
Oggi la donna ancora combatte per riavere il diritto su di sé: parità di considerazione, riconoscimento delle differenze naturali, diritto al proprio corpo e alla maternità. È una lotta non solo delle donne, ma del femminile in sé. “Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estès è un intramontabile viaggio iniziatico verso la liberazione dell’aspetto selvatico di questo femminile universale.
Se hai già letto “Donne che corrono coi Lupi” di Clarissa Pinkola Estés, sicuramente hai già subìto il fascino di La Loba, un personaggio dalle tinte fosche, sciamaniche, selvatiche, profondamente connesso con la Donna Selvaggia e necessario passaggio nel “recupero delle Ossa”, fondamento del suo potere.
È il viaggio di recupero e di risveglio dell’Anima, della vita, del corpo, del piacere, del femminile:
“La Loba indica che cosa dobbiamo cercare: la forza vitale indistruttibile, le ossa” – Clarissa Pinkola Estés
Ma… chi è La Loba? Scopriamolo insieme…
La Loba e La Que Sabe
Nel precedente articolo ho parlato di un altro personaggio fondamentale in questo cammino di riconoscimento e ricongiunzione con la parte che – spesso con sufficienza – consideriamo “oscura” (l’Ombra) ma che contiene tutto il nostro potere: ovvero la “Vecchia Saggia”, “colei che sa”, La Que Sabe.
La riprendo perché ci sono profonde vicinanze tra questi due personaggi, o meglio, tra questi due aspetti dell’Anima Selvaggia.
Come ben saprai, se segui i miei articoli, tutti i personaggi di una stessa favola sono, in realtà, lo stesso personaggio, o almeno alcuni dei suoi aspetti e, allo stesso tempo, tutti i personaggi di ogni favola, di ogni mito, sono – come accade nei sogni – aspetti o funzioni della Psyché, l’Anima.
La Que Sabe e La Loba, quindi, sono aspetti dell’Anima, suoi frammenti, rappresentazioni, immagini, volti, espressi come in un grande caleidoscopio, in un Mandala al cui centro c’è “il divino”, il “nume”, la Psyché.
Ed allora perché parlare di entrambe?
Perché ci sono delle piccole differenze, che vale la pena di tenere in considerazione…
La Loba ed il Sentiero delle Ossa
Entrambe sono raffigurabili come “Anziane Sagge”, ambedue sono guide nella conoscenza di “ciò che non si vede”, ma se La Que Sabe è nei pressi del confine, in attesa del tuo arrivo, La Loba è già dentro, che ti attrae e trascina.
Puoi trovare La Que Sabe in attesa nella casetta in mezzo al bosco, ma La Loba sta danzando attorno al fuoco, di notte, nel deserto. Se La Que Sabe è al cancello, La Loba sta scavando già nel cimitero, perché “l’unica occupazione de La Loba è la raccolta delle ossa”.
È la raffigurazione della forza intuitivo-istintiva di una Donna, colei che “ci mostra che cosa può andar bene per l’Anima”. La Loba, “la Lupa”, la Donna che corre coi Lupi – archetipo potente (soprattutto per chi è nato da uno di due gemelli allattati da una lupa).
Come La Que Sabe, anche La Loba “sa”, ma non si accontenta di “sapere”.
Lei deve seguire l’olfatto, l’istinto per le cose più sottili, gli odori, l’invisibile.
E’ colei che ci accompagna al di là del “Rio Abajo Rio, il fiume che scorre sotto il fiume”, a cui una Donna può arrivare con…
“… la meditazione profonda, la danza, la scrittura, la pittura, la preghiera, il canto, il suono del tamburo, l’immaginazione fervida o qualsiasi attività richieda un’intensa consapevolezza alterata. La donna arriva a questo mondo-tra-i-mondi con il desiderio struggente, e cercando qualcosa che può vedere appena con la coda dell’occhio.
Vi arriva con atti profondamente creativi, con la solitudine intenzionale, con la pratica delle arti.
E anche con tali pratiche elaborate, molto di quanto accade in questo mondo ineffabile resta per sempre misterioso, perché spezza le leggi fisiche e razionali quali noi le conosciamo”
– “Donne che corrono coi Lupi”, Clarissa Pinkola Estés
E quali sono gli “esercizi di meditazione” suggeriti da La Loba?
Sicuramente il “… richiamare gli aspetti morti e smembrati di noi, … della vita medesima”.
La Loba ci accompagna lungo il “Sentiero delle Ossa“, danzando, e danzare con lei, attorno al fuoco, è un rito sciamanico di invocazione dell’invisibile.
