
“Doveva andare così”, una delle frasi che maggiormente si sentono (e si pronunciano), oggi, nel mondo che in molti chiamano “spirituale”; alla quale risponderei: “Ma anche no”. Cosa accade quando pensiamo che le cose “dovevano andare così”? Parliamo realmente di un destino per il quale è tutto perfetto o magari è semplicemente il mentale a metterci lo zampino? Vediamolo…
Caos e Ordine
Per come la vedo io, il Caos esiste. Lo dice anche la fisica, quando parla del principio dell’Entropia, che possiamo dire – in modo molto semplicistico – così: la natura genera costantemente e lo fa sommando due o più elementi esistenti e creando qualcosa di nuovo. Certo, tendenzialmente si tratta di generare nuova vita, ma non è necessariamente così e qualche volta c’è anche dell'”innovativo”, come una specie mai vista prima, ad esempio.
Al Caos si contrappone (in senso complementare) una forza organizzatrice, che chiamo Ordine. È molto spesso legata all’idea del divino, visto appunto come qualcosa di totalmente “perfetto”.
Aggiungo anche che, secondo me, il Caos è un principio femminile, di continua generazione senza fine e abbondanza, e l’Ordine è un concetto maschile, freddo, preciso. Ma è una mia idea, forse rispondente al momento storico, perché in altre culture è diverso da così: basti pensare allo Yin / Yang, alla cultura della Qabbalah e ad immagini come la Dea Ma’At.
Motivo o Ragione
Tra questi due fuochi si muove la creazione. Così come se Caos e Ordine fossero i centri di un’ellisse energetica: da una parte l’energia senza forma, dall’altra la forma pura. Ogni principio che “nasce”, lo fa venendo al mondo dal Caos e muovendosi verso l’Ordine, che Gurdjieff chiama “organizzazione dell’energia” (e più un organismo ha energia organizzata, più è evoluto).
Capisci, allora, che magari alcuni degli eventi che ti capitano, non necessariamente siano “perfetti”: potrebbero essere ancora acerbi, potresti essere tu in una dimensione di poca organizzazione (e quindi di consapevolezza) per la quale non hai modo di scorgere tutto il significato dell’accadimento e allora… te ne dai una ragione.
E dare una ragione ad un accadimento è ben diverso dallo scorgerne il motivo: la ragione è quella logica che viene creata dalla mente a posteriori di un fatto, il motivo è il suo significato che scorgi solo col cuore (e l’intuito) e che puoi sapere sia prima, che durante, che dopo l’accadimento.
Doveva andare così
Trovare una ragione per le cose che accadono significa annullarle, assimilarle mentalmente a quello che già conosci e impedire a te stesso di vederne il motivo (sul lavoro del mentale, leggi anche “La mente mente”).
Col “motivo”, invece, accade qualcosa di diverso: puoi solo accorgertene, in un momento simile ad una estasi che arriva all’improvviso e in un attimo rivedi una serie di fatti accaduti – non necessariamente nello stesso periodo e quasi mai tra loro vicini in modo logico – e in un attimo “sai” che sono collegati tra loro e ti accorgi che era sempre stato così (anche prima che ti capitassero).
In quel momento comprendi che “doveva andare così”: quel cammino era in parte atteso, previsto, programmato e preparato, ma distribuito in passi apparentemente slegati tra loro. E ti accorgi di come, in quel fiume che va dal Caos all’Ordine, ci sia un cammino di sassi, come quelli di Pollicino…
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