
Il termine “economia” indica l’amministrazione delle cose domestiche (da oikos, casa), perché la famiglia e la casa, un tempo, erano come un’azienda. Ce lo dice Aristotele, che diede vita alla filosofia economica. E ci mise in guardia sul tema dell’avarizia.
L’economia, oggi, ha molti volti. Tendenzialmente, però, quando ne parliamo, intendiamo spesso fare riferimento a tutto ciò che gira attorno a lavoro, aziende, denaro (escludendo il mondo della finanza, of course).
Mai penseremmo di parlare di economia per la nostra casa (per la quale esiste, infatti, la versione “domestica”), eppure quella è la sua origine e lo dimostrano le riflessioni di Aristotele, che fu il primo a farne una filosofia.
E tra le sue parole, ad un certo punto, troviamo la crematistica: l’invito a portare attenzione all’accumulo, all’avarizia.
Economia
Ammetto di non essere affatto esperto di Aristotele (ai tempi dell’università non lo amai e negli anni a seguire, preferii seguire Platone e il mondo delle idee), ma lo sto recuperando oggi, sulla scia di un inatteso interesse verso Marx e l’economia.
Non me lo aspettavo, dopo più di dieci anni di ricerca nel campo dell’immaginazione e del pensiero, a volte dello spirito e della natura invisibile delle cose, dello sciamanismo e della mistica. Eppure, eccomi che approdo ad un terreno solido, dove le mie ricerche potranno portare migliore nutrimento e fruttificare.
Seguendo il tema economico, ho poi scoperto la Scuola di Economia Civile (SEC) e, grazie al loro corso sulla Storia del pensiero economico, ho potuto riscoprire la doppia faccia dell’economia: quella buona (dei bisogni) e quella negativa dell’accumulazione, detta crematistica.
Economia e Crematistica
Nella prima lezione si è parlato anche di Aristotele. Ci ha accompagnati Luigino Bruni, economista, accademico e storico del pensiero economico, con interessi in filosofia e teologia, personaggio di rilievo dell’economia di comunione e dell’economia civile.
In una piccola parte dell’intervento, che era densissimo di spunti interessanti, si portò l’attenzione sulla crematistica e sulla sua differenza con l’economia. Una differenza di enorme valore, che ad oggi fa riflettere.
La crematistica è la prassi dell’accumulazione, di contro all’economia, che era invece la prassi legata al soddisfacimento dei bisogni.
La riflessione è anche attuale e urgente, perché ci porta a riflettere sui reali bisogni e sulla produzione intensiva e massiva, con tutto lo sfruttamento di risorse e umanità che ci sono sotto, che sono problemi concreti di oggi.
La Crematistica e l’Avarizia
Alla fin fin fine, perché abbiamo scelto l’accumulo?
Cosa, nel nostro sistema di pensiero sociale e di specie, ha iniziato a cedere alle lusinghe del “di più” contro “il necessario”?
Un’economia del bisogno è un’economia sacra, del rispetto, della cura. Un’economia naturalmente circolare.
Pensare all’economia nel senso del bisogno ci permette non solo di tendere all’equità, ma anche – e soprattutto – ci rende liberi da ideologie capitaliste della “produzione fine a se stessa”, che comporta tutto il meccanismo del lavoro alienante (come direbbe Marx).
Certo richiede consapevolezza, ci chiama a saper individuare e riconoscere i bisogni nostri, della collettività, di ogni sistema (anche quello ambientale) e a chiederci quanto, una “cosa”, sia effettivamente necessaria e ad evitare sprechi.
Ci chiama alla responsabilità, alla cura.
Ma anche alla rinuncia di quell’ideologia aristocratica del “più è meglio”, che è alla base dell’approccio crematistico.
Il suo opposto?
Sicuramente la mentalità dell’accumulare continuamente beni, in particolar modo denaro, anche al di là del bisogno, per il solo piacere di avere.
Piacere e possesso delle cose materiali, sono poi le due leve che hanno trasformato l’approccio crematistico, nel vizio capitale dell’avarizia, nella filosofia religiosa medievale.
Nuova Economia
Nel corso del tempo è accaduto che una cosa negativa come l’avarizia è divenuta una modalità fondante del nostro sistema economico.
Com’è possibile?
Nella cultura religiosa, continua Luigino Bruni nel secondo incontro del corso, esiste un contrasto continuo tra i concetti di ricchezza e povertà e l’idea del sacro, ricoperto di oro.
È – insomma – l’idea di una ricchezza che rende liberi: si ricorda che nella mitologia, non solo Eros (la Vita), si contrappone alla morte (Thanatos), ma lo può fare anche Pluto (ricchezza).
Si può dire quindi, che il denaro era già un “dio”, prima del capitalismo, perché “se col denaro puoi comprare tutto, allora il denaro diventa tutto”.
L’impulso dell’accumulare, allora, nasce da una doppia spinta: la paura della morte e il desiderio di vita.
Certo, è solo un’idea.
Ci sono sicuramente altre con-cause, sulle quali sto facendo ricerca, dato che il tema dell’Economia è di mio profondo interesse, ora, perché è mio intento di scoprire nuove visioni e sistemi di vita per il Futuro.
Esiste, quindi, una nuova via per il futuro dell’Economia?
Sicuramente. In parte passa da quelle ufficiali, come la scelta per la Green New Deal in America e Europa, come la scelta di rendere circolare l’economia, come il fenomeno della sharing economy.
In parte, però, abbiamo bisogno di visioni nuove, che tengano in considerazione i bisogni, che sappiano generare valore, anziché interesse, che sappiano scardinare la logica della produttività fine a se stessa, riportandoci verso l’economia e lontani dalla cremastistica, rimettendo al centro “il bene” collettivo e di tutti.
E da qui, ecco due esempi bellissimi: l’Economia del Bene Comune e l’Economia Civile.
Ecco che qui si ferma la mia riflessione, ma ti invito a continuare la ricerca, seguendo i link qui sotto:
“Il nostro attuale sistema economico ‘sta funzionando al contrario’. Il denaro è diventato un fine in sè stesso piuttosto che un mezzo per ciò che conta davvero: una buona vita per tutti” – Christian Felber, founder
“Se non è civile, non è economia”
Articolo “stuzzicante” per me che fatico col denaro, l’economia, la finanza…Mi stai insegnando a nn scartare niente, anche di ciò che non sentiamo nostro, ma provare ad indagarlo,conoscerlo, ascoltarlo. Ti seguo pian piano ma ci sono. Grazie!!
Grazie a te, Paola! ^_^