentre l’essere onesti ha le gambe corte e, a volte, è anche origine di sofferenza, in particolar modo in quei confronti dove non c’è apprezzamento di questo valore e, anzi, derisione.
L’onestà ripaga.
Diciamocelo: quando vediamo un atto di onestà, ci commuoviamo. Ci piace, lo apprezziamo, sappiamo che ha un immenso valore. E lo stesso accade quando lo agiamo in prima persona e viene riconosciuto ed apprezzato: ci fa sentire bene, ci dà un profondo senso di “pienezza” e di “stare nel giusto”, che costruisce in noi un rafforzamento di identità e aumenta il benessere.
L’onestà ci dà forza.
Allenare l’onestà, l’integrità e l’autenticità, quindi, ci dà forza (rinforza il senso di identità). Ci spinge ad agire ancora in quella direzione, ci dà coraggio, possiamo dire. E di fatto, il sistema VIA Character, la sistema all’interno della Virtù del Coraggio, su cui ho scritto un intero articolo.
Ci aiuta a realizzarci.
Lo ricorda anche una ricerca sullo stesso sistema VIA Character, in cui viene notato che l’onestà rientra tra i punti di forza maggiormente correlati con il senso di autorealizzazione, insieme a: entusiasmo, coraggio, leadership e spiritualità. Mentre ad esempio (ed al contrario) spesso sono meno correlati, o correlati negativamente, punti di forza come l’umiltà e l’equità. Nel dettagli era una ricerca di Proctor, Tweed e Morris (del 2016) sulla “personalità pienamente funzionale” di Rogers.
La persona pienamente funzionante ha un alto livello di soddisfazione nella vita, ha aumentato pensieri e sentimenti positivi e diminuito pensieri e sentimenti negativi, bassa ansia e si muove verso valori intrinseci piuttosto che valori estrinseci. La componente della persona pienamente funzionante era correlata positivamente con i punti di forza del carattere di entusiasmo, coraggio, onestà, leadership e spiritualità e correlata negativamente con modestia ed equità.

Onestà, autenticità ed integrità come Punti di Forza
Terminiamo ora il nostro viaggio dando una serie di possibili suggerimenti per vivere questo punto di forza come tale: come un sostegno, un trampolino di lancio verso un maggiore senso di realizzazione e benessere.
Vivilo quando lo vivi bene.
Sembra un suggerimento scontato, ma se c’è una cosa cui punta il sistema VIA Character è l’uso equilibrato dei propri punti di forza. Un esempio? È fin troppo facile cadere dall’integrità verso l’integralismo, ad esempio, perdendo quella capacità di essere elastici, anche un po’ in base alle situazioni.
Facciamo un esempio: una relazione di coppia in cui lei è una tipa entusiasta ed autentica. Vive un’emozione importante e la vuole “vivere” anche nella condivisione. Magari il suo partner non ne comprende la bellezza allo stesso modo, magari non gli sembra necessario celebrare così tanto e ci sentiamo non riconosciuti. La nostra autenticità ne soffre.
Ecco, magari quando capita che la situazione non è adatta ad accogliere la tua autenticità, magari possiamo crearci un “salvagente” e mandare un messaggio, fare una telefonata a chi, invece, sappiamo apprezzerà e le riconoscerà valore.
Altro esempio: magari hai come punto di forza l’onestà e, al suo fianco, la capacità di riconoscere bellezza ed eccellenza. E quindi sul lavoro passi sempre da “rompiscatole”: colei / colui che indica sempre dove si può migliorare, magari anche con quelle infelici osservazioni negative sull’operato altrui, per cui ti tiri addosso l’antipatia di tutti.
Ecco, anzitutto puoi imparare un modo più “morbido” per far passare la tua idea: un conto è essere onesti, un conto è saper dire qualcosa di poco piacevole a qualcuno, in modo che ne accolga il positivo. D’altra parte: non sempre si trovano realtà dove c’è un reale interesse per evolvere verso un miglioramento, per cui chi – come te – trova dove si può migliorare (eccellenza) e se lo fa scappare (onestà) lì non ha vita facile. Ma… ehi! Ci sono un sacco di persone che lo apprezzano: usati queste skills dove sono più riconosciute ed apprezzate, non dare perle ai porci! (nel senso: se non ne capiscono il valore, non sciupare i tuoi valori!)