Quello che noi chiamiamo “la morte”, tutti quegli aspetti che, in ognuno di noi, stanno morendo – o lo sono già – La Loba ha la capacità di riesumarli, richiamandone il potere…
“La vecchia canta sulle ossa, e mentre canta le ossa si ricoprono di carne. Anche noi “diventiamo” mentre versiamo Anima sulle Ossa ritrovate” – Clarissa Pinkola Estés
La Loba e le Fiabe
Parlando di La Loba nelle favole, quale potremmo citare se non Cappuccetto Rosso, che va incontro al suo destino nella pancia del Lupo?
Cappuccetto Rosso è la figura psychica (Psyché/Anima, non psiche/mente) del viaggiatore. E’ anche il bambino, infatti così viene rappresentata, colui che deve (e può) crescere, quella parte di noi che può ed è disponibile a farlo.
Ma non ha le conoscenze, “non sa come fare, come crescere”. Ecco perché è bambina.
Ha quindi bisogno di una guida con cui dare inizio al suo viaggio.
La sua prima maestra è la mamma, che agisce – in questo caso – solo da catalizzatore, dicendole: “Va’ dalla nonna, nel bosco”, esattamente come avrebbe fatto uno sciamano che ti invita ad addentrarti nel bosco, di notte, per affrontare la perdizione (archetipo del labirinto e del bosco).
Lo stesso sciamano (o altri sciamani), poi si veste da daimon, parola che nella nostra cultura diventa “demone”, ma che nell’antichità greca svolgeva il ruolo di “accompagnatore dell’Anima”, di Spirito Guida, nei territori sconosciuti (mitologicamente “l’Ade”).
In queste vesti lo sciamano ha il ruolo di spaventare l’iniziando per fargli vivere una morte apparente (nigredo).
Lo stesso che accade a Cappuccetto Rosso, insomma, che arriva dalla nonna giusto quanto è appena stata divorata dal daimon, il Lupo.
Ancora un’indicazione, quindi, che Cappuccetto Rosso è una giovane “Donna che corre coi Lupi”, che sta per ricevere la sua iniziazione: dovrà andare a recuperare “le ossa” (il cadavere della Nonna, una “La Que Sabe”) nel posto più oscuro e terribile che ci sia, ovvero il ventre del mostro, le viscere, l’ombra, l’Ade.
Ecco che quando ne uscirà sarà tornata alla vita con la nonna: avrà quindi sviluppato la Saggezza delle Ossa, grazie alla guida de La Loba.
QUI TROVI LA CONFERENZA INTEGRALE SU “LA LOBA”
Bello e molto interessante…. Grazie
Grazie a te, Anna. ^_^
Felice che ti sia piaciuto ed “interessato”.
“Donne che corrono coi lupi” è ormai la mia conferma come donna, essere femminile.
E pensare che questo libro ho cominciato a leggerlo solamente dopo anni che me lo hanno regalato, perché lo si deve leggere solamente quando ti sei resa conto come sei veramente, anche in seguito a vissuti personali.
Caro Matteo, mi piace molto leggere ciò che scrivi e come uomo, essere maschile, non è facile analizzare lo spirito femminile, in generale, come fai tu.
Comunque, anche io scrivo, ma per il momento, sto pubblicando solo “poesie” [MODIFICA DELL’ADMIN] nel mio blog personale.
A presto, Sara
Ciao Sara e grazie di aver letto (e apprezzato ^_^ ) il mio articolo.
Di “Donne che corrono coi lupi” mi piace il fatto che sia “selvaggio”: credo sia uno di quei libri che ti respinge fino a che non è il momento e quando siete in sintonia, ti rapisce.
Io sono solo stato fortunato e curioso: l’ho scoperto perché secondo me, oggi, uomini e donne devono conoscere ambedue le proprie forze di maschile e femminile.
“Donne che corrono coi lupi” dice molto sul femminile, ma – secondo me – racconta molto direttamente all’anima ^_^
…già…raccontare direttamente all’anima. Mi piacerebbe leggere qualcosa di maschile che racconti direttamente all’anima. Anche se Anima non ha sesso.
Sara, grazie di leggere e dei commenti ^_^
Come vedi, personalmente, ho deciso di coniugare la “Donna Selvaggia” della Estès come “Anima Selvaggia”, proprio perché secondo me maschile e femminile (oltre a essere differenze di tipo fisico e sessuale), sono due aspetti elettromagnetici del campo di ognuno di noi. Ecco perché credo che non esista un “parlare dell’Anima” che sia maschile o femminile, ma… solo qualcosa che venga dal profondo.