
Il pensiero è una delle facoltà, oggi, più sottovalutate ed accusate da ambienti spirituali, più valutate (positivamente) nel mondo accademico e più cercate in ambito aziendale dai big. Perché? E cos’è il “Pensiero”?
Che cos’è il pensiero? Un acerrimo nemico della libertà personale? Una capacità che ci permette di accedere a spazi di conoscenza esclusivi? Una skill importante? Un po’ tutto questo e anche molto di più.
Di certo il pensiero non è il mentale. Ma proviamo a delinearne un’identità.
Pensiero
A meno che tu non stia reagendo a qualche stimolo esterno in modo automatico (come capita con le abitudini) o attraverso i riflessi (come capita dal medico quando li testa col martelletto), è molto probabile che le tue azioni siano anticipate da un pensiero.
Ma… che tipo di pensiero?
Molto spesso siamo portati a confondere queste differenti funzioni, perdendo così la capacità di usarle quando necessario, là dove possono agire: ognuna di queste facoltà, infatti, ci permette qualcosa di diverso.
Le nostre azioni quotidiane si basano principalmente su funzioni automatiche di pensiero, che avvengono all’interno del circuito della ragione, la funzione basilare detta “mente razionale”, identificata col “mentale”.
Quindi, a meno che non ti trovi in un momento di pericolo, ove entrano in azione altri meccanismi automatici, prima di agire vagli rapidamente cosa è meglio per te.
È il processo del decision making, ovvero il momento in cui prendere le decisioni, in cui – da tempo – si sa quanto sia importante la capacità di pensare, in particolar modo quella di pensare in modo divergente, creativo.
Questo procedimento è a metà tra una rammemorazione (cerchi di ricordare cos’hai imparato come “il giusto e lo sbagliato” del comportarsi in quella data situazione) e una velocissima riflessione (con la quale valuti le idee che hai, per poi scegliere).
Nei momenti decisionali è importante poter fare affidamento su un sistema di pensiero che sia concreto, del quale – cioè – hai testato i contenuti, riflettendoci e approfondendoli. Se ti affidi alla sola ragione, invece, ti ritrovi a:
- prendere sempre le stesse decisioni (quelle della morale comune, che non sono sempre corrette e né sempre allineate con te);
- essere impossibilitato nell’apprendere il nuovo (che viene respinto in base al “già consolidato”, a sua volta – però – basato su pregiudizi);
- essere incapacitato nell’avere una visione più ampia (che ti permette di passare ad un pensiero sistemico, profondo).
Qui di seguito provo a delinearti (simpaticamente) in che cosa si differenziano le diverse strutture e come puoi usarle non solo per rendere il tuo sistema di pensiero concreto, ma anche per ampliarlo e decidere in modo consapevole e libero.
La Ragione
Iniziamo dalla ragione. Ti parlo delle facoltà del pensiero in modo metaforico e abbreviato: come se il pensiero fosse un’azienda. Mi auguro che ti aiuti a vedere le cose in modo diverso.
Immagina la ragione come un magazziniere:
- gli arrivano i pacchi (le informazioni);
- li confeziona (processo del giudizio che non osa curiosare nei pacchi, per scoprire la loro verità, ma si occupa solo di raccoglierli ed etichettarli secondo schemi pre-impostati);
- li mette al loro posto sulle scaffalature.
Come vedi, l’apporto informativo (e innovativo) della ragione è minimo, perché invece di portarti a comprendere le cose, andando in profondità in esse, alla ricerca del senso, le valuta attraverso schemi di percezione già definiti. Però è utile per dare un ordine ai concetti (le informazioni impacchettate) all’interno del nostro sistema di pensiero.
Il Pensiero Riflessivo
A differenza della ragione, col pensiero riflessivo non ci si ferma all’apparenza delle cose, ma le si mette alla prova: si inizia a mettere in discussione quello che pensiamo già di sapere.
