
L’estate è il momento migliore per prendersi quella mezzora di amaca e farsi un riposino, godendosi un po’ di brezza e il canto delle cicale. Questa situazione è una delle mie preferite per lavorare sull’espansione della coscienza, in particolar modo partire dalla Presenza e ampliare il campo cosciente grazie a quelli che comunemente sono chiamati “disturbi” dell’Attenzione, come ad esempio gli insetti che ti camminano addosso e le famigerate “mosche”.
Ma andiamo con ordine e vediamo come è possibile fare un lavoro su di sé attraverso questi elementi di “disturbo”.
Quale Presenza?
Una delle cose che tollero a fatica, oggi, è l’accesso sufficiente a quel mondo che viene chiamato “spirituale” e che io, invece, preferisco chiamare “cammino di consapevolezza”.
Un approccio semplice può portare a usare frasi fatte (e a volte addirittura aforismi) senza sapere bene cosa si stia dicendo. I casi più famosi sono: “il tempo non esiste”, “tutto è energia” e, sicuramente, questa cosa dello “stare nella presenza”.
Secondo me esistono diversi livelli di presenza, che vanno di pari passo all’ampiezza del campo della coscienza e, quindi, spesso in relazione all’Attenzione.
Non necessariamente, poi, l’attenzione al corpo o la presenza al campo del corpo, è la migliore: su quell’amaca ho sì, in primis, lasciato che il corpo si sistemasse a suo agio e mi sono limitato ad osservarne i movimenti e la posizione finale (quasi sempre come l’Appeso dei Tarocchi), ma il lavoro più interessate, di ampliamento di sé, è venuto dopo.
Disturbi dell’Attenzione
A volte capita di soffrire di questi “disturbi” anche quando si medita in camera, seduti nella posizione che si preferisce, in quello spaziettino di sacralità dove si scende in una connessione sottile, un ascolto, una presenza piacevole.
Piacevole ma spesso delicata: basta un suono, una distrazione qualsiasi, una mosca ad esempio, e tutto il lavoro cade.
Certo, in alcuni tipi di insegnamento – come racconta sempre anche Selene Calloni Williams – l’impegno è proprio quello di continuare a praticare nonostante tutto, perché la realtà è solo una illusione e a creare le illusioni è il mentale che cerca di limitare l’azione della tua attenzione entro i suoi confini, mandandoti le paure per interrompere la tua navigazione. È l’azione del Guardiano della Soglia: non ti impedisce di procedere, in realtà, si assicura che tu sia pronto a farlo.
Quindi, quando capitano questi disturbi – come le mosche – che fare?
Andare al di là del controllo
Prima di tutto sarebbe da chiedersi: cosa rappresentano questi disturbi, perché vengono e perché siamo abituati a vederli come presenze negative (lo scrivevo poco fa: il Guardiano della Soglia non ti impedisce di passare, ti mette solo alla prova).
In “Presenze Animali“, Hillman, fa un interessantissimo lavoro di ricerca sulla presenza di animali (insetti in particolar modo) all’interno del mondo fantastico-onirico dei suoi pazienti.
Un libriccino minuscolo ma molto denso, dal quale ho desunto molte cose, tra cui: l’insetto non è un disturbo dell’attenzione, ma un richiamo di essa.
Quel che spesso accade quando si accede agli spazi interiori, della coscienza, è di ricadere dentro al controllo: si controlla l’ambiente (per non avere i disturbi), si cerca di controllare il corpo, l’emozione, il pensiero…
È esattamente ciò che Krishna dice ad Arjuna nella Bhagavad Gita: quando praticherai lo Yoga (da yug, gioco) sarai integro, ovvero intoccabile, perché sarai capace di controllare il corpo, le emozioni, i pensieri.
Oppure, viceversa, si cade in uno stato di atarassia: una specie di illusoria presenza, più simile ad uno stato di sonno, che non ad uno di veglia.
Quello che ci occorre, allora, per liberare la coscienza dal controllo, è l’azione che compie Gesù quando richiama Lazzaro: un risveglio, un richiamo insopportabile per la coscienza vigile, per la presenza fluida, come la chiamo io.
In poche parole, uno stato di presenza vigile alle cose, ma capace di lasciare che le cose avvengano: uno stato di flusso – di osservazione – e non di controllo.
Queste sono state le mie occasioni di contemplazione, su quell’amaca: stare nella presenza fluida e seguire Anima lì dove andava, navigando – forse proprio come un insetto – tra suoni, colori, fiori e profumi, in una esperienza meravigliosa di espansione della coscienza, trasformando ogni Guardiano della Soglia da paura/confine a alleato di potere. Solo in questo modo puoi conoscere parti di te, di quel tuo “io” che si mescola con le cose e col mondo, che non potevi conoscere diversamente.
Mi ha intrigato non poco il vedere la mosca come un catalizzatore,un Virgilio che ti porta oltre le soglie definite….lo sperimenterò
Già, anche a me ha colpito molto ^_^
Anche fisicamente!