
Pensare per immagini è qualcosa di connaturato all’essere umano: lo facciamo da sempre, per prevedere ed anticipare il futuro, prendere decisioni e costruire un presente migliore. Ecco in che modo l’immaginazione ed il pensiero prospettico ci aiutano nella vita di ogni giorno e come usarle al meglio.
Forse è inutile dirlo, forse è ripetitivo, ma: usiamo il pensiero immaginativo da sempre, è connaturato all’essere umano, ma… negli ultimi secoli abbiamo preferito il pensiero logico-deduttivo, quello che usiamo di più quotidianamente, il pensiero della scienza.
Eppure le cose non stanno proprio così: usiamo il pensiero logico per analizzare, dedurre (appunto), delle logiche e delle leggi, capire il funzionamento delle cose quando le abbiamo di fronte o ci troviamo immersi in esse, ma non ci serve a niente quando il nostro bisogno ha a che fare con l’inatteso, il nuovo, il sorprendente.
E questo vale sia nel macro, quando la scienza si chiede “cosa potrà essere, un domani, SE…”, sia nel micro della vita di ognuno di ogni giorno, quando ci poniamo domande su cosa faremo dopo, tra un giorno, un anno, un domani, o in una situazione alternativa, diversa da quella attuale, magari inattesa.
Faccio ricerca e pratico pensiero immaginativo da quasi 13 anni e non ho mai visto un periodo, come questo, in cui abbiamo avuto bisogno di reimparare questo tipo di pensiero, per produrre visioni alternative, orizzonti nuovi, per scongiurare opzioni terribili e facilitare una presa di decisione più consapevole verso scenari preferibili.
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