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31 Ottobre 2015 By Matteo Ficara Leave a Comment

L’Anima Selvaggia e i suoi Alleati. Il Trickster (imbroglione divino).

L’Anima Selvaggia e i suoi Alleati. Il Trickster (imbroglione divino).

“Tutto ciò che inganna sembra sprigionare un incantesimo”
– Platone

Chi è il trickster? Perché citarlo parlando di inganno ma allo stesso tempo considerarlo un alleato dell’Anima Selvaggia?

Dalle figure archetipiche dei Tarocchi, dove troviamo il Matto ed il Bagatto, fino a quelle divinità burlone, in tinte più o meno chiare, come l’Odino Sciamano e Locki, ironici al punto di passare il proprio insegnamento ridendo o tirando sgambetti e giochi mancini, e perfino dèi re di ladri ed imbroglioni (come Hermes), folli…

Chi sono questi personaggi che inondano le storie mitiche, magiche, profetiche delle nostre radici immaginali ancestrali?

Scopriamolo, seguendo le orme della figura del Trickster, l’Imbroglione Divino…

 Che cos’è un imbroglio? 

Per arrivare a comprendere il Trickster come “imbroglione divino”, dobbiamo prima comprendere il trick, ovvero il trucco, l’inganno, l’imbroglio.

Parlare di “trucco”, di “inganno” e di “imbroglio” è cosa assai diversa, ma questi tre termini vengono citati spesso insieme – ad esempio nella prefazione di “L’Isola del Tonal” di Carlos Castaneda, dove Furio Jesi dedica diverse pagine al tema – per cui lo faremo anche noi. E scopriremo che questo gioco è utile…

E, visto che parliamo di gioco, partiamo dall’inganno.
Probabile derivazione da gaman tra il germanico e l’anglosassone antico, che oggi troviamo appunto nella parola game, il gioco. Si parla spesso, anche nella nostra cultura, di “giochi mancini” e difatti l’ambiente ludico contiene nella sua natura elementi di imbroglio e, possibilmente, di “danno” (da gamnum a damnum) spesso verso altri.

Torna l’imbroglio. Qual è l’elemento di “imbroglio” nel gioco-inganno?
Curioso, ma “imbrogliare” viene da “broglio”, ovvero la “selva”.

Se segui i miei articoli o conosci quantomeno le Favole nel loro senso esoterico, allora sai bene che la “selva”, il bosco (Cappuccetto Rosso, Pollicino, Biancaneve, ma anche Dante) è il luogo della perdizione per eccellenza. Il labirinto.

Ma perché perdersi o far perdere gli altri (gamnun-damnum, danno)?
E’ qui, in questa risposta, che un semplice imbroglione diventa imbroglione divino…

 Nagual e Tonal. L’accesso all’al di là nascosto 

Nagual e Tonal, difficile darne una definizione. Di certo c’è, nelle opere di Castaneda e quindi negli insegnamenti del fantomatico Don Juan, una soffusa aura di magia. C’è qualcosa che partecipa continuamente alle vicende. E’ un mondo, una vita invisibile, nascosta, magica e di potere.
Un al di là nascosto.
E’ il Nagual, lo spazio del puro potenziale, ove il Tonal assomiglia ad un’isola.
Ed il Tonal sei tu, il tuo “principio unificante”, individualizzante, la coscienza.

Impossibile accedere a questo spazio senza una guida, uno spirito, un nume, un animale che ci accompagni. Uno sciamano, che abbia recuperato la capacità di “vedere” l’invisibile, di sondare i regni degli dèi.

Ma, anche volendo, come può uno sciamano accompagnarti in questo al di là?
Allo stesso modo di quei folli, sognatori, veggenti che la tradizione ci tramanda in moltissime forme: dall’Hermes greco all’Odino Sciamano, dal nordico Locki al nero africano Eshu, dal Coyote delle Americhe al Krishna induista, dal Matto dei Tarocchi ad Arlecchino.

L’accesso all’invisibile è concesso solo grazie al trick, al trucco, allo sgambetto inatteso, un po’ come fanno Gandalf con Bilbo e Don Juan con Castaneda: creando contesti magici, rituali, illusori, ingannevoli per farti “perdere”, come in un labirinto, in una selva.

“Ogni realtà è un inganno”
– Pirandello

E’ così che la magia (fatta appunto di “trucchi/tricks“), l’incantesimo (d’altronde: chi subisce l’incanto è “incantato”, gabbato, ingannato) di cui ci parla Platone nell’aforisma in incipit, può avvenire.
Non sono rari i momenti in cui, negli “Insegnamenti di Don Juan” (Viaggio ad Ixtlan), il maestro passa all’allievo una lezione con un trucco, un’illusione o una risata.

