
Non voglio “parlare male” dell’astrologia, anzi: come ogni sistema simbolico (ed oracolare), l’astrologia è qualcosa di magico e misterioso, che va oltre alla lettura che “chissà chi” ne possa fare, perché permette un contatto diretto con l’invisibile, il numinoso, il divino.
Così come per Le Stanze dell’Immaginazione, anche per l’astrologia (e per questo discorso posso avvicinare gli I Ching, i Tarocchi, ed altri sistemi simbolico-oracolari) non ci si può affidare ad un interprete.
“Colui che chiede agli astrologi di predirgli il futuro rinuncia a una sua intima premonizione degli eventi a venire che è mille volte più precisa di qualsiasi cosa gli possano dire gli astrologi” – Walter Benjamin
C’è qualcosa di profondamente malato, secondo me, nell’avvicinarsi al sacro attraverso un interprete: inter-pretes, ovvero “mettere un prete in mezzo”, è quello che alcune religioni hanno fatto, inserendo una figura (o un intero sistema “ecclesiastico”) tra l’individuo ed il sacro, il divino, il numinoso.
Vediamo perché questa cosa è nociva attraverso i sistemi due simbolo-oracolari dell’astrologia e delle Stanze dell’Immaginazione, e tutti i loro punti di contatto…