
Usare l’immaginazione è come fare un viaggio della coscienza: fa scoprire cose nuove, matura esperienza, fornisce alternative e aiuta anche a prendere decisioni migliori.
Fin dal primo giorno in cui ho avuto a che fare con l’immaginazione (un weekend di meditazione nel lontano 2009), ho capito che immaginare non è solo usare la testa per fantasticare, ma è molto di più.
Ho dedicato a questo tema, a questa incredibile facoltà, molti anni della mia vita, tra ricerca e pratica e oggi mi sento di dire che abbiamo bisogno di scoprire come usare al meglio la nostra immaginazione, nei diversi ambiti e funzioni che svolge: creatività, aumento di consapevolezza, focalizzazione della nostra attenzione, presa di decisione e chiarezza mentale.
Permette perfino un lavoro su di sé (Jung diceva che l’immaginazione permette lo sviluppo del sé), anche se la sua funzione principale è – per me – quella di aiutarci a scoprire alternative ed anticipare futuri.
Definizioni
Nel corso di questi lunghi 12 anni (e qualche mese), ho avuto modo di intercettare molti modi di intendere l’immaginazione. Mi sono appassionato di tutti, li ho abbandonati, ne ho cercati e creati altri.
Fino al 2018, quando ho avuto la mia “crisi” (in cui, come dico sempre, “ho litigato con l’anima“). Da fine 2018, inizio 2019, ho un’idea fissa di immaginazione, che riesce a tenere insieme tutto quello che ne ho pensato fino ad oggi, in una definizione più larga. Ma arrivo a raccontartelo facendo un passo alla volta:
1. meditazione e visualizzazione
La prima esperienza immaginativa che feci fu con una pratica guidata da Fumagalli e Gandini (ora non ho idea di cosa facciano). Un’esperienza in quattro stanze, ognuna si collegava in qualche modo con uno dei nostri corpi: fisico, emozionale, mentale e causale. O almeno credo… è passato tanto di quel tempo!
Arrivai a questa esperienza su consiglio della mia maestra, che mi invitava a fare la prima pratica di “meditazione”. Fu lì che iniziai a confondere meditazione con immaginazione e visualizzazione, un mix che sciolsi solo anni dopo, comprendendo le diverse funzioni delle tre pratiche. Ne ho scritto un articolo qualche tempo fa.
2. in me mago agere e immaginazione creatrice
Successivamente è stato il periodo dei “Maestri Invisibili” di Sibaldi, che mi portarono a scoprire Le Stanze dell’Immaginazione, poi fu il momento di approfondire la psicodinamica (da cui i maestri derivavano) e da lì ancora indietro fino al metodo Silva da cui tutto sembra originarsi.

In quegli anni approfondii moltissimo, leggendo di tutto: autori italiani come Sibaldi e qualche articolo di altri autori, dove trovai un tentativo di spiegare l’immaginazione a metà tra il poetico ed il magico, con: “in me mago agere”. Una bella idea, ma poco concreta (in latino non ha senso). Lessi anche molti stranieri, tra cui Goddard, e poi caddi anche in “The Secret” con la sua errata idea di una immaginazione creatrice.
Fu proprio cercando di trovare una risposta a questa idea che “l’immaginazione crea”, che approfondii l’ipnosi con Giuseppe Vercelli e Tom Silver, e che mi ritrovai a studiare il sufismo con Corbin, dove trovai le reali radici di questo concetto di una “immaginazione creatrice” (e che non funziona proprio come voleva intendere The Secret).
Ne parlo diffusamente nel mio ultimo libro: “Pensare per Immagini“, edito da L’Età dell’Acquario (in tutte le librerie e store online, dal 30 settembre 2022).

3. immaginazione e anima
In quegli anni, molto “spirituali”, mi ero anche fatto l’idea che l’immaginazione avesse a che fare con l’anima: pensavo fosse il suo modo di guardare alle cose, un veicolo per dialogare col proprio profondo e comprenderlo, una specie linguaggio di linguaggio fatto di immagini e sensazioni, piuttosto che parole.
Tutt’ora ho un’idea molto simile, ma… con un piccolo cambio di termini. Fu proprio in quel mio – come l’ho chiamato – “litigio con l’anima” che me ne uscii con un’idea di anima particolare: l’anima come energia, quindi come possibilità.
E da qui l'idea dell'immaginazione come quella facoltà che ci permette di scoprire il possibile.
Andata e Ritorno
Ora che avevo una definizione per me più calzante di ciò che l’immaginazione era (ed è), avevo bisogno di trovare un modo semplice di spiegarne il funzionamento.
Mi illuminò una frase che trovai in un testo edito dalla Oxford press, intitolato “Handbook of imagination and culture“, che mi ricordò qualcosa che avevo trovato anche altrove, in uno dei testi di Tolkien:
l’immaginazione è una facoltà che permette alla coscienza di fare dei viaggi di andata e ritorno dal punto dove essa sta adesso, ad un luogo lontano, che può essere nel passato (memoria), nel futuro possibile o in luoghi totalmente immaginativi.
Un viaggio, quindi, di Andata e Ritorno.
Un viaggio ad opera della nostra coscienza, che si sposta seguendo l’attenzione sul mare del pensiero.
È anche per questo che ho scelto il titolo “Andata e Ritorno” per il mio libro del 2020: un manualetto tascabile contenente le mappe dei territori del pensiero e le istruzioni per compiere il viaggio immaginale.
Compiere un viaggio di Andata e Ritorno è possibile per chiunque (a meno che non si abbia aphantasia) e permette di far fare alla coscienza delle esperienze altrimenti impossibili, in luoghi incredibili. Se si guarda al passato, come fece Proust, possiamo riviverne la pienezza e magari impararne ancora qualcosa, anche se non è la direzione che preferisco – e credo sia anche più il luogo della psicologia.
Personalmente preferisco i viaggi alla Leopardi: lasciarsi naufragare nel pensiero (il mind wandering), come ogni filosofo fa, per poi farsi attrarre da un’idea, come fanno anche gli scienziati, e seguirla con attenzione, fino ad arrivare a luoghi inattesi del pensiero, pieni di idee da scoprire. È il processo tipico dell’invenzione.
E, allo stesso modo, mi piace navigare anche verso i futuri possibili, dato che – credo – abbiamo bisogno di visioni e opzioni attualmente poco esplorate.
Ed è questa, secondo me, la funzione più incredibile dell'immaginazione: ci accompagna a scoprire idee, orizzonti, punti di vista, possibilità ed opzioni nuove, altrimenti impensabili.
Come fare un viaggio di Andata e Ritorno
Ci si potrebbe chiedere: “Ma… ci sono delle regole da seguire, per usare l’immaginazione?”.
Potrei rispondere di no, ma in realtà ci sono tanti accorgimenti utili da sapere, se si vuole immaginare al meglio e scoprire cose nuove ed inattese.
Ne parlo con più dettaglio nei miei libri:
2013 – “Le Nuove Terre”, Vydia edizioni
Il mio primo libro, un romanzo in ambientazione fantasy in cui semino per tutta la storia (che è super avvincente!) una serie di piccole tracce, idee, riflessioni, che permettono di aprire il pensiero e scoprire cose inattese, come dice anche questo cliente di Amazon, che lo ha molto gradito:

