
L’Immaginazione è il modo di pensare più evoluto che abbiamo: ci permette di portare la coscienza oltre i confini del razionale, nei luoghi profondi del pensiero, per conoscere cose altrimenti impossibili, per vederci in modo nuovo e riattivare facoltà dimenticate.
Da quando è iniziata la mia avventura con l’Immaginazione – correva l’anno 2009, con l’esperienza dei Maestri Invisibili di Igor Sibaldi – ho potuto sperimentare, studiare e imparare moltissimo su questa incredibile facoltà umana.
L’Immaginazione ci permette non solo di fantasticare, memorizzare e creare, ma anche di relazionarci, di progettare futuro e di conoscere quello che non sappiamo ancora.
In definitiva l’Immaginazione ti permette di espandere la coscienza al di là dei territori della ragione e del mentale, fino ad esplorare luoghi di potere del pensiero profondo.
Immaginazione
Non mi stuferò mai di dire che oggi, dell’Immaginazione, si conosce troppo poco. In particolare negli ambienti della “spiritualità”, dove si parla quasi esclusivamente della sua funzione”creatrice”.
Ma l’immaginazione è molto di più e oggi – dopo 10 anni di studi, pratica e ricerca – me ne appassionano soprattutto l’aspetto antropologico, citato più volte da Harari (“Sapiens“), Bachelard e Durand (“Le strutture antropologiche dell’immaginario“) e quello sociologico, che ho trovato in Mills (“L’immaginazione sociologica“) e in alcuni testi della Oxford Press (come “Handbook of Imagination and Culture“).
Ri-conoscere la funzione antropologica e sociale dell’immaginazione significa recuperarne il potere in tal senso. Che potere? Te lo spiego tra qualche riga.
Attualmente la funzione dell’immaginazione che uso di più e che conosco meglio è sicuramente quella contemplativa: non per “creare immaginando”, quindi, ma per scoprire zone del pensiero profondo e loro facoltà.
È realmente possibile?
Certo, te lo spiego nel prossimo paragrafo.
Il potere dell’Immaginazione
Quali sono le possibilità che l’immaginazione ci dà?
Cosa possiamo fare grazie a questa capacità?
Inizio dicendoti che ho scritto moltissimo su questo tema, in particolare in un articolo su “tutti i tipi di immaginazione” che ogni tanto aggiorno. Per cui qui trovi solo una parte della riflessione.
Partiamo dal potere (le possibilità che ci dà) della facoltà immaginativa creatrice.
Molto semplice: immagini una scena, un’idea, una possibilità, la immagini con estremo dettaglio, la vivi, la senti, ci entri dentro e la richiami continuamente, ogni giorno, e quell’immagine si fissa in te, realizzandosi.
Vero o falso? Alcune ricerche tendono a dire che siamo molto suggestionabili (cioè possiamo cambiare idee, certezze e sistema di pensiero, quindi anche azioni e realtà) e che, quindi, se immaginiamo bene, con reale continuità e non abbiamo schemi mentali che vanno in direzione contraria, possiamo cambiare realtà con l’immaginazione.
Lo dicevano le ricerche di Maltz, gli studi e le pratiche di ipnosi (personalmente tempo fa mi interessai del lavoro di Giuseppe Vercelli) ed alcune ricerche sull’impatto della visual imagery sulle performance (come ad esempio quello di Marshall e Gibson del 2017, dal titolo: “The Effect of an Imagery Training Intervention on Self-confidence, Anxiety and Performance in Acrobatic Gymnastics – A Pilot Study?”).
Al secondo posto troviamo la facoltà immaginativa antropologica e sociale, di cui ora mi sono appassionato e che inizia dalle prime rappresentazioni umane nelle caverne.
Secondo Yuval Noah Harari questa capacità era alla base della creazione di quei “miti” che ci hanno permesso di unirci in grandi società. L’Immaginazione ci ha permesso di prevalere sulla natura e sulle altre specie, insomma.
Infine la facoltà contemplativa (o di pensiero) dell’Immaginazione.
In questo caso l’Immaginazione viene considerata come un modo di pensare nuovo, analogico, che ti permette di portare la coscienza al di là dei confini della ragione e del suo schematismo (la percezione delle cose chiamata “mondo”) per scoprire qualcosa che non sai, per vedere la sottile essenza delle cose, per espandere la coscienza e farle esplorare territori del pensiero profondo.
Le Stanze dell’Immaginazione®
Perché parlare di Le Stanze dell’Immaginazione®?
Per spiegarti l’utilità dell’immaginazione contemplativa con ciò che conosco meglio.
Dal 2010 (quando le ho trovate) ad oggi, ho avuto modo di conoscere sempre meglio e più approfonditamente questi luoghi di potere del pensiero e mi hanno permesso di comprendere molto di nuovo sull’Immaginazione.
Ho capito, ad esempio, che il pensiero è un territorio né mio e né tuo. Un po’ tuo, perché quando vi accedi ci trovi come uno specchio che ti parla di te, ma allo stesso tempo un po’ “collettivo” (Jung docet), perché permette delle funzioni “sociali” tra più individui.
Il pensiero è un luogo che puoi esplorare per scoprire luoghi di potere della coscienza e facoltà da riattivare.
Le Stanze dell’Immaginazione® ti aiutano in questo: sono strutturate in modo da farti esplorare piccole porzioni di questi spazi in modo sicuro, grazie al codice di accesso e uscita della coscienza da quei luoghi.
Cos’è un codice?
Semplice: in un linguaggio (perché l’immaginazione è un linguaggio) il codice è l’insieme dei segni e della grammatica che ti permette di usare i segni (lettere, suoni, simboli) per esprimere concetti e contenuti in modo corretto e comprensibile (secondo la grammatica, insomma).
Nel caso dell’immaginazione i segni sono immagini e la grammatica sono le regole da seguire per poter comprendere le esperienze che si vivono.
Se sai come farlo, quindi, ci sono territori vastissimi da esplorare per scoprire qualcosa di te e vedere la realtà delle cose in modo diverso, non razionale, ma analogico.
Se sai come farlo puoi iniziare a pensare in modo immaginativo e andare oltre i confini che hai dentro te, nel sistema di pensiero.
Se sai come farlo puoi ritrovare capacità dimenticate e riattivarle.
Se cerchi uno strumento o un’esperienza per scoprire questi luoghi, o almeno parte di essi, in modo sicuro, ti invito a scoprire Le Stanze dell’Immaginazione® 😉

Per approfondire:
➠ Tutti i tipi di Immaginazione (ARTICOLO)
➠ Immaginazione (TAG)
➠ Immaginazione Filosofica (ARTICOLO ESTERNO)
➠ Le Stanze dell’Immaginazione (PAGINA)
➠ Visual Imagery (ARTICOLO)
➠ Immaginazione Creatrice (ARTICOLO)
➠ “The effect of an imagery intervention on self-confidence, anxiety and performance in acrobatic gymnastics” (STUDIO – ENG)
➠ “Maestri Invisibili”, Igor Sibaldi, Mondadori (LIBRO)
➠ “Sapiens”, Yuval Noah Harari, Bompiani (LIBRO)
➠ “Le strutture antropologiche dell’immaginario”, Gilbert Durand, Dedalo (LIBRO)
➠ “L’immaginazione sociologica”, Charles Wright Mills, ilSaggiatore (LIBRO)
➠ “Handbook of imagination and culture”, Tania Zittoun e Vlad Glăveanu, Oxford Press (LIBRO)
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