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16 Novembre 2015 By Matteo Ficara 2 Comments

Il potere dell’Accettazione. Gurdjieff, Le Stanze dell’Immaginazione, il Nero Perfetto.

Il potere dell’Accettazione. Gurdjieff, Le Stanze dell’Immaginazione, il Nero Perfetto.

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“Non devi cercare di fare in modo che le cose vadano come vuoi, ma accettare le cose come vanno: così sarai sereno” – Epitteto

Talvolta si usa dire che è “tutto perfetto così com’è”. Poi, però, se capita un incidente o qualcosa di seccante, è difficile accettarlo e spesso ci si rassegna soltanto.
Sì perché una cosa è la rassegnazione ed un’altra l’Accettazione, che scopriamo insieme – se ti va – con Gurdjieff e la tecnica del Nero Perfetto in Le Stanze dell’Immaginazione.

Che cos’è l’accettazione? In che modo si differenzia dalla rassegnazione?
E soprattutto: qual è il suo potere?

Ti anticipo qualcosa: si dice che l’accettazione apra porte sul mondo invisibile, quello delle potenzialità, lo spazio delle varianti di Zeland, l’Immaginazione… Scopri come!

 Accettazione e Rassegnazione 

Come ben sai, prima di procedere è per me fondamentale “comprendersi” e quindi dedico le prime righe a creare un significato comune dei termini che useremo, in particolar modo “accettazione” e “rassegnazione”.

L’etimologia di accettazione ci indica semplicemente uno stato di piena ricezione (ad-capere, con l’intenzione di prendere); mentre rassegnazione arriva da una ri-assegnazione (ri-ad-signum, ovvero togliere un sigillo, un segno, un marchio e metterne un altro).

In entrambi i casi c’è quindi uno “spostamento”: si lascia che un qualche tipo di forza, come la provvidenza, badi a sistemare le cose. Ma in realtà nella rassegnazione c’è una rinuncia (si toglie il sigillo, il proprio “nome”), mentre con l’accettazione c’è un movimento positivo (si va incontro, con intenzione, alla nuova disposizione delle cose).

Il “potere dell’Accettazione” è quindi quello di disporre un atteggiamento positivo?
Non solo…

 Il Potere dell’Accettazione ed il Nero Perfetto 

Dietro all’accettazione c’è molto di più. Abbiamo detto che “accettare” equivale ad un modo di fare le cose un po’ particolare, in cui “disponiamo un’energia (ed un’intenzione) positiva” verso una “provvidenza”, una forza invisibile, che realizzerà il suo progetto.

Questa “forza invisibile”, nelle diverse culture, è ogni volta chiamata con nomi diversi. Tra questi finora ho usato la parola “provvidenza”, ma se volessimo usare termini propri di un maestro come Gurdjieff, useremmo volontà.
Secondo i termini del maestro, infatti, nulla esiste senza una volontà, ma allo stesso tempo è assai difficile che un uomo “possa fare”, ovvero che sia in grado di avere una sua volontà. Più spesso capita che qualcosa agisce attraverso di lui, senza che ne sia affatto consapevole.
Nei nostri termini questa è la rassegnazione: il subire passivo una volontà sconosciuta.

Per uscire da questa impasse, il maestro suggerisce di aumentare il livello dell’energia con cui si sta lavorando (quella automatica), con un semplicissimo esercizio, detto “del sì e del no”.

Quando scegliamo di compiere un’azione, in realtà stiamo solo re-agendo a stimoli esterni. Non c’è una nostra volontà, insomma, ma solo una reazione (secondo Gurdjieff, a questo livello non c’è neanche un “Sé”) e per uscire da questo meccanismo dobbiamo lavorare “con il sì e con il no”: vuoi una cosa? Prima di agire lavora con il sistema di pensiero opposto. Immagina di volere e non volere quella cosa.
Valutando gli opposti si genera uno shock al sistema reattivo, per il quale siamo chiamati “ad essere”, a mettere in campo una scelta (che è ancora lontana da una volontà, ma comunque non è più il semplice automatismo).

A conti fatti, il lavoro con il “desiderio” ed il “non desiderio” di qualcosa, è lo stesso che avviene con la tecnica del Nero Perfetto, una particolare tecnica appartenente alla cultura esoterica cristiana, ahimè ben poco conosciuta.
Fino ad oggi ne ho trovato qualcosa solo nell’opera “Meditazioni sui Tarocchi”, edito da Estrella De Oriente (autore anonimo), circa l’arcano dell’Eremita.

