
“Tutta un’esperienza religiosa … nasce dal tentativo dell’uomo di inserirsi nel reale, nel sacro, per mezzo di atti fisiologici fondamentali, da lui trasformati in cerimonie (rito)”
– Mircea Eliade
È visibile ovunque, eppure non lo si vede affatto: il Rito.
È forse il più antico strumento magico a nostra disposizione, capace di fondere assieme i due mondi, di invertire le parti, sovvertire i ruoli e le leggi, per attivare il processo creativo dell’Immaginazione.
Perché tra l’Immagine e l’Azione, spesso, c’è una forte differenza – come direbbe il mio caro amico Giuseppe Vercelli parlando di “sincronia” nel suo Metodo SFERA – una distanza che andrebbe colmata, perché significherebbe avvicinare i due mondi: realtà e possibilità.
E per fondere questi mondi c’è uno strumento alla portata di tutti: il rito.
Ma che cosa vuol dire “ci sono due mondi”? Che mondi sono e cosa contengono?
Che cosa è “il rito”? Come si compie? Cosa lo contraddistingue?
E in che modo, il rito, unisce i mondi?
Scopriamolo insieme…