
“Riguarda solo me o tutti stanno impazzendo?”, questa domanda ti porta in un istante nella filosofia della “giornata storta”, quella di cui parla Todd Phillips in Joker e di cui parlò Moore nel fumetto “The Killing Joke”. Come la follia, dal cinema, ci parla del mondo reale.
Ti avviso: l’articolo è lungo e contiene qualche piccolo spoiler, ma credo valga l’impegno di leggerlo fino alla fine, perché dopo una riflessione e della tristezza, contiene un germe di possibilità per il presente ed un futuro migliori.
Joker
Psicologa: “Arthur, ho una brutta notizia. È l’ultima volta che ci vediamo“.
Arthur Fleck: “Lei non mi ascolta. Mi fa sempre le stesse domande ogni settimana: come va il lavoro, hai avuto dei pensieri negativi… Sono soltanto negativi i miei pensieri!”
Viene abbandonato dalla vita, dalle possibilità di un amore, di una relazione, dalle sue stesse idee (quelle di fare il comico, come gli diceva la madre, che lo chiama “Happy“), dal futuro.
La filosofia della giornata storta
Lo dice Moore, che al suo fumetto fa mettere in bocca le seguenti parole mentre Joker parla con Batman:
“Ah! Vedo che hai ricevuto i biglietti omaggio che ti ho mandato. Sono contento. Desideravo tanto che venissi qui. Vedi, non è importante anche se mi catturi e mi rimandi nel manicomio… ho fatto impazzire Gordon. Ho dimostrato la mia tesi.
Ho dimostrato che non c’è differenza tra me e chiunque altro! Basta una giornata storta per trasformare il migliore degli uomini in un folle. Ecco quanto dista il mondo da me: una giornata storta.
Follia e normalità
Ecco un paio di idee per una possibile “cura”: una personale ed una sociale.
Allargare orizzonti
Anzi tutto di prendere la vita con leggerezza e con gioco. Che non vuol dire non voler ammettere la bruttezza, ahimé quella c’è, ma significa “mostrare l’altra guancia”: invece di arrabbiarsi e arroccarsi, scappare o accusare, cambiare la propria frequenza e connettersi con pensieri diversi, che non si focalizzano sul problema ma sulla soluzione. O meglio ancora: sulla Bellezza possibile.
Follia sociale
“La parte peggiore di avere una malattia mentale è che le persone si aspettano che ti comporti come se non l’avessi” – Arthur Fleck
Ma la mia tesi è… che sono impazzito. Quando ho visto quale terribile, amara barzelletta sia il mondo, sono diventato matto come un cavallo! Lo ammetto! Perché tu no?
Voglio dire, non sei stupido! Devi capire la realtà della situazione. Lo sai quante volte siamo andati vicino alla Terza guerra mondiale per colpa di uno stormo di anatre su un monitor? Lo sai cosa ha scatenato l’ultima Guerra mondiale? Una polemica su quanti pali del telegrafo la Germania doveva ai suoi creditori di guerra! Pali del telegrafo! Ah ah ah ah!
È tutto una barzelletta! Tutto ciò che chiunque abbia mai avuto a cuore o per cui abbia lottato… è tutto una colossale, demenziale battuta! Perché non ne vedi il lato comico? Perché non ridi?”
La risata
Filosoficamente parlando la risata è una delle due risposte che mettiamo in atto quando non sappiamo come rispondere agli stimoli delle realtà: risata e pianto ci vengono in soccorso quando siamo bloccati di fronte a qualcosa di inatteso o di incomprensibile.
Una storia personale, la mia
Per approfondire:
➠ Filosofia della Specie (TAG)
➠ Filosofia dei SuperCattivi (ARTICOLO)
➠ Depressione, malattia del secolo (ARTICOLO AIFA)
➠ Depressione in Italia (ARTICOLO AIFA)
➠ Yoga della Risata e Depressione (ARTICOLO su laralucaccioni.com)
➠ Coerenza Cardiaca e Depressione (ARTICOLO su laralucaccioni.com)
➠ Scienza della Felicità e Depressione (ARTICOLO su laralucaccioni.com)
➠ Storie di Cambiamento legate alla Depressione (CATEGORIA su laralucaccioni.com)
➠ Joker – recensione su Dire (ARTICOLO ESTERNO)
Il coraggio di aprirsi agli altri di aprirsi a se stessi, scegliere di amare la vita quando sei a un passo dal distruggerla, Joker è reale è possibile, mi ci posso rispecchiare e mi sento fortunato perché mi accorgo di essere circondato da una rete di persone affetti amici colleghi che in qualche modo ci aiutano ad andare avanti, ci aiutano a rimanere attaccati alla vita, una stato di coinvolgimento che nel tempo ha delle basi su cui poggiare, l’albero che cresce sei tu tra raggi di sole e tempesta, grazie.
Grazie Andrea del tuo commento.
Sì, ahimè la condizione rappresentata da Arthur Fleck, in Joker, è reale. Certo un po’ accentuata, ma non così lontata da vederla impossibile. E, un po’ come diceva Leopardi che dal suo pessimismo vedeva una luce nella “social catena”, il recupero della bellezza personale nella vita di ogni giorno e delle sane relazioni sono un basamento che ci dà forza, prospettive e non ci fa sentire soli, ma anzi, in una rete di valore, di sentimento e di senso.
Davvero bello leggerti Matteo… sono molto contenta di conoscere te, Lara e la piccola Bea. Grazie per la condivisione. Io questo film l’ho visto due volte al cinema a distanza di una settimana . Il confine tra follia e normalità è una linea sottile che va sempre allenata: Allargare Orizzonti, la risata … l’ho sperimentato e spero di sperimentarlo ancora su di me. Il pezzo dell’articolo che mi ha colpita:
[…] Anzi tutto di prendere la vita con leggerezza e con gioco. Che non vuol dire non voler ammettere la bruttezza, ahimé quella c’è, ma significa “mostrare l’altra guancia”: invece di arrabbiarsi e arroccarsi, scappare o accusare, cambiare la propria frequenza e connettersi con pensieri diversi, che non si focalizzano sul problema ma sulla soluzione. O meglio ancora: sulla Bellezza possibile.[…]
Grazie Matteo!
Giulia… ma che meraviglia il tuo commento!
Grazie di cuore! Sono lieto che ti sia piaciuto ^_^
Grazie al tuo articolo oggi andrò a vedere il film, so già che mi piacerà.
Ah, ne sono felice! Buona visione a te ^_^