
Andata e Ritorno. Il viaggio della coscienza nei territori immaginali. Questa è forse la migliore definizione possibile per l’immaginazione, tra scienza e letteratura.
Nel suo “The Hobbit”, Tolkien mise in mano a Bilbo il titolo ed il sottotitolo di quel diario di viaggio e lo Hobbit scelse delle parole non a caso: “There and Back Again”, cioè “Andata e ritorno”.
Questo è, infatti, il movimento che fa la coscienza in quei viaggi immaginali che accadono quando leggiamo un romanzo fantastico, un mito, una fiaba, o una qualsiasi narrazione che stimola l’immaginazione.
Se non lo sapevi, questa è la funzione dell’immaginazione accettata anche da alcune teorie scientifiche e riguarda esattamente quelle esperienze e quegli stati di coscienza (e conoscenza), che passano da un “andare e tornare”.
Tutti i tipi di Immaginazione
Le ricerche alla base di questo articolo (o almeno una parte di esse) si fondano sul testo: “Handbook of Imagination and Culture” di Tania Zittoun e Vlad Petre Glăveanu.
La Zittoun è docente ordinaria all’Università di Neuchâtel, mentre Glăveanu è Associate Professor and Head of the Department of Psychology and Counselling at Webster University Geneva. Il taglio della loro ricerca, quindi, è psicologico-sociale.
Di fatto l’interesse principale dei ricercatori è rivolto verso la creatività e il modo in cui essa cambia / influenza la cultura e la società.
Insieme producono un testo in cui mettono subito in chiaro lo scopo e la forma della loro ricerca: la funzione socio-culturale dell’immaginazione.
Come prima cosa, infatti, identificano tutti gli ambiti in cui l’immaginazione è presente come funzione:
- gioco (playing);
- astrazione (mind-wandering);
- ragionamento ipotetico (counterfactual thinking);
- discorso esplorativo (exploratory talk) – quando immaginiamo cosa diremo, ad esempio in una interrogazione o in un colloquio di lavoro;
- creatività (creativity);
- memoria (memory);
- dinamiche di interazione sociale (dynamics of social representation) – funzioni di immaginazione delle situazioni relazionali e comunicative quando non sono espressamente in atto;
- anticipazione (anticipation);
- innovazione (innovation).
Si soffermano, poi, su quella che è, per loro, una descrizione della facoltà dell’immaginazione, che viene qui considerata quasi in toto come un dispositivo della coscienza, della psiche e del pensiero.
Andata e Ritorno
La definizione che troviamo è di Zittoun & Gillespie, del 2016:
ENG – “The dynamic by which a person or a group of a people temporarily “leave” the here and now of a proximal experience to explore a distal experience (in the past, the future, or any alternative reality), before “coming back” to the and now, is what we call imagination
ITA – “La dinamica con cui una persona o un gruppo di persone “temporaneamente” lasciano il qui e ora di un’esperienza prossimale per esplorare un’esperienza distale (nel passato, nel futuro o in qualsiasi realtà alternativa), prima di “tornare” al qui e ora, è ciò che chiamiamo immaginazione”
C’è quindi un continuo viaggiare tra mondi, momenti del pensiero, luoghi della coscienza, che è possibile grazie all’immaginazione. Anzi: il viaggiare stesso è l’atto immaginativo, la sua peculiarità è infatti quella di portarti da un posto (della coscienza) ad un altro, permettendoti di esplorare differenti realtà.
Ora… quanto valgono questi viaggi?
La domanda si fa importante, perché troppo spesso si considerano sogni e esperienze immaginative come qualcosa di poco importante o “ininfluente”, irrisorio o addirittura come un male, o almeno capita così spesso per chi opta per “la presenza” e vedi in ogni stato “al di là della presenza” qualcosa di male.
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Luoghi Immaginali e Luoghi Reali
Il viaggio della coscienza, che si sposta tra i mondi, non avviene attraverso le regole della nostra realtà, ma con regole e leggi delle realtà in cui andiamo ad immergerci (la terminologia tipica delle VR è voluta, vista anche la vicinanza del tipo di esperienze).
Ognuna delle realtà di cui facciamo esperienza immaginativa è in qualche modo vera per la coscienza, e ci permette di crescere, in parte come ricordava Jung:
“L’immaginazione apre le porte a esperienze profonde del Sé, e rende possibile la formazione stessa del Sé“.
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Conclusioni
“Andata e Ritorno” è una definizione estremamente interessante di quel che l’immaginazione è e del suo modo di agire: indica che è sempre possibile un “oltre” sul quale affacciarsi per scoprire qualcosa.
Ci sono luoghi del pensiero che attendono di essere navigati, frammenti di conoscenza tutti da conquistare e ai quali non si può accedere in altro modo se non precipitando attraverso l’immaginazione ed un pensiero analogico.
Naturalmente, come per ogni viaggio, è bene partire attrezzati e avere – o predisporsi a creare – una mappa. Ma di questo ne parlo diffusamente nei miei articoli sulla Contemplazione.
Oppure acquista il mio libro “Andata e Ritorno“, interamente dedicato alle istruzioni per il viaggio immaginale. Su Macrolibrarsi lo trovi con 4 omaggi (2 video e 2 audio).
Infine: perché non farne direttamente esperienza? Col videocorso sulle Stanze dell’Immaginazione, un sistema di pensiero immaginativo che ti permette di fare le tue esperienze di Andata e Ritorno, in modo guidato, aprendo orizzonti e scoprendo nuove idee. Lo trovi nei sito Happiness for Future.
Per approfondire:
➠ Immaginazione (TAG)
➠ Tutti i tipi di Immaginazione (ARTICOLO)
➠ Immaginazione e Verità (ARTICOLO)
➠ Immaginazione scientifica (ARTICOLO)
➠ “Memoria e Immaginazione”, Alberto Oliverio, Mondadori Università (LIBRO)
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