
“La prossima volta che nasco ateo, lo faccio in un paese dove quelli che credono in Dio credono in un Dio felice”
– Alessandro Baricco
Argomento difficile, in cui introdursi è tortuoso: non sono teologo e non conosco molte religioni, ma sono un osservatore e mi piace spaziare in quei luoghi dove c’è un profondo silenzio, quelle immensità in cui è dolce “naufragare”, per oltrepassare la mente e scorgere le “idee”.
Dèi e dee antichi
Secondo me gli dèi sono una filosofia, un’idea, un processo che troviamo anche nelle più arcaiche culture per il quale l’uomo si “immagina mondi e dèi” là dove non vede altro che il mistero.
E’ molto probabile che agli “inizi” gli dèi e le dee fossero fenomeni di natura: lo sbuffare dei vulcani, la nascita dei bambini dalle madri, i fulmini e tutte quelle energie che in qualche modo si manifestavano in natura. Fenomeni che avevano di certo delle cause che, però, non potevano essere riportate alla ratio dell’epoca, la loro logica razionale, non erano “relegabili” (non oggetto di una religio), quindi, ma solo narrabili o… immaginabili.
Ma anche perché l’immaginazione è quel confine sacro tra i mondi in cui energie invisibili si affacciano e diventano “immagini”, volti, idee. E’ il luogo dove il “vedere” e l'”essere” sono la stessa cosa. E’ dunque sempre stato il luogo ideale dove incontrare il divino.
Gl-i-dei e le i-dee
Erano il “modo di vedere le cose”: non solo una sterile spiegazione dei fenomeni, bensì un complesso cosmo di energie “con un volto” che partecipavano attivamente alla vita dell’uomo. Insomma, gli dèi greci non erano solo in un “al di là”, ma erano anche nel cuore e nel mondo di chi li “vedeva”.
Facevano parte del modus vivendi dell’essere umano. Erano le sue sfingi, i suoi confini, ed allo stesso tempo i veicoli di una possibile conoscenza altra.
Gl-i-dei e le i-dee, qui e ora
Chi crede in dèi vicini, naturali, chi in spiriti che sono in ogni dove, chi in un Dio buono e chi in uno vendicativo; per ognuno, informazioni diverse, una diversa immagine di un dio, che lo guidano a leggere il mondo, i suoi accadimenti e se stesso in un certo modo, piuttosto che un altro.
Dipende se la tua immagine di un dio è al maschile o al femminile, se è trascendente o immanente, se è filosofico o antropomorfo e via dicendo…
Caro Matteo,
com’è rassicurante il tuo magico mondo dell’Immaginazione, dove il vedere in greco si intreccia con la sacralità della vita in tutte le sue manifestazioni!
Grazie, le tue parole mi hanno tenuto in compagnia della speranza in un momento in cui sentivo nel cuore il freddo del terremoto.
Sei un’anima piena di coraggio e di idee…eidee..eidein..eidei…vai avanti tu…
Ciao Marina ^_^
E grazie, di cuore, per le belle parole che mi rivolgi. Son felice che ti sia arrivato il “senso” di questo articolo e di quella bellissima apertura che l’immaginazione (o l’immaginale) permette nel mondo.
Un abbraccio a te!
Moltissimo.Ti sento vero. Mi risuonano le parole i concetti le idee..tutto in una danza che mi avvolge e mi trasporta in altri mondi i tuoi i miei..colgo lo spirito che come una freccia mi raggiunge mi apre il cuore e mi fa Vedere..ritrovo la mia immagine ..”dolce mi è naufragare in questo mare..”
Grazie mille!
Son felice che il senso profondo dell’articolo ti sia arrivato.
E grazie di aver dedicato tempo a leggerlo ^_^
Bellissima questa immagine della divinità in tutte le cose del mondo. La condivido … dentro di me ho sempre sentito che e così. . E leggerlo mi fa stare bene.
Grazie.
Grazie del tuo commento, Tina! ^_^
Sono felice che riconosci “l’immagine del dio” in tutte le cose.
Un abbraccio