
Tra filosofie, religioni, percorsi spirituali e di consapevolezza di ogni tempo, troviamo l’Anima. Parola importante, densissima, ma… cosa significa? Una riflessione che mi ha aiutato a risolvere l’enigma dell’anima.
Ad inizio 2018 ho avuto una crisi nel mio cammino di ricerca: uno di quei momenti in cui ti accorgi di qualcosa che è sempre stato lì, ma lo hai dato per scontato. Era il concetto di “anima”.
Parola potentissima. Cosa intendo, quando la uso? E quando ne dialogo con altri, che fanno “sì” con la testa, siamo certi di intendere la medesima cosa? Ho tenuto con me per quasi un anno queste domande e poi ho risolto, con un fiammifero.
Pensiero e immaginazione
Pensare in ogni misura.
Prima di tutto è necessario dire che, quando penso, lo faccio sempre usando più tipi di pensiero: da quello logico e razionale, alla fine di un processo di scoperta, per mettere insieme le informazioni scoperte; quello critico, per valutare con attenzione; il pensiero sistemico, per accertarmi di portare uno sguardo “complesso” sulle cose e, chiaramente, un pensiero immaginativo.
È necessario, se voglio assicurarmi di aver pensato abbastanza.

Pensare è meditare.
Altra cosa su cui tengo nel fare chiarezza con costanza è che, almeno secondo me e le mie esperienze e ricerche, “pensare” è la nostra meditazione, occidentale. Non richiede di annullare il pensiero, ma sicuramente di saperlo navigare, grazie alle diverse competenze, nei suoi molti luoghi, al fine di trovare idee ed orizzonti di vastità.
Pensare per immagini.
Il modo più estremo, astratto e creativo che abbiamo di pensare, che ci aiuta ad andare oltre i confini della logica, è sicuramente quello del pensiero immaginativo, che uso da anni e per il quale ho raccolto ormai tantissime ore di pratica (oltre 4500) e “pagine” di ricerca.
Fu grazie a questo tipo di pensiero che ho “risolto” l’enigma dell’anima, trovando un fiammifero.

La teoria del fiammifero
Visibile e non visibile.
“Che cos’è l’Anima?”. Con questa domanda nelle tasche, ho iniziato il mio cammino di riflessione. Ricordo che dopo molto tempo senza alcuna soluzione, se non concetti presi da diverse altre filosofie e culture, trovai un’idea / immagine all’interno di una riflessione di pensiero immaginativo.
Il fiammifero.
Eccolo: quando lo prendi dalla scatola, il fiammifero è spento. Il suo nome, la sua “anima”, non c’è e va in qualche modo “chiamata”.
Questo mi ha fatto molto riflettere sul tema dell’anima come qualcosa di “potenziale”. Credo che qualcosa di simile dicesse anche Gurdjieff, una cosa come: “nasciamo con la possibilità di sviluppare un’anima”.
Bisogno e sazietà.
Ma la riflessione non finiva lì. Grazie al fiammifero ho collegato “anima” a “fuoco” e del fuoco mi sono tornate le parole di Eraclito: il fuoco è bisogno e sazietà. Ovvero: ha bisogno di qualcosa da bruciare e lo brucia fino a che non lo ha completamente consumato.
Eh… che meraviglia quando la filosofia si spiegava con la poesia!
Potenza e Atto.
Quel fuoco mi ha fatto riflettere molto: un fuoco, un’energia, mi ha fatto pensare all’Anima come energia. Ma in che senso? Mi ha aiutato Aristotele, con la sua teoria di “atto e potenza”: potenza è ciò che è possibile, atto è ciò che (da quel possibile) si è realizzato.
La soluzione dell’enigma dell’Anima
Da anima a “possibilità”.
La fine dell’anima la intendo nel senso personale: ho smesso di usare la parola ed il concetto. Avevo bisogno di maggiore chiarezza, per me e nella comunicazione. Avevo bisogno di riempire il vuoto di quella parola così importante. Ed ho trovato il concetto con cui poterla sostituire: possibilità.
Sappiamo di esserlo, ma non lo siamo ancora.
Ulteriore riflessione m’è arrivata con l’accesso nel settore dei futures studies, che mi ha portato a vedere quei “possibili” anche come i nostri “futuri” (le nostre possibilità, i futuri). Ecco quindi che ne esco con l’idea che l’anima è quello che sappiamo di essere, ma non siamo ancora.
E tu? Che idea hai di “anima”?
È un’idea tua, partorita da riflessione, o presa in prestito da qualche filosofia o cultura?
Perché è buona, per te? In che senso la senti tua?
Se ti va di rispondere nei commenti, ne sono felice ^_^
Se vuoi, invece, conoscere in modo più approfondito questa mia crisi e la soluzione che le ho trovato, l’ho descritta in maniera completa nel mio ultimo libro “Pensare per Immagini“, edito da L’età dell’Acquario.

Mi piace molto il tuo concetto di anima!
Personalmente non ci ho mai portato attenzione in modo consapevole,ascoltavo i concetti degli altri…con un boh.. finale…
Pur senza soffermarmi tanto, dentro di me, l’ho sempre immaginata come una potente energia.
Ma ripeto non ho riflettuto molto, ora lo faccio con i tuoi spunti, grazie Matteo.
Grazie a te, Antonietta, di avere dedicato tempo al mio articolo! ^_^