
Lavorando da anni sul tema della Consapevolezza, credo che ci siano molte cose da dire al riguardo: cos’è, cosa non è, come si distingue dalla coscienza e dal “capire” e anche… di cosa è fatta. Perché probabilmente ci sono dei componenti, degli ingredienti per i quali ci si può definire più o meno consapevoli.
E secondo me questi principi sono 4: l’Attenzione, il Sentire, la capacità di Stare nel Cuore e il Vedere.
Consapevolezza e Attenzione
Il primo principio è sicuramente quello di rendere consapevole la nostra capacità di portare l’Attenzione sulle cose. Che si focalizzi in un punto, sul corpo, sul respiro o su un ambiente più vasto come la relazione che c’è tra noi e l’ambiente (o addirittura sull'”essere”), l’importante è che l’attenzione ci venga portata… con attenzione. Si potrebbe quasi dire che l’attenzione, l’essere presenti, è ciò che sancisce se un’azione, un pensiero, un’emozione sono all’interno della nostra consapevolezza o meno.
Su questo Gurdjieff fece un’interessante divisione dei diversi livelli di energia, individuandone alcuni come “al di sotto della soglia della consapevolezza” e talaltri “al di sopra di essa”. Se pensiamo al lavoro continuo di tutte le cellule del nostro corpo, questa vita è sicuramente al di sotto della nostra possibilità di attenzione e lo stesso vale per alcune delle energie cosmiche più sottili, come l’Amore.
Il Sentire
Il secondo principio è sicuramente il Sentire, ovvero quel canale di ricezione delle informazioni invisibili che vengono dalle cose, che passa dai sensi. Pensaci: un bambino non ha bisogno di conoscere una persona, sente subito se è buona o no per lui. E così è con tutte le cose: c’è un’intelligenza che non è della mente, ma – diciamo così – dello stomaco, che ti permette di riconoscere “di pancia” quello che è per te o non è per te.
Il Sentire comincia lì sul confine del corpo e si allunga sul mondo, come un’espansione naturale (e invisibile) di quello che siamo. È probabilmente il mezzo che usano i non vedenti per dialogare e comprendere il mondo.
Da tutte le cose emanano significati che sono al di là del visibile e che non possono essere capiti razionalmente, ma solo ascoltati e per essi c’è il canale dei sensi, il Sentire.
Tenere il proprio sentire acceso significa entrare in una relazione emozionale col mondo e con la vita. Gurdjieff diceva infatti che le energie “della Vita” possono essere comprese solo attraverso il canale emozionale (il meno conosciuto e allenato dell’essere umano). Attivare il Sentire significa letteralmente ricominciare a vivere con entusiasmo, gioia e pienezza.
La capacità di Stare nel Cuore
Si fa un parlare esagerato dello “stare nel Cuore” e lo si fa ahimè troppo spesso in una modalità “new age” o hippie, che sembra dettare qualcosa come: “Tu ama lo stesso”. Oltre a essere pericoloso, secondo me, ci porta lontano dal cuore e dalla sua realtà: se ci diamo di cuore a chi ci fa soffrire (come dimostrano le ricerche di Lowen) non facciamo altro che far soffrire il nostro cuore, creando un circolo vizioso di sofferenza e malessere.
Ci sono molti modi per stare veramente nel Cuore, metodi studiati anche scientificamente, ad esempio quelli suggeriti dalla HeartMath Institute americana, che si occupa appunto di scoprire cosa significa e cosa comporta, a livello scientifico, stare nel cuore. In Italia l’unica trainer della Coerenza Cardiaca scientifica della HeatMath Institute è – e ne sono veramente felice – la mia consorte Lara Lucaccioni.
In poche parole la coerenza cardiaca comporta la creazione di un “centro di gravità permanente”, un campo elettromagnetico del cuore, che ha innumerevoli effetti positivi su di te e sull’ambiente circostante, comprese le persone che vi gravitano (ti invito a scoprirne di più in questo articolo nel sito di Lara).
Il Vedere
Nel mio sito ho parlato del “vedere”, collegandolo al Cuore e all’Immaginazione, almeno un milione di volte, ma adesso ne parlerò in un modo che conoscono in pochi.
Come ben sai, nel 2010 ho ricevuto (non amo il termine “canalizzato”) Le Stanze dell’Immaginazione®, che ho poi sperimentato da solo per 4 anni, prima di iniziare a condividerle nei gruppi, insegnando a dialogare con Anima attraverso questo linguaggio da me codificato.
Quello che non sai è che circa un anno fa ho iniziato a sentire che era ora di “insegnare ad insegnare” le Stanze ad altri. Era ora di lasciare il testimone, insomma. E quando sono sceso nelle mie Stanze dell’Immaginazione a chiedere cosa fosse necessario per poter fare questo passo, mi venne detto: “Devi insegnare un modo di essere”.
Di fatto, il vedere immaginativo del cuore non è altro che un profondo stato di consapevolezza che unisce gli altri 3 pilastri:
- se hai un’attenzione vigile;
- se il tuo sentire è attivo, vivente;
- se stai nel Cuore;
… allora quelle informazioni che vengono dal Sentire, raggiungono il Cuore e si trasformano in una serie di volti, di immagini, in cui puoi scorgere, con la tua Attenzione vigile, quello che cerchi.
Fu su queste basi che ideai OZ – OltreZen.
Il commento più con i… piedi per terra è che, ora più che mai, sono consapevole della mia consapevolezza, cosciente della empatia. Con me stesso e con chi incontro, tutti i giorni o una volta nel mio percorso.
Ecco perché sarò con Voi il 24, 25 e 26 agosto!
E noi siamo felici che ci sarai! ^_^
Grazie!