
L’Anima non è un concetto new age o qualcosa di metafisico: è potenziale, energia potenziale, che può diventare azione. È un insieme di possibilità, di storie e di racconti, tra i quali scegli cosa mettere in atto.
Mi capita molto spesso di parlare di Anima e noto che c’è spesso un approccio semplicistico e approssimativo alla sua natura ed esistenza. Senza la pretesa di poter dire “cosa sia”, condivido con te cosa “io” penso che sia: il fuoco di un fiammifero, il cui bastoncino sei tu.
La metafora del fiammifero
Il suo nome dice già tutto: il senso di quel bastoncino di legno con la capocchia di zolfo, sta in qualcosa che non si vede e che lì per lì non c’è: la fiamma.
Poi invochi la fiamma, con uno sfregamento, e arriva il fuoco – così come l’Anima nel corpo – e da quel momento il legnetto si consuma.
D’altronde è dai tempi di Eraclito che si sa: il fuoco è bisogno (nel senso che ha bisogno di un materiale altro, per esistere) e sazietà (nel senso che quando arriva, divora quel materiale fino a che non esiste più).
Il senso e l’invisibile
Per me la natura sottile dell’Anima è “il senso”.
Così come la fiamma per il fiammifero: quel qualcosa di invisibile – che lì per lì non è presente e va invocato – alla fine dei giochi è l’unica cosa che dà un senso a quel bastoncino di legno.
Di questa metafora mi piace anche molto il fatto che ricorda quanto Gurdjieff diceva dell’Anima, ovvero che noi non nasciamo con un’anima ma con la possibilità di svilupparne una. E il fatto che in quel bastoncino l’Anima ci sia solo in via potenziale e che, per attivarla, bisogna “accenderla”, mi piace molto.
Qui ci ritrovo anche parte degli insegnamenti di Reich (e nel testo “Reich e Gurdjieff” il tutto è spiegato molto bene) sul fatto che l’Energia della Vita è Eros: quando sfreghiamo la capocchia di zolfo del fiammifero – di fatto – creiamo un’eccitazione dei legami atomici con conseguente accelerazione dell’energia, fino all'”invocazione” della fiamma e del fuoco.
L’energia e il corpo
La metafora del fiammifero ci dice, inoltre, che quando l’Anima entra in un corpo, da quel momento inizia a consumarlo. Questa energia che, una volta attivata, va verso una fine – che a noi piace vedere come “un fine” – è forse l’immagine più semplice possibile della vita stessa.
Puoi decidere di aumentare il fuoco, ma brucerà prima il bastoncino. Puoi rinforzare il bastoncino, ma la fiamma si spegnerà. Ci vuole equilibrio.
In definitiva, quindi, l’Anima è energia potenziale, che diventa cinetica quando inizi ad usarla. Quando “ne fai qualcosa”, quando la impieghi e così facendo la trasformi (e qui – di nuovo – tornano gli insegnamenti di Gurdjieff sulla volontà) e la consumi.
Energia potenziale e narrazione
Questa energia potenziale la conosci bene in età bambina, quando fantastichi e immagini di poter “essere tutto”, da grande. Poi piano piano definisci un particolare aspetto di te, una “storia personale” e smetti di vedere tutte le tue potenzialità.
Lentamente muori quando smetti di raccontarti cosa puoi essere.
La libertà è contenere in sé una vasta quantità di storie da raccontarsi, di finali possibili, di viaggi da compiere e territori da esplorare. Fino a che mantieni alta questa fiamma (l’energia potenziale), allora avrai libertà di agire (energia cinetica) e potrai dire di avere sia Anima che Vita.
Ecco quindi in breve cos’è l’Anima per me:
- un’energia che puoi nutrire e aumentare;
- un’energia che puoi trasformare da potenziale a cinetica, agendo;
- un insieme di storie tra cui scegliere quale realizzare;
- un fuoco che ti consuma;
- una luce che ti svela il senso più vero di te.
A tutto avevo pensato , ma non alla metafora del fiammifero.
Che trovo giusta,comprensibile e ….
Saluti
Sono felice che ti sia piaciuta, Leonello! ^_^
Quando l’ho immaginata, ha meravigliato anche me, per la sua potenza e semplicità.