
Ci sono situazioni in cui ti fermi a chiederti se un determinato evento andrebbe letto anche in un senso metaforico, ovvero se esprime un qualche Messaggio dall’Anima o dall’Universo, che viene chiamato “segno”. Sono i famosi “Segnali dall’Universo” che in molti attendono come conferma delle proprie idee, pensieri, emozioni o azioni e, nonostante, siano veramente in tantissimi a cercarli, per avere delle “risposte”, ben in pochi conoscono l’Arte della Contemplazione, che permette non solo di riconoscerli, ma anche di comprenderli.
È un segnale o no?
Iniziamo da un fatto esemplare (ne racconto un personale): si è intasato il lavandino della cucina.
Potrebbe essere la semplice conclusione di una serie di eventi meccanici (l’ingorgo di un tubo), oppure anche una particolare congiunzione di significati invisibili che vuole raccontarmi qualcosa, mostrarmi qualcosa che non riesco a vedere (magari che non riesco a lasciare andare, scaricare, qualcosa).
Come capirlo?
Ecco in due righe il modo più semplice per risolvere la questione: se ti trovi a chiedertelo, non è un segnale.
Magari sei già lì, con le mani nel sacco (o nel lavandino), e mentre armeggi inizi a chiederti: “Aspetta un attimo… e se fosse un segnale dall’Universo? Cosa potrebbe significare?”. Ecco, se ti succede, stai pur certo che NON è un segnale. Te lo dico perché i segnali sanno farsi riconoscere e bypassano la parte mentale e razionale: di norma arrivano per intuizione pura, per “manifestazione” (comprendi immediatamente che sono dei segnali e che sono per te), e non hanno bisogno di elaborati studi o ricerche. Si fanno sentire, non capire.
L’Arte della Contemplazione
Il modo migliore per ricevere risposte, segni e Segnali dall’Universo (insomma: messaggi dal profondo, da Anima), è sicuramente la Contemplazione: la creazione di “templi”, spazi sacri immaginari (e informati), in cui proiettare una domanda o un intento, e raccogliere le risposte simbolico-metaforiche di Anima.
Farlo è molto semplice:
- si fa un attimo di chiarezza sulla domanda da farsi (evitare quelle la cui risposta è sì/no, prediligere domande aperte) o sul proprio intento;
- si crea uno spazio fisico, immaginario o temporale (una Stanza dell’Immaginazione ne è un esempio, ma anche qualcosa come “domenica, dalle 17.32 alle 18.14, le nuvole in quello spazio di cielo”);
- definire delle regole che funzioneranno da grammatica del linguaggio immaginale (se accade questo, se accade quello, entro questi termini, ecc…).
Esempi di contemplazione famosi sono: la lettura del caffè nelle tazzine, lettura delle nuvole o del volo degli uccelli (la contemplazione originaria, degli augùri latini), ma anche sistemi più codificati come i Tarocchi e gli I Ching. Naturalmente in tutti questi sistemi quello che accade si rifà molto alla sincronicità – ovvero all’avvicinarsi del piano di superficie, per noi anche conosciuto come “materico” – a quello di profondità – l’Anima.
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