
Se ti senti solo, sappi che non sei solo. Sembra assurdo, ma non è così: ci può essere una forma di solitudine che è invece un modo per avvicinarti a una realtà più tua, fatta di persone che risuonano maggiormente con te. È una solitudine di speciazione, diciamo, che capita quando cambia qualcosa di importante, in te, e non ti trovi più con chi stavi prima, che a sua volta fa fatica ad accettarti e riconoscerti.
Amo film fantasy, fantascientifici, di eroi, supereroi e… agenti segreti.
Le loro storie permettono ad una parte sottile di me di conoscersi, di fare viaggi che altrimenti non farei mai.
Una cosa che ho notato spesso in questi film, raffigurata ad esempio dal Batman Cavaliere Oscuro di Nolan e dallo 007 di Spectre, è che – ad un certo punto – l’Eroe resta solo. E la solitudine di un Eroe è particolare perché non soltanto non hai più nessuno, ma hai anche tutti contro.
E’ quello che considero essere anche il primo passo di una Speciazione, un particolare tipo di Viaggio dell’Eroe.
L’Eroe di cui abbiamo bisogno
Si pronuncia così l’ispettore Gordon, quando Batman decide di prendersi addosso la “colpa” di un fatto efferato.
Nel dettaglio era la morte di Harvey Dent, che prima di trasformarsi nel cattivo “Due Facce” era il procuratore di Gotham, immagine del cavaliere “solare”, capace – in opposizione al Batman “Cavaliere Oscuro” di Nolan – di sconfiggere i criminali senza il bisogno di una maschera.
Con questo sacrificio Batman sa bene che tutti gli daranno la caccia: il crimine, perché è un Eroe, la giustizia, perché è un SuperEroe e quindi sta al di là della legge. Batman rimarrà solo, con tutti contro, ma permetterà ad un mito (e ad una legge) di prosperare.
Prende su di sé, insomma, una decisione profonda: la solitudine di un Eroe.
Il Viaggio dell’Eroe
Quello che accade in ogni Viaggio dell’Eroe che si rispetti, è qualcosa di molto simile: una decisione di solitudine.
Di fatto quello che racconta J. Campbell (nel suo “L’Eroe dai Mille Volti”) parlando di questa struttura che troviamo in ogni narrazione e che chiama “Viaggio dell’Eroe” è proprio un iniziale passo verso la solitudine: arriva un cambiamento, qualcosa di cercato o di sopraggiunto, che ci porta a lasciare il mondo conosciuto per uno totalmente nuovo.
E in quel mondo che lasciamo, c’è tutto: quello che sai o pensi di sapere, le persone e i luoghi che conosci, regole, certezze.
Ecco cosa rende questa decisione qualcosa veramente da Eroi: il sacrificio, la possibile sofferenza verso cui ci si muove, il timore della non-certezza.
“La solitudine è per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo” – Seneca
La Speciazione
Perché parlare di Speciazione? Perché ci siamo dentro. Un movimento nonsoloculturale che ci porta da una “specie Madre” – la realtà così come la conosciamo – verso una nuova sponda, che possiamo chiamare “specie Nuova”. O almeno queste sono le parole che usa anche il caro Igor Sibaldi quando ne parla (il suo nuovo libro “La Specie Nuova” tratta pienamente questo argomento).
Esattamente come per l’inizio di un Viaggio dell’Eroe, quindi, siamo su un confine, pronti a partire verso un ignoto.
Esattamente come accade ad un Eroe, però, questo comporta un probabile periodo di solitudine…
Probabilmente non riesci a riconoscerti totalmente in questa società, in questo momento storico e nelle sue coordinate.
Forse non riesci a interfacciarti con i tuoi coetanei e a volte nemmeno con i parenti, perché senti una spinta verso qualcosa di nuovo, ti piace l’idea di cambiare le cose, mentre le loro preferenze sono di lasciare tutto com’è.
Magari è solo perché stai affrontando i primi passi del tuo Viaggio dell’Eroe, verso qualcosa di più tuo, una casa, una Specie Nuova.
Da anni sono appassionata della crescita personale e spirituale.Da “La profezia di Celestino” in poi la mia biblioteca personale è diventata la mia tana. Negli ultimi anni anche il web è utile per trovare persone splendide, come te, Matteo, e il tuo libro “Le stanze dell’immaginazione” che mi sono regalata a Natale ed ho finito di leggere a Santo Stefano tanto mi ha coinvolta. Mi appresto a iniziare quello che nella stanza n. 5 definisci come ” …un anno di lavoro. Un anno di lavoro sulla volonta.” Sara’ un anno favoloso. Credo di aver trovato in te e nel tuo libro il pezzo mancante fondamentale, specialmente dopo che il seminario con Igor Sibaldi sulla “nuova specie” mi aveva lasciata un po’ confusa….ora il cammino da fare, grazie a te, è chiaro. GRAZIE!
Grazie Nella!
Sono felice che quanto ho scritto, traducendolo dall’invisibile, ti sia stato utile. E mi auguro lo sia anche il gruppo che nasce proprio con lo spirito di nutrire la Speciazione: Casa Ficaccioni (Ficara + Lucaccioni ^_^ ). Un abbraccio!
Mi identifico molto con questo articolo.. Ogni tanto ci pensavo ma non le davo peso.. Oggi mi fai pensare veramente al mio viaggio che è da due anni… Grandeee Matteoooo…
‘”Probabilmente non riesci a riconoscerti totalmente in questa società, in questo momento storico e nelle sue coordinate.
Forse non riesci a interfacciarti con i tuoi coetanei e a volte nemmeno con i parenti, perché senti una spinta verso qualcosa di nuovo, ti piace l’idea di cambiare le cose, mentre le loro preferenze sono di lasciare tutto com’è.”
Felice che tu abbia trovato una sponda verso cui navigare… ^_^