2016 – Le Stanze dell’Immaginazione, edizioni Spazio Interiore
Il mio primo libro in cui parlo in modo diretto di immaginazione, spiegando la struttura interna del sistema di pensiero “Le Stanze dell’Immaginazione“, che trovai (una scoperta, appunto) nel 2010 facendo esperienza coi maestri invisibili.
Un sistema che ha già la sua struttura e ti permette di imparare in modo semplificato ed autonomo il pensiero per immagini. È stato bestseller, cavalcando le classifiche del Giardino dei Libri per diversi mesi ed ha raggiunto migliaia di persone in Italia (e qualcuna anche fuori).

2018 – Le Stanze dell’Immaginazione Underground, Edizioni Spazio Interiore
Si può parlare di immaginazione in molti molti modi… in questo secondo libro, sul piano “underground” delle Stanze dell’Immaginazione, il lavoro è di tipo simbolico e narrativo.
E di fatto, acquistando il libro su Il Giardino dei Libri, si riceve anche un breve ebook proprio su quella che ho chiamato “immaginazione narrativa”.
I simboli sono un particolare tipo di immagini e per poterci lavorare è necessario sapere come fare. Inoltre, ogni immagine è come se avesse una sua “vitalità”, una specie di dinamismo, una essenza, che possiamo cogliere solo se stiamo in attesa, in osservazione, e ascoltiamo la sua storia. Ecco il perché di una immaginazione narrativa e – sorpattutto – della contemplazione immaginale.
Il libro non ha avuto la fortuna del primo, nonostante abbia anche una bellissima prefazione di Daniel Lumera, ma contiene comunque molte informazioni utili sulle strutture immaginativo-narrative che ognuno di noi ha (come “il viaggio dell’eroe”) e dà un modo leggero, giocoso, di ricombinare le idee, per trarne nuovi punti di vista, grazie al pensiero controfattuale.
Ecosì, abbiamo menzionato anche l’immaginazione-narrativa.
2020 – Andata e Ritorno, edizioni Spazio Interiore
Ed arriviamo ad “Andata e Ritorno“, un piccolo capolavoro che contiene la mappa (metaforica) dei territori del pensiero e le istruzioni per usare le nostre facoltà in modo ottimale, in particolar modo l’immaginazione.
Sono stato contento di scriverlo: mi ha sorpreso, permettendomi di fare il primo momento di grande riassunto sulle molte esperienze che avevo fino a quel momento raccolto sull’immaginazione e sulle quali stavo iniziando a mettere ordine, dopo il “litigio con l’anima”, del 2018-2019.

Pensiero ed immaginazione
Dopo questi lunghi 12 anni di immaginazione, credo di potermi dire felice del “viaggio”. Soddisfatto, colmo proprio, per la tanta pienezza e bellezza che queste esperienze mi hanno dato e permesso anche di maturare, a livello di pensiero e consapevolezza.
Nonostante io abbia avuto modo di guardare all’immaginazione in tanti modi, da quello spirituale a quello più scientifico, passando anche per filosofia, esoterismo, antropologia e sciamanesimo, credo possibile descriverla in un modo che “non fa torto a nessuno” e che raccoglie in sé tutti quei modi di intenderla ed usarla:
l’immaginazione è la nostra facoltà di pensiero più alta, che ci permette di scoprire idee altrimenti impensabili, allargare prospettive, fornire intuizioni, aiutarci nella costruzione del nuovo e ci dà importanti spunti per la presa di decisione.
Descrivo tutto questo, con profonda accortezza, con parti pratiche e teoriche, associandoci anche i momenti della mia storia personale, in cui ho avuto modo di intendere l’immaginazione in modi diversi, nel mio nuovo libro: “Pensare per Immagini”, edito da L’Età dell’Acquario, in tutte le librerie e negli store online, dal 30 settembre 2022.

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