Come usare questo punto di forza per stare bene.
Oltre a pensare di proiettare fuori questo punto di forza, che sicuramente ha molto di relazionale, puoi iniziare a chiedere se lo stai usando anche verso di te: sei onesto/a con te stesso/a? Un modo per generare benessere attraverso questo punto di forza è usarlo per sé: perché volerlo trasmettere necessariamente? E magari in quelle situazioni in cui non viene compreso? Rifletti: la sensazione di autenticità la vivi quando tu ti senti in allineamento con te stesso/a. È questa la sensazione da coltivare.
Usa equilirbio.
Pensaci, magari sì, magari hai bisogno di dare una registrata ai livelli della tua integrità (come dicevamo: non farla diventare un integralismo!). Evitare le esagerazioni: sovrausi e sottousi ti porta a vivere meglio i tuoi punti di forza.
Ti faccio degli esempi: un sovrauso è l’integralismo, l’incapacità di essere morbidi ed adattarsi alle situazioni. Una sorta di “rettitudine” come quella insegnata da alcune religioni, dogmi o fedi. Non c’è bisogno di “assolutismi” con questo punto di forza, d’altronde… pensaci: non siamo mai identici a noi stessi! Siamo però “autentici” quando mettiamo in atto ciò che sentiamo corretto per noi: valori e visioni, per esempio. Una propria filosofia personale, se vogliamo.
Un sottouso? Molto semplice: l’incapacità di far sentire la propria voce (o la paura di farlo), che spazza via la tua autenticità e, ahimé, a volte anche la tua identità! (nel senso che gli altri non ti notano). In questo caso l’invito è iniziare a far sentire un po’ di più le tue idee. Per aiutarti: non c’è bisogno che dici qualcosa di “giusto”, ma a volte basta dire: “La mia idea è…”, così hai la giusta dose di correttezza verso di te (non è un ipse dixit, non pretendi di avere ragione su altri) e verso gli altri, perché dai loro un’idea, un punto di vista, uno spunto che magari torna utile.
Conclusione
Quindi: onestà, autenticità ed integrità, sono sicuramente dei punti di forza. Danno benessere, energia, coraggio e senso di realizzazione. Ma hanno bisogno di essere usati col giusto equilbrio (un po’ come per tutte le cose, no?).
Ti invito a scoprire, con le tue azioni, quali sono i modi, i luoghi ed i referenti migliori per agire questo tuo punto di forza in modo che sia un dono per te e per gli altri! (se vuoi, puoi farmi sapere come va, nei commenti…)
Che altro puoi fare per dare valore a questo tuo punto di forza? Eccoti alcune idee:
- valutare anzitutto di fare il questionario del VIA Institute per scoprire i tuoi veri punti di forza;
- ti invito a scoprire il workshop sui Punti di Forza, occasione in cui ti aiuto a scoprire come applicare i punti di forza nel modo ideale, senza esagerazioni né in sovra e né in sotto-uso:
- approfondire i tuoi punti di forza ed esprimerli, in un percorso personalizzato con degli incontri 1-a-1 a te dedicati.

Grazie Matteo,
mi hai dato spunti utili per affrontare un vecchio problema di reiterate calunnie che vorrei “archiviare” definitivamente! Poi prenderò il tempo di fare 1 to 1 per gestire il mio lato fragile, di poca auto-stima.
A presto Gaja
E io ci sarò, Gaja, con quel che sono e che posso, con gran piacere! ^_^