
“Anche sul più alto trono del mondo siamo sempre seduti sul nostro culo”
– Michel De Montaigne
Si fa tanto presto a parlare di “umiltà”, come di una delle migliori qualità dell’essere umano, di cui sono esempio molti personaggi importanti della nostra storia. E si parla facilmente (e con sufficienza) anche della “castità”, anche se non è più poi così di moda.
Personalmente, però, ho avuto modo di scontrarmi con queste due “realtà” e ne ho tratto significati altri, che – se ne hai piacere – voglio condividere con te, in questo articolo su “L’Umiltà è dell’Ego, la Castità dell’Anima”.
Umiltà Sciamanica, Umiltà Religiosa (e Sociale)
L’etimologia di “umiltà” ci riconduce ad “humus”, la terra.
Si potrebbe quindi parlare in modo estremamente positivo dell'”umiltà”, perché essa ci avvicina al “sacer”, la radice di “sacrum”, il sacro. Ed il “sacer” era materia di quelle antiche “sacer-dotesse” che sapevano raccogliere lo spirito della terra e che sapevano incarnarlo. Erano le prime sciamane, di cui le streghe furono ereditiere.
Ma nella lezione classica del termine, quella che ci arriva attraverso il “credo” di quella stessa religione che tanto ha fatto per sradicarne ogni altro senso, l’umiltà è piuttosto intesa come “ciò che sta sotto”, in basso. E non si capisce se ciò abbia connotazioni negative, dato che “sotto terra” c’era anche l’immagine del male, o positive, perché l’umile in terra è colui che può accedere alla vita ultraterrena dei cieli.
Insomma, l’umiltà è l’atteggiamento ideale del povero, per guadagnare il regno dei cieli.
In una ideologia verticale, dove il giusto (considerato maschile) è in alto e l’erroneo (considerato femminile) è in basso, l’umiltà è la menzogna venduta dai ceti ricchi a quelli poveri, per assicurarsi che nulla cambi: che non raggiungano mai, cioè, il livello del divino.
Castità Religiosa e Castità Esoterica
Allo stesso modo che per l’umiltà, anche l’insegnamento per la castità è stato riletto in modo viziato.
L’etimologia del termine, infatti, significa “stato di purezza”. Poi, è chiaro, leggendo ciò nello stesso contesto religioso di cui sopra, è immediato l’accostamento alla sessualità: poiché era ritenuta “sommamente sporca” (soprattutto, ancora una volta, nel femminile).
Uno stato di purezza però è qualcosa di estremamente diverso da un diniego della sessualità.
Ad esempio una purezza “fisica” può significare essere una cura dell’alimentazione, o delle vie respiratorie, ma ci sono anche delle altre purificazioni possibili, come quelle dei propri cicli del sonno, dei sogni, dei pensieri o delle emozioni.
Ma forse lo “stato di purezza” non riguarda solo un aspetto specifico ed “essere puri” è qualcosa che riguarda l’Anima.
E quando un’Anima è pura? Quando è ciò che è.
Ammettere ciò che c’è significa stare nel Cuore, essere nel massimo grado di purezza possibile, nell’Amore, che permette il “vedere”.
Quando si vede con gli occhi del cuore, col canale immaginativo, si vede la natura profonda di ciò che è, valicando lo stato percettivo mentale (i giudizi), la matrix, il velo illusorio di Maya.
L’Umiltà dell’Ego e la Castità dell’Anima
Quante volte ci accade che “facciamo gli umili”?
Per fare un esempio, riporto che spesso mi capita di incontrare chi si è accorto di avere un talento di cui però non si sente meritevole o degno. Rifacendo i conti con quanto appena detto, le cose cambierebbero assai: se il talento c’è, vuol dire che esso è nell’Anima.
Ma quando è all’opera un’umiltà egoica, essa nasconde l’Anima infinita dietro un “io” finito e non permette all’Universo stesso, al divino, di manifestarsi pienamente.
Si pone in mezzo, insomma, come un tappo.
In definitiva, quindi, essere umili in modo non consapevole significa privare se stessi e gli altri del proprio “dono”, mentre essere casti significa entrare nel cuore, accorgersene ed avere il coraggio di viverlo appieno.
Bellissimo questo articolo…mi ha fatto riflettere moltissimo… Grazie
Felicissimo che ti sia piaciuto, Sara!