
Eros: demone da incatenare o forza vitale da liberare? Cerchiamo di comprendere il valore dell’Eros per la nostra Specie e società, tra sostenitori del secondo Freud, religiosi e tabù a confronto con le tesi filosofiche di Marcuse, le ricerche di Reich e un po’ di filosofia applicata.
Ho già scritto molto sul tema dell’Eros, ma non molto – ancora – sulla sua relazione con la Specie. Divertente teorizzare un “homo eroticus”, soprattutto per dare un’apertura a orizzonti che erano, piano piano, venuti limitandosi e chiudendosi (a riccio), generando tabù.
Cos’è, quindi, l’Eros? Quali le sue funzioni? Come sarebbe una Specie erotica?
Mille sfumature di Eros
Abbiamo letto e riletto l’Eros in moltissimi modi, quasi tutti vicini all’altro tema “piccante” – quello della sessualità – trovandoci però spesso bloccati in confini sociali molto rigidi e che oggi stanno venendo tutti rimessi in profonda discussione:
- identità e genere;
- relazione amorosa, famiglia e società;
- teorie del piacere, giustizia e costume.
Se volessimo, quindi, potremmo parlare di Eros con una continuità notevole e forse senza riuscire a definirlo con esattezza unanime. Ma di ciò, non ci preoccupiamo, perché la filosofia ci aiuta non a trovare risposte, quanto ad ampliare le domande e orizzonti.
La versione dell’Eros che ho trovato più interessante è sicuramente quella delle ricerche di Reich – allievo del primo Freud, di cui dimostrò scientificamente la teoria della libido, ovvero dimostrò che l’Eros è l’energia pulsionale della Vita. Ne trovi una buona descrizione in “Reich e Gurdjieff“, edito da Spazio Interiore.
Un Eros non vincolato alla sessualità, ma inteso come energia del piacere e della vita stessa, che si riproduce per unione degli opposti.
Eros e Civiltà
Secondo Freud il “principio di piacere” (la spinta libidica dell’Eros), deve essere in qualche modo incanalato e sublimato verso il più adulto “principio di realtà”. Questo permette di costruire e mantenere viva la società costituita.
In risposta a queste teorie espresse da Freud in “Il disagio della civiltà“, Herbert Marcuse (nel ’55) scrive il suo “Eros e Civiltà“, in cui propone un’idea diversa: invece che sacrificare l’Eros per funzioni altre… liberarlo, vivendolo.
Solo liberando l’Eros, vivendolo e non soggiogandolo, l’uomo può vivere in modo felice. Altrimenti è schiavo di quel “principio di prestazione” che gli chiede il costante sacrificio delle forze del piacere verso il dovere.
La società della performance
La realtà descritta da Freud e contro la quale Marcuse ha lottato è quella con cui ancora oggi facciamo i conti: la società della performance, della produzione e del consumismo.
E quel meccanismo del “produrre per produrre” che è diventato sacro, dogmatico, inesplorabile, arroccato, è perfetta immagine della finta democrazia, non-libera e anzi totalitaria (perché non permette reale confronto con altre realtà) di cui parla Marcuse.
In questo contesto socio-culturale, siamo tutti chiamati a “dare”, a “fare”, secondo il “principio di prestazione”, che Marcuse identifica al di sotto dei meccanismi della società. Nel vortice perdiamo non solo l’energia del piacere, ma anche le occasioni per poterla vivere, spegnendoci. Scrive Marcuse:
“Per tutta la durata del lavoro, che praticamente occupa l’intera esistenza dell’individuo maturo, il piacere è ‘sospeso’ e predomina la pena”
Immaginazione al potere
Lo slogan “Immaginazione al potere” si inscrive qui: al confine tra una realtà codificata in modo stretto verso la performance e il desiderio di liberare quelle forze che in questo sistema muoiono soffocate.
L’Immaginazione permette di aprire i confini del mondo, esattamente come fa il piacere, come l’Eros col suo apporto di creatività.
D’altronde è da tempo che ho descrivo il legame tra Eros e Immaginazione, indicando nel primo, l’energia che permette una visione migliore e, viceversa, nella seconda il motore che permette all’Eros di non spegnersi mai.
La Specie Erotica (o homo eroticus)
Riassumiamo e concludiamo:
- la nostra società è ancora (e peggio) quella del principio di “prestazione”;
- l’infelicità è sovrana per la castrazione del piacere, chiamato Eros;
- l’Eros è una forza creativa e vitale, non sessuale;
- Eros e Immaginazione sono tra loro legati.
Cosa accadrebbe, quindi, se liberassimo l’Eros?
Credo di non poterlo dire meglio di come ha fatto Martina su TheVision, di cui riporto le parole:
Nell’epoca dell’Eros liberato, le pulsioni umane non devono più essere incanalate nel lavoro, esso stesso cambia di significato e assume le fattezze di un gioco: non ha scopi esterni, si realizza in se stesso e risponde al solo principio di piacere.
In questa prospettiva l’essere umano non è più inteso come strumento di produzione ma come mezzo per l’autorealizzazione.
L’ottimismo generale alla base di questa teoria si nutre dell’idea per cui un cambiamento così epocale può avvenire solo in una civiltà al massimo della sua maturità e con gli strumenti che la società contemporanea già possiede
La prospettiva è, quindi, non solo rosea, ma rispondente a quella Specie Felice che penso possibile, da quando ho intrapreso la ricerche di Filosofia della Specie.
Una Specie Felice perché Specie Erotica, che accetta il piacere, lo sa vivere e non sacrificare, lo sa comprendere e realizzare in modo sano, creativo e non necessariamente sessuale.
Ti invito a scoprire il gruppo Fb “La Specie Felice“, che gestisco insieme alla mia consorte Lara Lucaccioni e dove ogni giorno condividiamo pratiche di benessere, come la risata (capace di generare molta energia eros), e di pensiero.
Per approfondire:
➠ Herbert Marcuse (WIKIPEDIA)
➠ Marcuse e la Società dell’Eros (THE VISION)
➠ Eros e Immaginazione (ARTICOLO)
➠ Eros e Sessualità (ARTICOLO)
➠ Eros e Civiltà, Marcuse (LIBRO)
➠ Il disagio della civiltà, Freud (LIBRO)
➠ Reich e Gurdjieff (LIBRO)
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