
“Se ti limiti a guardare senza giudicare, la meraviglia è nell’osservare” – Bruce Lee
Le Stanze dell’Immaginazione mi sono arrivate in dono nel 2010 e da quel momento sono stati tantissimi i loro insegnamenti.
Tra di essi c’è certamente la riscoperta della Meraviglia, che non è da prendere alla leggera, poiché in definitiva è quell’atto sacro con il quale permettiamo alla Vita e al Mondo, di essere miracolosi.
Sulle spalle dei giganti
Difficile dire il momento esatto in cui l’insegnamento delle Stanze dell’Immaginazione mi è arrivato. Quello che posso dire è che assomigliava molto ad una “A-ah Experience”, ovvero una delle modalità di insight ed intuizione che sono possibili quando si lavora sul piano della ricezione.
Ovvero è stato un momento in cui una serie di informazioni pregresse, già in mio possesso, si sono trovate ed unite in un senso nuovo e più vasto, capace di spalancare una porta su nuovi mondi. Di certo nell’insegnamento sulla Meraviglia si sono trovate insieme – in particolar modo – le informazioni sul combing di cui parlò tempo fa Igor Sibaldi e il termine “emahò” (non ho ancora certezza che si scriva così e non ne conosco ancora l’origine) che ho spesso sentito pronunciare da Selene Calloni Williams, indicante – appunto – la Meraviglia e l’atto sacro del meravigliarsi.
Anche se il combing e l’emahò mi incuriosivano molto, erano rimasti appesi come degli specchi lucenti nella mia realtà di fondo: mi attraevano, ma riflettevano un’immagine di superficie, senza svelare il loro segreto, ovvero l’insegnamento che potevano dare. Cosa che invece mi accadde poi con Le Stanze dell’Immaginazione.
Mi mancavano dei “perché” e dei “come”, insomma, perché volevo imparare a “stare nella meraviglia”.
La Meraviglia nelle Stanze dell’Immaginazione
Di fatto l’insegnamento sulla Meraviglia delle Stanze dell’Immaginazione è semplice: solo se stai nella Meraviglia puoi “vedere oltre”.
Il che è assai facile da comprendersi perché quando siamo nella meraviglia cogliamo dei dettagli della realtà che fino a pochi istanti prima erano invisibili o reputati di poco conto. In questo la meraviglia è identica all’innamoramento.
Delle domande vengono spontaneamente: perché “stare nella meraviglia”? Come?
Meraviglia, Miracolo e Giudizio
Il perché della Meraviglia è semplice: permettere alla Vita, al Mondo, di tornare ad essere un Paese delle Meraviglie.
Tutto ciò che è Bello non può non essere visto.
Ed il “mirabile” è proprio “ciò che si fa vedere”.
Ecco perché ho scritto già molto sul “mirabile” (ad esempio l’articolo sulla Filosofia del Cuore, il Miracolo e la Meraviglia) e sulla Bellezza in generale: il Bello si fa vedere, ci chiama a sé, e ci proietta in un mondo che sta al di là del mondo. Platone diceva che “il Vero si nasconde dietro al Bello” ed ecco che la Bellezza, la Meraviglia, sono la porta per la Verità.
Stare nella Meraviglia, in pratica, significa riconoscere un’Anima alle cose, così che esse non siano solo più il nostro riflesso (o un giudizio), ma sia cariche della loro vita e, quindi, di informazioni e segreti per noi.
Com’è possibile, allora, “stare nella Meraviglia”?
La realtà che viviamo è spesso limitata alla “percezione delle cose”, una sorta di illusione, un sistema di comodo, creato dal processo automatico del giudizio, che riporta tutte le informazioni entro al solito recinto, l’idea che abbiamo del mondo, come fossero un gregge.
Stando nella Meraviglia, invece, ci poniamo di fronte ad una realtà sempre nuova: la Bellezza ci permette di scorgere quel qualcosa di invisibile e di magico, la Verità, che sta in tutte le cose (esattamente come insegna Alice quando attraversare lo specchio ed accede al Paese delle Meraviglie).
Così, sarebbe da portare nel qui e ora del reale quanto insegno quando accompagno i gruppi nell‘Attivazione delle Stanze dell’Immaginazione, ovvero quell’attitudine di guardare alle cose sia con gli occhi, perché la forma è importante (se hanno scelto quell’aspetto è perché veicola un significato utile), sia con gli occhi del Cuore, collegandosi all’Immaginazione, per assaporare anche i loro segreti, svelati dalla Bellezza e densi di Miracolo e Meraviglia.
Stare nella Meraviglia, quindi, significa imparare a “stare al di qua del giudizio” per poter andare “al di là del mondo”.
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