 Rompere lo schema ed emergere dall’illusione, alla Verità 

Per raggiungere l’isola del Tonal ed “unificarsi”, rendersi coerenti, e quindi capaci di vedere, bisogna rompere lo schema, emergere dall’illusione alla Verità.
E’ proprio qui che il briccone, il ciarlatano, l’ingannatore, l’imbroglione divino ci vengono in soccorso:conoscono bene sia il mondo delle forme, delle regole, delle norme e degli schemi, in cui hanno vissuto assai molto tempo ed in cui continuamente vivono (anche se spesso in modi bizzarri) che quello dei significati, l’invisibile (il mondo delle idee di Platone), del quale hanno ricordato e riattivato la capacità di vedere.

Usando lo schiaffo (Zen), lo sgambetto (qualche tradizione sciamanica e yogi usa dei trucchi per dis-allinearti dallo schema, uno sgambetto), la risata (come l’Odino sciamano), si crea uno spazio sospeso tra i mondi, tra illusione e verità, in cui lo sciamano compie il suo operato: ti porta dentro, al di là del velo, e poi di nuovo fuori.
E’ un gesto che crea una frattura e permette a quella realtà, finalmente, di fluire, di entrare come luce da una fessura, e poter essere nuovamente vista.

“C’è una crepa in ogni cosa. E’ da lì che entra la luce” – L. Cohen

E così facendo, perdendosi nella “selva”, facendosi raggirare completamente (perché non si può “perdersi a metà”, altrimenti nulla si guadagna), si arriva all’isola del tesoro, quella del Tonal.
Un’isola nell’abisso dell’invisibile Nagual, l’energia stessa, le possibilità tutte, l’Immaginazione potremmo dire, lo “Spazio delle varianti” (Vadim Zeland).

L’unico modo che ha un’Anima Selvaggia di ritrovare il 95% di sé, ovvero quello che anche la scienza chiama “invisibile”, l’energia, il Nagual, è precipitarci dentro in toto, dimenticandosi di “ciò che pensiamo di essere” (ovvero tutte le maschere, le personalità, che puoi scoprire nelle Esplorazioni dell’IO) e rimanendo soli.

Soli anche senza un “dio”, come Pinocchio impiccato dagli assassini, che invoca il padre, come Gesù…

Perché quando recuperi il rapporto intimo con il numinoso, il divino, gli spiriti, l’invisibile, allora non puoi più vivere “con un dio”, ma “come dio”…

“L’estremo atto di scelta che è possibile all’uomo, quello in cui l’uomo sceglie il proprio destino ultimo, è tra l’essere se stesso o essere Dio. Egli può scegliere di essere diviso da Lui (coscienza ordinaria), oppure di esserGli unito (Tonal); vivere ed agire da solo, oppure divenire un tutt’uno con la Volontà che governa il mondo intiero. Alla fine giunge il momento in cui riesce a capire che o Dio deve sparire di fronte a lui, oppure è lui che deve scomparire di fronte a Dio. Così stanno le cose, anche se non abbiamo nessun modo di capire cosa ciò significhi (tricks)”
– L’Uomo Superiore, Bennett (allievo di Gurdjieff) [parentesi mie]

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Filed Under: Blog, Filosofia del Profondo, Immaginale, Narrazione Tagged With: Carlos Castaneda, favole, filosofia, Filosofia del Profondo, Hillman, Immaginazione, insegnamenti dalle favole, mitologia, sciamanesimo

Matteo Ficara

Filosofo, Scrittore
Ideatore di Le Stanze dell'Immaginazione®

Mi impegno a scorgere visioni migliori e a narrare prospettive per realizzare un'evoluzione verso la Specie Felice.
Fin dalle caverne abbiamo raccontato chi siamo nelle immagini disegnate e nelle storie narrate. Raccolgo queste storie antiche, decodifico le immagini con cui ci rappresentiamo oggi e mi impegno a pensare futuro.
.
Scopri di più su di me nella BIO.

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MATTEO FICARA
Filosofo, Scrittore
Ideatore di Le Stanze dell’Immaginazione

Nel 2010, seguendo gli Spiriti Guida indicati da Igor Sibaldi, scopro Le Stanze dell’Immaginazione, pratica di espansione di coscienza e ampliamento del pensiero.

Le ricerche sul tema Immaginazione mi portano ad approfondire i territori della narrazione, come il mito, la fiaba e il mondo del fantastico; e le regioni del pensiero, dalla filosofia esoterica a quella accademica, approfondendo temi come il pensiero visionario, quello riflessivo, critico e strategico.

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