
Inutile dirlo, ma al giorno d’oggi è rimasto ben poco di selvaggio.
Non nel senso naturale, almeno. Forse siamo più in un’epoca di “selvaggio metropolitano”, ma qui non c’è spazio per l’Anima della Dea, l’Anima Selvaggia, amante del Grande Dio Pan.
In questo caos di strade e cemento, c’è spazio solo per i suoi nemici, i cavalieri della non-vita, che ti portano ad accettare il compromesso quotidiano, la discesa dal “vivere” al “sopravvivere”. E tra essi di certo c’è la noia.
Ma che cos’è la noia? In che modo agisce, invisibile e subdola, nella tua vita, trasformandola in un mero sopravvivere?
L’Anima Selvaggia
L’Anima Selvaggia è la nostra parte più intima, libera e “salvatica” (che ti salva), il nostro “essere integrale”, che non ama scendere a compromessi e si nutre costantemente di Vita.
L’Anima Selvaggia, in definitiva, è la vita stessa che scorre in ognuno di noi.
È l’amante del Grande Dio Pan, il dio della Natura, di quella forza naturale capace di generare vita continuamente, senza sosta, senza fine.
È uno dei due poli della coppia di “amanti divini”, coloro che non possono essere compresi se li si prende nelle singole parti, come entità individuali, perché il loro significato trascende la dualità: essi sono l’immagine del piacere immoto, dell’estasi continua, dell’illuminazione, della Vita.
L’Anima Selvaggia è uno stridìo interiore, come il rumore di un meccanismo inceppato, quello tra il desiderio interiore, la pulsione vitale, ed il mondo esterno, con la sua “ragione”.
È una sorta di urlo che non riesci a far tacere e ti spinge a cambiare, a modificare la tua realtà, a correre incontro ai tuoi sogni, perché è consapevole che la vita è fatta di granelli che, una volta andati, non tornano indietro.
È la forza della Vita che irrompe da dentro e crepa la realtà, ne mette in risalto tutte le storture ed i punti di debolezza. Un po’ come quelle piante che distruggono il cemento e portano la luce, il colore, in tanto grigiore. E’ il ruggito del “leone del cuore”.
In definitiva, l’Anima Selvaggia è la voce del cuore.
La Noia
Che cos’è la noia? E’ veramente, come dice G. Leopardi, una mancanza di piacere?
La noia è stato un tema che ha avuto una particolare attenzione letteraria e filosofica. Della noia, sulla sua essenza e sulle cause, sono state dette tantissime cose, ad esempio – come riportato nell’aforisma di Leopardi – s’è detto che la noia è la mancanza di piacere.
Potrebbe essere interessante, ma viene da chiedersi: quale piacere?
Esistono piaceri per il corpo, le emozioni, la psiche, esistono piaceri reali ed immaginari, piaceri forti e delicati… quali sono i piaceri senza i quali c’è la noia?
Se l’Anima Selvaggia è l’amante divina, metà dell’immagine del piacere immoto, il piacere che non ha bisogno di oggetti esterni, e l’altra metà è Pan, il dio dell’energia senza fine, la Vita, allora la noia potrebbe essere l’assenza della vita.
E se ci pensi, quando ti annoi soffri di una tremenda mancanza di vitalità: sbadigli, ti si chiudono gli occhi, non vedi l’ora che il tempo scorra perché tutto ti sembra terribilmente pesante, lento.
Sembra che il tempo si sia fermato, che la vita si sia fermata, che non ci sia, che sia… morta.
“La noia non è altro che una mancanza del piacere, che è l’elemento della nostra esistenza” – Giacomo Leopardi
La noia è assenza di vita, ma se la vita fosse realmente assente, non potremmo dirlo, perché saremmo assenti anche noi.
Per cui nei momenti di noia, manca qualcosa di particolare, di ben definito: la Bellezza.
La Creatività
Certo, affermare che manca “la Bellezza” è un po’ generico – e andrebbe spiegato meglio – ma di fatto nei momenti della “noia”, mancano stimoli che possano rendere più interessante (e Bella) la realtà attorno a noi.
Certo, dire che la realtà è mancante di stimoli interessanti, significa proprio non saperne cogliere la Bellezza, non avere più la capacità di “vedere”, come spiego in “Alice al di là dello Specchio” e nei tre articoli sulla Filosofia del Cuore (in particolar modo nel secondo, sul “Cuore focolare e la realtà zolfo”).
Ma ora, per tornare alla noia come nemico dell’Anima Selvaggia e dire, concludendo, come affrontarla, torniamo al discorso: la noia come mancanza di piacere, come difficoltà a trovare stimoli interessanti attorno a sé e soprattutto come desiderio di non trovarne.
Sì perché il male della noia non è quello di “non vedere la realtà”, questo è un altro nemico, la Bruttezza, mentre la noia è più subdola perché è l’intimo desiderio di non-vita, di apatia, di noia, appunto.
Perché mai si dovrebbe scegliere la noia?
E’ molto semplice: l’Anima Selvaggia è la vita che scorre, è novità, cambiamento, insomma è creatività senza fine e questo a molti fa paura, dà pensiero, a tal punto che si preferisce annoiarsi piuttosto che ammettere che la nostra vita potrebbe essere molto più piena di così, più bella (il nemico “bruttezza”).
Una vita “vissuta” piuttosto che “sopravvissuta” è sicuramente più creativa e densa di possibilità, è miracolosa.
E per accedere a questo miracolo, bisogna sceglierlo: bisogna innamorarsi della vita, decidere di abbracciare il cambiamento, l’inesauribile energia creatrice.
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