 Accettazione e Stanze dell’Immaginazione® 

Ma il Nero Perfetto è poi tornato, a sorpresa, nel 2010/2011 quando ho ricevuto (ero in meditazione) con Le Stanze dell’Immaginazione. Ha deciso di alloggiare nella Stanza n.4, detta “del Rumore Assordante” (per via della cascata che contiene e della molta, fitta e viva vegetazione).
Una Stanza, guarda caso, che svolge proprio il ruolo di “lasciare andare”, in particolar modo le aspettative, ma non solo: una volta seduti su un sasso posizionato sotto alla cascata, infatti, possiamo compiere la magia del Nero Perfetto, attivando quello che chiamo “un Campo di Accettazione”, con tutti i suoi benefici.

Quali benefici?
In parte lo abbiamo già visto: lavorare “con il sì e con il no” contemporaneamente, ci permette di salire nella gradazione delle energie, spostandoci da quella automatica a quella sensibile e, quindi, di lavorare alla formazione di Sé più grandi, organizzati, consapevoli e capaci di fare.

Ma non solo: si è detto che l’accettazione è come andare in contro alla provvidenza, ovvero ad una volontà invisibile alla quale non solo lasciamo la piena libertà di compiere azioni nella nostra vita, ma cui andiamo incontro, consapevoli che nella sua saggezza c’è molta più bellezza che non nel nostro punto di vista singolo.

Il volere di cui siamo capaci, in definitiva, è un volere di reazione a stimoli esterni, è un volere appartenente al “mondo-delle-cose” (che la scienza ha dimostrato essere il 5% di tutto ciò che è veramente).
Creare un Campo di Accettazione, invece, significa abbracciare l’invisibile, il 95% della nostra realtà, l’Energia. Significa lasciare la finestra aperta all’Universo, al Grande Dio Pan, che con la loro forza generatrice, la Volontà, non solo sanno ciò che è meglio per noi, ma lo sanno anche “fare”.

“Da una parte siamo attratti nel mondo, e questo anelito è la base di ciò che comunemente chiamiamo “desiderio”. Dall’altra, siamo attratti entro di noi, verso la nostra natura superiore invisibile, e questo, come ha fatto Gurdjieff, possiamo chiamarlo “non desiderio”
– tratto da “L’Uomo Superiore” di Bennett, allievo di Gurdjieff

Così capita, come per magia, che quei progetti che per lungo tempo abbiamo cercato di realizzare, una volta “affidati” a mani più sapienti, si realizzano in un istante: accettando l’opposto si lasciano andare le aspettative, si smontano gli schemi reattivi di comportamento e si lascia uno spiraglio aperto alla Provvidenza (io preferisco dire “al Miracolo”).

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Filed Under: Blog, Filosofia del Profondo, Immaginale, Stanze Immaginazione Tagged With: filosofia, Filosofia del Profondo, Gurdjieff, Immaginazione

Matteo Ficara

Filosofo, Scrittore
Ideatore di Le Stanze dell'Immaginazione®

Mi impegno a scorgere visioni migliori e a narrare prospettive per realizzare un'evoluzione verso la Specie Felice.
Fin dalle caverne abbiamo raccontato chi siamo nelle immagini disegnate e nelle storie narrate. Raccolgo queste storie antiche, decodifico le immagini con cui ci rappresentiamo oggi e mi impegno a pensare futuro.
.
Scopri di più su di me nella BIO.

Comments

  1. Rosalymarygio says

    3 Febbraio 2018 at 1:37

    Trovo spesso una sincronia tra ciò che vivo e dopo ciò che leggo..le idee che condividi sono perle d’amore! La tua missione è diffondere creare connessioni aprire porte ..
    Una missione meravigliosa o come ti piace di più …miracolosa! Un immenso grazie!

    Rispondi
    • Matteo Ficara says

      3 Febbraio 2018 at 1:43

      Wow, che bello il tuo commento!
      Grazie ^_^

      Rispondi

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MATTEO FICARA
Filosofo, Scrittore
Ideatore di Le Stanze dell’Immaginazione

Nel 2010, seguendo gli Spiriti Guida indicati da Igor Sibaldi, scopro Le Stanze dell’Immaginazione, pratica di espansione di coscienza e ampliamento del pensiero.

Le ricerche sul tema Immaginazione mi portano ad approfondire i territori della narrazione, come il mito, la fiaba e il mondo del fantastico; e le regioni del pensiero, dalla filosofia esoterica a quella accademica, approfondendo temi come il pensiero visionario, quello riflessivo, critico e strategico.

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