
“L’erotismo è una delle basi di conoscenza di sé, tanto indispensabile quanto la poesia”
Anaïs Nin
L’Amore è un Demone.
Accattivante. Terribile. Potente. Comunque tu la voglia mettere, questa affermazione colpisce, arriva in profondità. E forse lo fa perché qualcosa, nei terreni brulli dell’Anima, la riconosce come vera.
Nel precedente articolo ho parlato di Eros, ma non c’era stato il tempo di conoscere le profondità invisibili, nascoste (o se preferisci “inconsce”), di questo dio. Avevo infatti già anticipato che avrei approfondito il discorso sull’identità di Eros nella sua veste di Sciamano e per cui è ora di parlare delle sue origini.
Per cui, ancora una volta, andiamo a prendere il mito e ricongiungiamo i nostri frammenti dell’Anima.
Radici del Mito: il dio “più volte nato”
Capita spesso, nelle mitologie classiche (e qualche volta anche nelle Fiabe), che qualche personaggio nasca più volte. In alcuni casi si tratta di passaggi rituali, come una morte apparente o un sonno che conduce ad una rinascita (come fu appunto in Eros e Psiche ed in Biancaneve); ma in altri casi si tratta di una vera e propria nascita incerta o addirittura “multipla”.
Del Grande Dio Pan, ad esempio, si dice sia nato da Zeus e Callisto, ma anche da Hermes e Driope, ed allo stesso tempo si dice che esistesse prima di tutti gli dèi. Allo stesso modo, anche Eros è un “più volte nato”: dalla fusione amorosa tra Afrodite e Ares, oppure dal Caos stesso, dalla Notte o dal membro amputato di Urano (in una nascita pienamente maschilista).
Questa qualità del “più volte nato” è un carattere che restituisce gli dèi alla loro dimensione sacra, in qualità di fenomeni naturali ciclici, che nascono ogni giorno ed ogni giorno muoiono (oppure che appaiono e svaniscono, come le saette di Zeus).
Addirittura in alcune tradizioni più sciamaniche, si parla di questi personaggi come di coloro che sono “mai nati, mai creati, mai reali, mai irreali” e lo si fa per fare riferimento a questi fenomeni nella loro natura di immagini, di eidola o proiezioni dell’Anima.
Il Mito di Poros e Poenia
Tra le varie possibilità di genìa, Eros sembra essere nato da Poros e Poenia, che in italiano tradurremmo con “ingegno” e “scarsità” (o povertà). D’altronde si dice, che la “scarsità aguzza l’ingegno, lo risveglia”.
Il mito raccontato da Platone narra, brevemente, che il giorno della nascita di Afrodite venne data una festa, cui partecipò anche Poros, questo dio particolarissimo, che ha a che fare con la ricchezza, l’abbondanza e l’ingegno.
Ubriaco si stese nei giardini di Zeus ed a quel punto arrivò Poenia (o Penìa), una mendicante in cerca di elemosine (di fatto significa “povertà”), che era segretamente innamorata di Poros e, vedendolo ubriaco e dormiente, approfittò di lui, sperando di rimanere incinta.
Così fu, e da questa unione nacque Eros.
In questo mito, quindi, Eros è figlio di padre divino e madre umana. Ma in realtà, invisibili, mimetizzati, alla sua nascita partecipano anche altri dèi: Afrodite, nascosta nell’innamoramento di Poenia per Poros, e Dioniso, celato nello stato di ubriachezza del dio.
Il Mito e l’Anima
Alla fin fin fine, quindi, questo mito – come tutti i miti fanno – ci racconta qualcosa di noi, della nostra Anima, sparsa in frammenti in giro per lo spazio ed il tempo.
Uno degli insegnamenti è quello di riconoscere in Eros un attivatore della Bellezza nascosta.
Lo avevamo già visto nel precedente articolo sul “Bacio del Vero Amore tra Eros e Psyché”, ma qui torna: Dioniso prende il dio dell’abbondanza e lo porta nel regno invisibile, dimora a cavallo tra i regni di Morfeo e quelli di Ade, così che povertà – umana – possa finalmente raggiungerlo e fondersi eroticamente con lui, nel sogno. E così, solo così, nasce Amore.
Ed allora, anche qui, Eros nasce dalla Bellezza, dall’innamoramento, ma nella sua funzione estatica, orgiastica, di fusione con la natura, con l’aspetto “dormiente”, invisibile, sotterraneo. E forse, quindi, la “povertà” (interiore) è povera solo quando è senza Amore, solo fintanto che c’è divisione con l’Anima.
Ma per trovare il tesoro sepolto c’è bisogno di qualcuno che sia capace di andare e venire nei regni, di qualcuno che sia un “mezzo-mezzo” o, come lo definirebbe Platone, un Demiurgo. In definitiva ci vuole una Guida che sia anche uno Sciamano. Ed un Demone è proprio questo: un essere a metà tra i mondi.
Qualcuno lo chiama anche Daimon…
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