Immagina il pensiero riflessivo come un ispettore:
- gironzola dentro al magazzino (tra le informazioni già acquisite);
- apre i pacchi per assicurarsi del contenuto (ri-flette sui contenuti);
- dà inizio ad indagini per assicurarsi della legittimità di quei contenuti (spazia fuori dal magazzino, dai confini di “quel che sappiamo”, che ha la ragione);
- fa scoperte con le quali può apportare modifiche al sistema di pensiero.
Il Pensiero Contemplativo (o sistemico)
Mentre il magazziniere è intento a mettere a posto e l’ispettore si assicura della bontà dei contenuti, il manager dell’azienda – che ha delegato il lavoro pratico – è intento a guardare lontano, a prospettare orizzonti verso cui portare la sua fortuna.
Immagina il pensiero contemplativo, come il manager visionario:
- mentre tutto il lavoro avviene all’interno, il pensiero contemplativo spazia verso orizzonti non del tutto noti, per scoprire quali potrebbero essere le migliori direzioni in cui muoversi, conscio che solo con una prospettiva esiste un futuro e ha senso fare qualche passo;
- tiene comunque un occhio anche verso l’interno, per badare che il sistema di pensiero (l’azienda) sia solido, abbia tutto ciò di cui ha bisogno, come la forza di immagazzinare le informazioni (ragione) e la sicurezza di avere le giuste informazioni (riflessione);
Qui in mezzo, ovvero dove c’è la visione più ampia, si insua anche il Pensiero Strategico (e sistemico), che ci permette, dalla visione più grande, non solo di escogitare più possibilità, ma anche di ricollegarci al senso di ogni azione, di ottimizzare e “dare di più”.
Infine c’è l’Immaginazione, la capacità di vedere quel che non si sa ancora, di scoprire prospettive del tutto nuove, magari per intuizione, magari per una rêverie o per quel “naufragar” leopardiano.
L’Immaginazione è come il cielo, verso cui possono fissare lo sguardo sia l’ispettore, sia il manager, d’altronde è ormai unanimamente riconosciuta come la skill regina del nuovo millennio.
Pensiero e Azione
E le tue azioni, da dove scaturiscono?
In questa metafora ti invito a considerarle come il momento in cui prendi il pacco dal magazzino e lo spedisci.
Capisci subito che molto spesso le tue azioni sono in mano alla ragione, cioè ad un piccolo spazio delle tue capacità intellettive (e non) totali.
Fortunatamente la ragione è il prodotto delle altre funzioni: la riflessione, il pensiero profondo (o contemplativo) e l’immaginazione. Ecco perché è così importante re-imparare a pensare:, perché ti permette di:
- evitare di bloccarti nei domini della ragione e fare sempre le stesse scelte;
- sapere perché fai una cosa o un’altra;
- scegliere consapevolmente, grazie al discernimento (pensiero filosofico o “critico”);
- comprendere e risolvere problemi complessi;
- essere creativo e proporre alla vita soluzioni nuove;
- di essere elastico nell’apprendimento;
- “osare” guardare lontano, ampliando di molto i confini della tua realtà.
Che ne dici di un ebook che ti aiuta a pensare?
Scarica (gratis) la mia breve-Guida al Pensiero
Per approfondire:
➠ “Immaginazione” (TAG)
➠ “Pensiero” (TAG)
➠ “Complex Problem Solving e le altre skill del 2020”, Harvard Business Review Italia
➠ “Pensiero, creatività e prendere decisioni”, ilSole24Ore
➠ “L’importanza del Pensiero Strategico”, ilSole24Ore
➠ “Immaginazione: la skill del 2020”, ilSole24Ore
➠ “I benefici della Meraviglia: maggiore visione e percezione del Senso”, matteoficara.it
➠ “Quale Immaginazione? Tutti i tipi”, matteoficara.it
➠ “Importanza del pensiero critico anche per i bambini”, Ted (ENG)
Lascia un commento