![Immaginazione e Sé. [art.2/3: L’Immaginale, tributo ad Henry Corbin]](https://www.matteoficara.it/wp-content/uploads/2014/10/header-articoli56.png)
Immaginazione e sé, da soli, potrebbero essere argomenti sui quali poter discutere all’infinito (ed il problema di pone). Nel precedente articolo (Immaginazione e Sé. [Che cos’è l’Immaginazione?]) ho provato a dare una definizione di questo termine a me così caro: l’Immaginazione.
Alla fine dell’articolo, però, eravamo stati in grado (oltretutto tralasciando moltissimi contributi utili alla riflessione, che in un articolo di blog, proprio non potevano stare) soltanto di dare un’accenno circa che cosa, l’immaginazione, non fosse.
Cerchiamo quindi ora di proseguire con il nostro viaggio, entrando nel fantastico mondo del sufismo iraniano, per come ce lo ha ricordato Henry Corbin, maestro d’immaginazione anche per lo stesso James Hillman, nel libro: “Immaginazione Creatrice. Le radici del Sufismo”.
In che modo fare un viaggio fino in Francia, da Corbin, e nella mistica iraniana puoi aiutarci a comprendere che cos’è l’Immaginazione?
Andiamo a scoprirlo insieme, entrando nel mondo dell’Immaginale.
La questione del “regno”
Perché parlare di un “Regno dell’Immaginazione” o, usando le parole di Corbin, dell’ “Immaginale”?
I motivi sono moltissimi e, tra essi, non possiamo esimerci dall’inserire quelli più prettamente cabalistici. Eccone alcuni, tra i tanti, che ci riguardano da vicino e che ci possono aiutare nella comprensione:
- non esiste un regno senza un re, che ne è governatore.
Il regno dell’Immaginazione, anche chiamato “Regno delle Possibilità”, è un vastissimo territorio che, per quanto lo si esplora, non lo si potrà mai esaurire del tutto. Chiudere gli occhi e proiettarsi nell’Immaginazione significa uscire dai limiti della realtà, quella percepita, e ritrovarsi in un mondo onirico, ove i paradigmi del possibile sono estesi e dove il re è ognuno di noi;
… - il regno ed i suoi confini.
Nonostante che l’Immaginazione non abbia confini, il termine “regno” è forse quello che meglio riesce a farcene comprendere la natura, invitandoci ad immaginare non tanto un appezzamento di terreno, quanto una vastità invisibile e concreta. Invisibile perché senza confini visibili e concreta perché legata al terreno. Inoltre, il termine è abbastanza vicino per essere considerato aborigeno ed abbastanza lontano, per richiamare ad un mondo fantastico. Un po’ lo stesso che accade parlando del “regno dei cieli”, similitudine neanche tanto casuale.
… - Malkut, il Regno.
Chi ha anche solo una minima infarinatura di Cabala (o kabbalah), sa bene che la prima sephirot, a partire dal “basso” dell’Albero della Vita, è Malkut, il Regno.
…
Ma in che modo, il Regno dell’Immaginazione, che appare come qualcosa di incredibilmente onirico e “altro” dal reale tangibile, è legato o legabile a Malkut?
E come, questo, ci spiega Immaginale ed Immaginazione?
Immaginazione ed Immaginale
Senza entrare troppo nel merito delle ricerche e degli studi sul sufismo iraniano (lo farò in altri articoli, con calma) dico solo che uno dei grandi contributi all’Immaginazione portati da Corbin, è stato quello di restituirle una realtà ontologica, ovvero “di essere”.
L’Immaginazione, sembra, non è più soltanto quel luogo del pensiero (forse proprio non lo è mai stato), bensì è il luogo di incontro della realtà concreta, tangibile e sensibile, con la realtà non sensibile, intangibile ed invisibile, che ne è alla base, quasi ne fosse sia struttura che contenuto.
Vista in questo modo, l’Immaginazione, diventa la matrice, l’interfaccia che permette alle due realtà la scambio di informazioni, la comunicazione, la relazione.
Henry Corbin, ben consapevole della confusione insita nella parola italiana e nella sua storia (non solo filosofica), cerca di sostituire la parola “immaginazione” con il termine “immaginale”. In questo modo, creandolo ex novo (e quasi ex abrupto), ma non dal nulla.
Il tempio
Un altro termine che torna nel lavoro di H. Corbin è il “tempio”. Dato che molti dei suoi testi sono ancora in attesa di una mia lettura, per ora mi sono accontentato di una breve ricerca etimologica sul termine, per comprendere in che modo potesse unirsi alla trama dell’Immaginazione-Immaginale, e di qualche seduta di riflessione e meditazione.
Tempio: “come indicava Varrone, il tempio era lo spazio sacro immaginario che l’augure indicava (o selezionava) per l’interpretazione del volo degli uccelli”
fonte – http://www.etimo.it/?term=tempio
In breve, l’immaginazione tornava ad associarsi al “tempio”, perché essa stessa lo era: un luogo (il regno) sacro, che permette la “divinazione”, ovvero l’intuizione di ciò che è nel profondo, che è quasi una capacità medianica o profetica di vedere altro.
Letto in questo modo, l’Immaginale diventa: quel luogo (regno) dotato di qualità ontologica, che si interpone tra il mondo sensibile ed il soprasensibile, permettendo la comunicazione tra essi, attraverso la sua qualità sacra (il tempio) di manifestare immagini profetiche.
Arrivati fin qui, dopo questo breve viaggio, che meriterebbe molto di più, abbiamo guadagnato un significato profondo di che cosa sia l’Immaginazione. Ora non ci resta altro da fare, per chiudere la nostra riflessione sull’aforisma di Jung, che attendere il prossimo articolo: “Immaginazione e Sé. [art. 3/3: I due mondi ed il fiume Immaginazione]” e chiudere il cerchio…
Grazie e’ qualcosa che ho Sempre percepito e ha costituito in grosso impedimento per la COMUNICAZIONE. Il Tuo chiarimenti mi aiutera’ certamente a superstar tale ostacolo. Grrazie di auroradelviveramando
Sono felice che tu abbia trovato utile l’articolo, Aurora! 🙂
Per completezza (dato che è comunque un articolo un po’ datato), ti invito a leggere anche:
1) un articolo su tutti i tipi di immaginazione:
https://www.matteoficara.it/immaginazione-attiva-creatrice-ricettiva-fantasia-immaginale/
2) un articolo per riprendere a immaginare, se si hanno difficoltà:
https://www.matteoficara.it/immaginazione-rotta-come-tornare-a-vedere-in-5-mosse/
Magari fammi sapere se li gradirai!
Se hai altre domande, invece, chiedi pure!